La vita dovrebbe essere una linea

Questa serie di opere nasce da una collaborazione tra Marco Giacobbe e Paolo Gallina.

Giacobbe ha realizzato una serie di dipinti con tecniche miste.

Gallina ha "osservato" quegli stessi dipinti, lasciando a una macchina il compito di individuare la posizione del suo sguardo attraverso un eye-tracker.

Successivamente, queste "traiettorie degli occhi" sono state percorse da un robot che ha a sua volta realizzato altri dipinti.

Questo gioco delle parti ha quindi generato dei dittici, in comunicazione dialettica tra di loro. A rafforzare l'unione, ove una scintilla d'ispirazione l'abbia consentito, vi è la presenza di un racconto, che diviene esso stesso "elemento pittorico".