Attualità

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A sedici anni si può cambiare il mondo?

Greta Thunberg lancia l’allarme sul clima. Ha la sindrome d’Asperger ed è diventata la più giovane paladina della salvaguardia dell’ecosistema del pianeta. Le sue parole e la sua passione hanno colpito al cuore il mondo intero.

Con il suo visino pulito e angelico e le treccine bionde Greta Thunberg dimostra forse anche meno dei suoi 16 anni. Sembrerebbe un’adolescente come le altre, se non fosse che la giovanissima attivista svedese ha carattere da vendere, tanto da rimproverare più volte i leader mondiali per la scarsa cura che hanno del pianeta. Nata il 3 gennaio 2003, figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg, Greta si batte per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. Mise in atto la sua prima protesta il 20 agosto 2018, quando decise di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018, a causa delle ondate di calore e degli incendi boschivi che avevano colpito il suo Paese. Chiedeva al governo la riduzione delle emissioni di carbonio, come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Dopo le elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì. Il suo slogan è “Sciopero della scuola per il clima”. Ha poi creato il movimento studentesco internazionale Friday for Future per sensibilizzare le coscienze e, soprattutto, i governi ad adottare un comportamento rispettoso nei confronti dell’ambiente. Innumerevoli sono le manifestazioni a cui ha preso parte: ricordiamo la partecipazione a Rise for Climate davanti al Parlamento Europeo a Bruxelles e alla Dichiarazione organizzata da Rebellion Extinction a Londra. Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione del mondo intero, tanto che manifestazioni simili sono state organizzate non solo in tanti Paesi europei ma anche in Australia. Il 4 dicembre 2018 ha parlato durante un vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Katowice in Polonia, chiedendo un intervento immediato per fermare le emissioni e lanciando un’accusa nei confronti dei leader mondiali, preoccupati soltanto dell’eterna crescita economica. La sua passione e determinazione hanno scosso il mondo intero, facendo riflettere sia bambini che adulti e prospettando soluzioni e saggi consigli. “Se è impossibile – ha dichiarato all’ONU – trovare soluzioni all’interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema”.

Greta Thunberg
Alcuni momenti della sua protesta
di Silvia Ferrantino

Siamo quello che mangiamo

Nella nostra scuola si è tenuto il seminario informativo "Cibo ed emozioni". Vi proponiamo un dettagliato e illuminante resoconto di un’alunna su un argomento sempre al centro di accesi dibattiti e molti confronti.

CIBO ED EMOZIONI Il professore Carangella ha iniziato prendendo spunto da una frase del film “Ratatouille”: Se è vero che siamo quello che mangiamo, io voglio mangiare solo cose genuine! Questa frase ha colpito molto i ragazzi, perché il cibo trasforma il nostro organismo facendolo crescere, facendolo stare bene o male. A tal proposito, il professore ha ricordato ai ragazzi il documentario Super size me, che hanno visto in classe e che parla del cibo spazzatura nei Fast Food.

QUESTIONE DI EMOZIONI L’argomento successivo è stato trattato dallo psicologo Alessio Tortorella che ha introdotto il suo argomento con questa frase: Il cibo è sempre collegato alle emozioni e allo stare insieme. Ha parlato in particolare delle emozioni, dicendo che quelle di base sono: rabbia, paura, tristezza, gioia, disgusto. L’emozione che ha trattato il relatore è stata la paura, paura di non essere accettati, paura di sbagliare, paura di conoscere nuove persone, e di come alcune persone cercano di gestirla attraverso il cibo, in maniera compulsiva.

ATTENZIONE ALLE ETICHETTE La relatrice seguente è stata la dietista Speranza Alessandra, che ha parlato dell’importanza delle etichette. Ci ha riferito che gli ingredienti scritti sui cibi sono in ordine decrescente e ha fatto l’esempio della Nutella Ferrero, facendoci notare che il primo ingrediente non erano le nocciole, ma lo zucchero, seguente all’olio di palma, stessa cosa nella crema Pandistelle. Ha fatto anche un elenco dei cibi sani e di quelli spazzatura.

LE PUBBLICITÀ CI INGANNANO? A conclusione del seminario, il professore Carangella ha fatto vedere ai ragazzi alcune pubblicità, come elemento che influisce maggiormente nella nostra scelta alimentare e dà anche dei messaggi non positivi. Il professore ha fatto anche notare che nella pubblicità ci sono delle parole che ci condizionano. Per esempio nella pubblicità del McDonald’s le parole sono: mamma, mangio, pranzo; oppure in quella del Mulino Bianco: integrali; e quella della Coca-Cola: felicità e famiglia. Infine, grazie a questo incontro, i ragazzi dovrebbero essere consapevoli della loro scelta alimentare senza farsi ingannare dalla pubblicità e dalle paure.

Il manifesto del seminario
Alcuni momenti del seminario nell'anfiteatro della scuola
a cura della redazione

Niente paura, arrivano i paratesta

A Bolzano il sindaco, preoccupato per le teste dei suoi concittadini che camminano con gli occhi sullo smartphone, ha fatto mettere ad altezza uomo imbottiture attorno ai pali per evitare tragicomiche testate o pericolosi infortuni.

Noi italiani abbiamo una particolare predilezione per i dispositivi elettronici, in particolare per lo smartphone. Ormai è un prolungamento del nostro braccio. Chi non ha mai fatto l’esperienza “dolorosa” di dimenticare a casa l’adorato oggetto? Per la verità è poco probabile: forse potremmo uscire in ciabatte, ma guai a lasciare a casa l’indispensabile dispositivo! E pensare che i nostri nonni spesso ci raccontano di un’epoca in cui non esistevano dispositivi mobili e si viveva benissimo. Forse anche meglio, dicono loro. Chissa! Noi ragazzi stentiamo a crederci. Ci definiscono “nativi digitali”, e per questo proprio non possiamo rinunciarci. Ma ci rendiamo anche conto che, a volte, esageriamo. Per la verità anche gli adulti esagerano e spesso non ne possono fare a meno… Quanti sono coloro che nelle città italiane camminano senza guardare davanti a sé, ma con gli occhi fissi sullo smartphone? A Bolzano proprio per questo motivo sono comparsi paratesta (fucsia) sui pali della luce o sui cartelli stradali per chi cammina guardando il cellulare. Basterà per rendere più attenti i maniaci del cellulare? Il sindaco di Bolzano ha pensato bene di evitare pericolose testate con avvisi che è difficile ignorare. Noi crediamo che la simpatica “trovata” sia anche molto seria, perché i pedoni con un cellulare possono essere addirittura un facile bersaglio per automobilisti distratti. I paratesta in questo caso possono davvero aiutare. Ne hanno bisogno anche i foggiani?

I cuscinetti fucsia attorno ai cartelli stradali e ai pali della luce
a cura della redazione

Una linguaccia contro la criminalità

Sulla facciata di un palazzo del rione Candelaro della nostra città campeggia una foto di Oliviero Toscani con un bambino di colore, che fa la linguaccia. Un’idea “artistica” per rivalutare le periferie e combattere la criminalità.

L’idea è quella di ricreare uno spazio fisico che evochi il concetto di piazza, luogo privilegiato dell’incontro fra le persone e fra le istituzioni e gli abitanti del quartiere. È un nuovo modo di intendere l’arte di strada attraverso grandi immagini, per caratterizzare i luoghi periferici delle città e creare contaminazioni fra bellezza e cultura. L’opera scelta per la realizzazione del “mosaico digitale” è una fotografia di Oliviero Toscani, la quale raffigura un bambino di colore che fa una linguaccia nel cuore del Candelaro, quartiere popolare della nostra città a volte teatro di scontri malavitosi. La fotografia occupa l’intera facciata di uno stabile. Il rosso intenso della lingua evoca il colore del sangue della “quarta mafia” d’Italia, che può essere contrastata anche con l’irriverenza di un bambino attraverso l’arte digitale di cui quest’opera è espressione. La quarta mafia nasce circa trent’anni fa, e Foggia è una delle città più colpite. L’ultima visita in città della commissione parlamentare antimafia è del 26 aprile 2018 e in quella occasione si parlò del fatto che la nostra città era diventata un “caso nazionale”. Nell’ultima relazione semestrale sono stati evidenziati 28 gruppi criminali, mafiosi e non, situati quasi tutti in Capitanata. La linguaccia del simpatico bambino forse non servirà a superare il problema, ma certamente con la sua sfrontatezza richiama alla mente la voglia di reagire e di dire Basta! alla violenze di ogni tipo.

La foto di Oliviero Toscani su una facciata di un palazzo del rione Candelaro di Foggia
a cura della redazione

Una nostra compagna al Comune

La nostra compagna Martina Dota ci racconta la sua esperienza come consigliere al Comune, in rappresentanza della nostra scuola. Vi proponiamo la videointervista,

Il 26 novembre 2018, nella sala consiliare del Comune, si è svolta la prima riunione dell’ottavo Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze di Foggia, con l’organizzazione dell’Assessorato alla P. I. del Comune e di Città Educativa. Dietro ai banchi, abitualmente occupati dagli amministratori “senior”, erano seduti 50 consiglieri neoeletti, appartenenti a varie scuole di Foggia, fra cui anche la nostra scuola rappresentata dalla nostra compagna Martina Dota. Martina ci ha raccontato perché si è candidata ed ha aggiunto che ha cercato di dare un contributo al miglioramento della scuola. Ha affrontato il nuovo incarico con tanto entusiasmo e passione, ma si è resa conto che non è facile realizzare i propri desideri in un contesto in cui ci sono tante persone, ognuna con le proprie idee. Ci ha rivelato anche che le sarebbe piaciuto essere eletta con una sua amica, per poter affrontare con maggiore sicurezza e slancio la nuova situazione. Ha espresso, inoltre, tanti ringraziamenti a chi ha avuto fiducia in lei e l’ha scelta come rappresentante della scuola.

La seduta consiliare del 26 novembre 2018
a cura della redazione

Vietato l’ingresso… allo smartphone!

Finalmente il visitatore di un parco giochi potrà dedicarsi veramente a se stesso. Stop agli smartphone e alle chat. Una multa simbolica ai trasgressori finanzierà iniziative di solidarietà. Da un'idea di alcuni genitori siciliani.

Apre in Sicilia il primo parco giochi al mondo vietato a smartphone e chat. L'idea è nata da un comitato di genitori, che ha ideato il progetto. Il parco giochi sorgerà a Balestrate (Palermo) grazie a una raccolta di fondi di enti pubblici e privati e a un'iniziativa di crowdfunding (finanziamento collettivo). Fra pochi giorni ci sarà la posa della prima pietra, grazie alla disponibilità dell'amministrazione locale che ha messo a disposizione uno dei cantieri di lavoro finanziati dalla Regione Sicilia. L’opera avrà un costo che si aggira intorno agli 80mila euro. Il parco sorgerà nell'atrio di una scuola elementare e sarà accessibile a tutti. Ci saranno alberi, pavimentazione con erbetta naturale, panchine e gazebo in legno, illuminazione a energia solare, giostre, scivoli e altalene. Ovviamente senza barriere architettoniche. All’ingresso un armadietto servirà a depositare telefoni, tablet e strumenti elettronici e un cronometro conterà i minuti durante i quali il visitatore sarà rimasto libero dalla tecnologia e si sarà riappropriato del proprio tempo. “È un invito alla socialità – dicono i genitori che stanno curando il progetto – un modo per tornare a stare insieme, a dialogare, a essere presenti l’uno con l’altro. Ormai è normale ritrovarsi alla fermata dell’autobus, in casa, a una festa, e accorgersi che intorno stanno tutti con lo sguardo calato verso un telefono. Vogliamo regalare un mondo nuovo e una nuova prospettiva soprattutto per i più piccoli”. Una parte della pavimentazione sarà riservata ai giochi di una volta per avvicinare i bambini agli anziani. Il parco giochi ospiterà anche una raccolta fondi permanente che sarà alimentata dalle donazioni dei visitatori e dalle eventuali multe che saranno inflitte a chi non rispetta la regola più importante del parco: vietato lo smartphone!

A Balestrate (Palermo) sarà vietato lo smartphone in un parco giochi