biografia
Uno dei Magi in "I Magi: un viaggio lungo un sogno"
Immagine gentilmente concessa da Monica Ossola
biografia
Uno dei Magi in "I Magi: un viaggio lungo un sogno"
Immagine gentilmente concessa da Monica Ossola
U N A B I O G R A F I A ?
“Una biografia ci vuole!”, dicono. Ci vuole? Quelle notizie da wikipedia, tipo:
Angelo è nato a Premosello Chiovenda (provincia del Verbano Cusio ma soprattutto Ossola) il 2 agosto 1963, da Adele (vero nome Cesira) Morselli Scaglioni (1931-2018), casalinga e ministra Ordine Francescano Secolare, e Pino (vero nome Atene) Franchini Piazza (1924-2019), ferroviere e capo tecnico superiore Ferrovie dello Stato: “…li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui…” (anche un po’ cremonesi e non si escludono altre influenze… ndr) La sua storia teatrale comincia nel 1981…
Si, in effetti, queste storie farebbero molto “personaggio”. Ma puzzano di roba scaduta (che, in fondo, non interessa niente a nessuno!) e di autocertificazione (di gente che “si crede” ce n’è in giro davvero troppa!).
Quindi la biografia ufficiale viene sostituita da alcune verità che è inutile nascondere:
Angelo non è uno scrittore, un regista, un attore… insomma non è un artista.
Non ha conseguito diplomi o lauree ad indirizzo spettacolo, umanistico, letterario, teologico: non vanta il baccellierato ma un diploma di geometra con il massimo dei voti… che poteva prendere (trentasei sessantesimi… ndr); dunque un’ottima istruzione… e parecchio tempo per disfarsene.
Non è stato allievo o collaboratore di grandi attori, registi e produttori. In ogni caso, essendo una mezza calzetta, anche con qualche grosso nome alle spalle, sarebbe rimasto comunque... una mezza calzetta.
Non è un tuttologo e non ha alcuna competenza (neanche acquisita con l’esperienza) in campo sociale e pastorale, perciò non ha intenzione di: insegnare teatro o religione, predicare delle prediche, adorare adorazioni (a pagamento), portare messaggi ai giovani e alle giovani famiglie, educare gli educatori, animare gli animatori, perseguitare nel perseguire un ideale.
Non è un servo buono e fedele da sempre (talenti fruttati bene, capitale garantito alla scadenza, rendimento fisso che cresce nel tempo: Dio, quando il mercato è fragile metti i tuoi risparmi al sicuro!), né un operoso operaio dell'ultima ora (fa sempre tendenza: passato il più burrascoso possibile, di tutto e di più, immancabile caduta da cavallo, nuova vita di evangelizzazione con tessera, sicurezza prima nel perdersi e adesso nel redimersi, che invidia!)
Nessuna partecipazione a grandi manifestazioni, nessuna vittoria, nessun premio; l’unico vero riconoscimento (una specie di oscar alla carriera) è l’esclusione da tutti gli appuntamenti che contano: festival dell’ipocrisia umana e di teatro pseudo religioso ("ma così noiossssso” direbbe qualcuno), giubilei e giornate mondiali-nazionali-diocesane ripiene di eventi da patrimonio mondiale della stupidità, sinodi per sinodare sulla sinodalità, sinodando tutto il sinodabile, dove si sinoderà nei secoli dei secoli sinodamen.
Non ha esibito rappresentazioni davanti a papi, cardinali, presidenti o altre guarnite personalità; non è mai stato in televisione (tanto meno quella cattolica) e non gli importa di andarci, non cercate articoli che parlino di lui su stampa e web (tanto meno quelli cattolici) nessuno ne parla, non entrate in libreria (tanto meno quella cattolica) non c’è nulla.
Non riesce a sorridere sempre (ma proprio sempre), produrre sempre (soprattutto quando non ha più niente da dire), parlare di sé-parlare di sé-parlare di sé, predicare-predicare-predicare-predicare...
Pienamente consapevole di non aver capito nulla del Vangelo, del cattolicesimo né di ogni altra esperienza spirituale (il suo è un approccio, a essere generosi, da bar sport), si dice completamentissimo d’accordissimo con chi gli ha detto “…hai sbagliato a interpretare la Scrittura…”, “…non ci siamo proprio…”, “…ma perché non fai qualcosa d’altro…” e via discorrendo…
Non appartiene ad alcuna associazione, commissione, congregazione, corrente, tendenza, a ordini, movimenti, non può portare la maglietta con scritto “staff”, non ha un badge…
Allora proviamo con la dinastia? Avrà sicuramente due figlie meravigliose (tipo jessica e samantha) e innumerevoli adorati nipotini (jason, dilan, sandokan…) ai quali dedicare ogni lavoro? No, non li ha… e, forse, se li avesse non lo rimarcherebbe per marcare il territorio. Non potrà dunque nemmeno concorrere per il “papi di tutti e dell’anno”, la “famiglia modello”, il “nonnino d’oro”: anzi è stato anche un pessimo figlio-fratello-zio.
E, per concludere, non si addobba con segnali evidenziatori di chissà-chi: anelli d’argento, orecchini, piercing, fare strampalato, occhiali da sole ("per avere più carisma e sintomatico mistero" Franco Battiato), citazioni teatrali da filodrammatici, abbigliamento finto-rock, tatuaggi, troppo (o troppo poco) pulito…
Piccola nota tecnica prima del finale: non lo coadiuvano decine di tecnici (quelli che non vedono l’ora di finire e andarsene, sempre con un panino in bocca e le mani sporche di pomodoro-pizza-da-asporto…). Infatti: prima degli incontri carica, guida, scarica, prepara… e dopo smonta, carica, guida, scarica…
Conclusione: gli appuntamenti con lui sono, nel 99,99% dei casi, ad ingresso libero, c’è sempre posto, a volte fin troppo… e, fin dai tempi prima del virus, non ci sono mai stati rischi di assembramento.
Assolutamente escluso o non considerato dai circuiti snob (e questo fatto si sta rivelando come la più grande grazia concessa… ndr), rimangono a chiamarlo, ancora oggi, soltanto un gruppo di carissime amiche e carissimi amici, benefattrici e benefattori (suore, preti, laiche e laici) “di strada”, ai quali va un grazie dal profondo del cuore! Grazie sempre… e per sempre…”