CIRCONDATI


Dal circo con gli animali al circo per gli animali Il progetto Circondati assume il tema dei maltrattamenti animali nei circhi equestri per parlare di tutti i maltrattamenti e le situazioni di dominanza sugli animali non umani. Una performance circense per chiedere scusa. Al tramonto in assenza di pubblico umano verrà eseguita una performance di acrobatica aerea alla sola presenza di pubblico animale, uno spettacolo per gli animali. Sarà un tributo, un modo per chiedere scusa di tanti soprusi operati dal genere umano, usando il tema del circo come “capro espiatorio”, come esempio per tutti. Gli animali magari saranno completamente ignari e probabilmente indifferenti, sicuramente non beneficeranno dello spettacolo, come ignari saranno del tentativo umano di chiedere scusa. Le scuse sono un bisogno umano di riconciliazione, un tentativo spirituale tutto rivolto a se stessƏ, come una preghiera fatta a chi non può ascoltare. Fare spettacolo di fronte un pubblico umano assente, vuole porre l’ attenzione sul tema di come ognunƏ sia in realtà agente in prima persona anche quando si pone unicamente come spettatore o consumatore, senza avere la capacità di vedere la violenza e di opporvisi e di provare l’ empatia di fronte ad individui venduti come prodotti. Scegliamo il circo perché simbolo di un grande paradosso, infatti spesso anche gli onnivori o chi non ha una completa consapevolezza dei diritti animali si scaglia facilmente contro l’ utilizzo degli animali nel circo, perché avviene questo? Perché il circo viene nelle città, mostra gli animali davanti ai nostri occhi obbligandoci a prendere una posizione. Il circo equestre simbolo di un grande sfruttamento, sta però scomparendo, appartiene ormai quasi del tutto al passato. Gli animali sfruttati nel circo sono ormai poche centinaia, al contrario degli attualissimi allevamenti e mattatoi che sfruttano, torturano e uccidono centinaia di migliaia di individui ogni giorno in tutto il mondo. Tutto questo però avviene in luoghi ben nascosti ai nostri occhi e peggio ancora raccontati come rispettosi, sostenibili e venduti confezionando la favoletta della fattoria felice. Togliere il velo, svelare la realtà è quanto mai doloroso, scoprire di cosa il genere umano è stato capace e di cui è capace ogni giorno è in grado di turbare fortemente anche la coscienza che si mostra meno sensibile, ecco perché per poterlo raccontare abbiamo bisogno al contempo di un rituale, una preghiera collettiva, abbiamo bisogno di fermarci e di chiedere scusa alle specie sottomesse e a noi stessƏ, prima di provare a ricostruire una reazione umile ed empatica e di ricostruirci come esseri nuovi capaci di ascolto, empatia e responsabilità.