Nel mese di novembre le classi seconde dell'ICS FILZI- Scuola Secondaria Toscanini si sono recate al Castello Sforzesco a visitare la Sala delle Asse. Di seguito il resoconto e le scoperte degli alunni.
A Milano, Leonardo da Vinci decorò la Sala delle Asse nel Castello Sforzesco con un meraviglioso bosco di gelsi. Il pergolato è riproposto in scala 1:2 all’ingresso del castello.
Nel 1889 il restauratore Luca Beltrami, con l’aiuto dello storico Paul Mueller Walde, trovò la decorazione sotto gli strati di calce. Ora, dopo otto anni di restauro, bosco e sottobosco rifioriscono e ci rivelano un Leonardo mai visto. Nella sala, le radici sembrano rompere il muro, per far intrecciare 18 gelsi fino al soffitto.
La Sala delle Asse è un’opera illusionistica, naturalistica e celebrativa. Faceva parte degli appartamenti del duca, dove si svolgevano le riunioni più importanti, costituendo così, grazie ai gelsi anche noti come Morus Nigra, una sala di rappresentanza del Moro.
Nello studio del cuore e dell’arteria polmonare di un bue, si ritrova la tecnica usata da Leonardo per riuscire nella ramificazione dei 18 gelsi, che dal fusto si assottigliano nei rami.
A tal proposito la classe ha tentato di individuare delle corrispondenze fra il disegno di un albero di gelso della Sala delle Asse e il disegno del cuore di bue contenuto nel codice Windsor, utilizzando dei fogli trasparenti e sovrapponendo le immagini, come si può meglio osservare nella galleria della successiva sezione.
Nella sala si trovano anche tre disegni; nel primo si nota lo Studio di Leonardo del cuore e dell’arteria polmonare di un bue (1511 –1513 circa, penna e inchiostro su carta azzurra). Negli altri sono rappresentati la trachea e il bronco destro e uno studio schematico dei polmoni e di un ventricolo aperto del cuore.
Leonardo pensò che il corpo umano è paragonabile alle piante, le quali hanno le radici nella parte inferiore.
L'artista studiò il processo di ramificazione. Secondo lui, ne esistevano vari tipi: quella dei rami, la portata di un fiume, le ramificazioni dei vasi del cuore e quelle bronchiali.
Leonardo nota anche che in un anno, i rami che partono da un tronco, raggiungono il suo stesso diametro. Lo stesso vale per i rami secondari nati nell’anno successivo.
Leonardo intuì anche i cambiamenti del corpo per l’invecchiamento, capendo anche molte cose, ma non riuscì a cogliere il ruolo del cuore.
L’errata convinzione di Leonardo, il quale pensava che il sangue veniva trasportato fino a vasi sanguigni molto piccoli e poi rimaneva lì, deriva dal pensare il corpo umano analogo alle piante, le quali hanno le radici nella loro parte inferiore ingrossata.
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MILIONARIO