IL MIO PRIMO GIORNO NEL LABORATORIO DI SCIENZE
Pochi giorni fa, la mia professoressa di matematica e scienze, ci ha portato per la prima volta nel laboratorioscientifico della scuola. Per prima cosa ci ha fatto vedere e, ci ha spiegato, tutti gli strumenti scientifici che avremmo utilizzato.
Abbiamo analizzato attraverso il metodo sperimentale un sasso , e dopo lo abbiamo inserito in un recipiente pieno d’acqua e ci siamo posti la domanda: il sasso è materia vivente o non vivente? Naturalmente il sasso non è un essere vivente perché non può nascere,crescere,riprodursi e non muore.
Successivamente abbiamo fatto il nostro primo esperimento. Il materiale necessario era:
· 3 bottigliette di plastica vuote;
· 3 palloncini;
· acqua;
· zucchero;
· Lievito istantaneo.
Nella prima bottiglietta abbiamo versato dell’acqua e abbiamo inserito un palloncino al posto del tappo.
Nella seconda bottiglietta abbiamo versato dell’acqua con lo zucchero e poi abbiamo sempre ricoperto con un palloncino la parte del tappo.
Nella terza bottiglietta abbiamo versato acqua, zucchero e lievito istantaneo e abbiamo inserito il palloncino al posto del tappo.
Dopo pochi minuti abbiamo notato che mentre nella prima e nella seconda bottiglietta era avvenuta alcuna reazione; nella terza bottiglietta abbiamo visto come il palloncino si gonfiava sempre di più. Cosa poteva essere successo?
La nostra professoressa ci ha spiegato che questo accade perché il lievito è un essere vivente e per questo motivo il palloncino si gonfia per la formazione di un gas, prodotto dal lievito attraverso la fermentazione. Per fermentare il lievito ha bisogno di zucchero. Il gas che fa gonfiare il palloncino è anidride carbonica (CO2).E’ stata per me una bella esperienza e spero al più presto di poterci tornare a fare nuovi esperimenti.
La nostra professoressa ci ha spiegato che questo accade perché il lievito è un essere vivente e per questo motivo il palloncino si gonfia per la formazione di un gas, prodotto dal lievito stesso, attraverso la fermentazione.
Per fermentare il lievito ha bisogno di zucchero. Il gas che fa gonfiare il palloncino è anidride carbonica (CO2).
E’ stata per me una bella esperienza e spero al più presto di poterci tornare a fare nuovi esperimenti.
Manuel Bonanni
Classe 1A
(Secondaria di Primo Grado)
Questa estate ho pensato di creare un piccolo orto nella terrazza condominiale, per fare un’azione eco-sostenibile; da questa idea nasce il nome «ORTOMINIO»
Con la mia famiglia siamo andati al vivaio e abbiamo scelto semi e piantine per realizzare un “orto aromatico” e un “orto stagionale”.
Ho piantato:
ciliegino (pomodoro); origano; limone; salvia; rosmarino; timo; lattuga canasta; peperoncini piccanti; basilico e friggitelli.
A cosa è servito fare un proprio orto?
L’orto è servito per fare un’azione eco-sostenibile.
Ci sono tanti prodotti naturali buoni senza dover usare i pesticidi e non si utilizzano mezzi agricoli meccanizzati inquinanti.
Ho notato che i prodotti del nostro orto sono più profumati, saporiti e più colorati di quelli messi in vendita nei supermercati!
Giulia Radatti
Classe 2A
(Secondaria di Primo Grado)
E quindi uscimmo a riveder le stelle...
Molto spesso abbiamo sentito parlare dell’inquinamento luminoso ma ci siamo mai chiesti che cosa sia?
Come potete intendere dal nome è una forma di inquinamento ma è particolare perché la causa principale è dovuta a qualsiasi tipo di luce, lampioni e simili.
Avete mai provato ad osservare il cielo stellato in campagna e metterlo a confronto con quello della città? Beh, noi si. Utilizzando la scheda “Contastelle”abbiamo fatto un esperimento: ognuno di noi dal proprio balcone ha osservato con il proprio “contastelle”, costruito con materiali di riciclo, il numero di stelle che riusciva a vedere.
Qualcuno che era in campagna è riuscito a vederne fino a quaranta, ma i ragazzi che si trovavano a Roma non sono riusciti a vederne più di cinque. Questo per colpa delle luci che impediscono la visuale completa e nitida del cielo notturno.
Oltre a questo, l’inquinamento luminoso crea problemi anche agli animali, soprattutto gli uccelli che migrano, che non riescono a capire quando è giorno e quindi si confondono.
Abbiamo fatto anche un secondo esperimento nel giardino della scuola.
Abbiamo scaricato una app che si chiama “Sky Map” che ti permette, camminando inquadrando in giro con il telefono, di vedere le stelle,le costellazioni, i pianeti e i satelliti che ti circondano e anche i loro nomi!
Cercando il nome di un pianeta o di una stella lui di indicherà con delle frecce dove inquadrare il telefono per vedere ciò che vuoi.
Valentina Pitocchi
Classe 3A
(Secondaria di Primo Grado)