Architettura paleocristiana
Nei primi tre secoli dopo Cristo all'interno dell'Impero Romano la religione cristiana ha conosciuto un periodo di alternanza tra momenti di persecuzione e momenti di tolleranza da parte del potere politico.
Così dal II al IV secolo la prima fase dell'arte cristiana delle origini è condizionata dalle forme politiche repressive.
Le prime tracce di arte cristiana che conosciamo sono quelle provenienti dalle:
catacombe, sotterranei sacri con funzioni di cimitero,
cimiteri all'aperto
domus ecclesiae, luoghi dove si riunivano i primi cristiani quando il culto era ancora considerato fuorilegge.
Le catacombe
Le catacombe sono strutture ipogee usate fino al IX secolo con funzione soprattutto di cimiteri cristiani.
Sono state scavate in forma di cunicoli, gallerie sotterranee che formano una rete sotto le città. Lungo le pareti dei cunicoli (cryptae) vi sono le sepolture più modeste, i loculi, nicchie rettangolari distribuite in più file, chiuse semplicemente da lastre di pietra o di cotto, decorate con figurazioni, simboli (per esempio il pesce, simbolo di Cristo) o iscrizioni (per esempio vivas, “che tu possa vivere”).
In certi punti vi sono poi tombe più ricche e più grandi, costituite da una o più camere per intere famiglie, decorate con pitture o stucchi. Si tratta dei cubìculi dove si trovano i sarcofagi dei personaggi più facoltosi. Sono stanze poligonali con soffitto a volte poggianti su colonne. Sulle pareti si trovano le nicchie, anche queste coperte da volte e spesso sovrastate da un timpano. Qui si trovano le decorazioni pittoriche. Nei cubicoli si trova spesso un tipo di sepolcro monumentale, l’arcosolio: profonda arcata cieca formante una nicchia che accoglieva un’arca. L’arca è un sarcofago in pietra o marmo, ricoperto in genere da un coperchio in forma di tetto e spesso ornato di rilievi ed elevato su un basamento. Sul fondo della nicchia, la lunetta è spesso decorata con pitture.
Alla fine del III secolo, con la vittoria del cristianesimo, aumentano nelle catacombe le sepolture dei personaggi facoltosi. Le più ambite sono quelle rese più illustri dalla presenza dei martiri, sulle quali sorgeranno anche importanti edifici di culto.
Durante il IV secolo d.C. le catacombe si estendono: oltre a quelle della Chiesa di Roma ne sorgono altre gestite da privati.
In seguito, vari fattori politici ed economici porranno fine ai grandi cimiteri cristiani.
Le domus ecclesiae
Prospetto di una domus ecclesiae
I primi ambienti in cui si riuniscono i primi cristiani per i loro riti sono case private in cui viene ricavata una stanza per la cerimonia del pasto in comune. Nel corso del 200 d.C. la liturgia si definisce meglio e diventano necessari ambienti articolati in più stanze con funzioni diverse. Vengono allestite le Domus Ecclesiae, case private a disposizione della comunità, sostanzialmente simili alle altre abitazioni, ma i cui spazi interni hanno precise destinazioni sacre.
Oltre alla stanza del pranzo comune, era necessario un vestibolo per i catecumeni (cristiani non ancora battezzati) e i penitenti. Un'altra stanza serviva come battistero per i riti del battesimo, un'altra era adibita alla Cresima. Altre stanze servivano per il catechismo, per custodire gli oggetti sacri e per la beneficenza.
Nel corso del tempo il modello della domus ecclesiae si amplia per consentire di accogliere un numero sempre maggiore di fedeli, si inserisce una pedana per il vescovo, e una vasca battesimale coperta da un baldacchino decorato con scene sacre.
Gli eventi storici che dettero una svolta all'architettura, come alla cultura artistica in genere, avvennero però agli inizi del IV sec. d.C., allorquando l'imperatore Costantino nel 313 emise l’editto di Milano, ufficializzando la religione cristiana e ponendo le premesse perché questa religione creasse una sua arte, e nel 330 spostò la capitale dell’impero da Roma a Bisanzio, dando impulso a quelle tendenze che da allora presero il nome di arte «bizantina».
Il movimento culturale ellenistico che si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo ed oltre a seguito delle conquiste di Alessandro Magno, aveva diffuso l’arte greca. L’arte romana, debitrice in molte sue manifestazioni dall'ellenismo, nei primi due secoli della nostra era, aveva sintetizzato in sé l’eredità greca. Ma, con la nascita dell’arte bizantina, l’oriente ritrovò una sua strada che la portò ad esiti diversi rispetto all'occidente.
La cultura artistica, sia in occidente sia in oriente, nei primi anni dopo l’età costantiniana, è impegnata a trovare una strada per la riconversione religiosa. In campo architettonico il problema si pone nel trovare una nuova tipologia d'edificio sacro. Il tempio classico non poteva certo andare bene: era troppo legato ad una concezione religiosa politeistica che non faceva differenza tra un dio ed un altro. Se la religione cristiana avesse scelto come edificio religioso il tempio classico, poteva far credere che il loro fosse solo un nuovo dio. L’azzeramento delle credenze pagane, che il cristianesimo richiedeva, andava quindi affermato con decise soluzioni di discontinuità, da adottarsi anche nell'edilizia religiosa.
I primi luoghi di culto per i cristiani, le catacombe e le domus ecclesiae, erano utilizzate nel momento di maggior persecuzione del cristianesimo, che quindi trovava nei cimiteri sotterranei luoghi occulti per praticare le funzioni sacre.
Dal 313 in poi, la possibilità, di edificare propri edifici, fu sfruttata dai cristiani con l’edificazione di chiese, che mutuavano dall’edilizia romana due tipologie: la basilica e il mausoleo.
La basilica
La basilica era un edificio già inventato dai romani, ma non per scopi religiosi bensì civili: era in pratica una specie di tribunale. Aveva uno sviluppo longitudinale (in pratica aveva una forma rettangolare con una dimensione prevalente sull'altra), era diviso in più navate da file di colonne ed era coperto in genere con capriate lignee.
Alle estremità dei lati corti si aprivano verso l’esterno due spazi semicircolari, dette absidi.
La navata centrale, più larga, risultava anche più alta, rispetto alle laterali, così da permettere l’apertura di finestre nella parte superiore del muro, che illuminavano dall'alto lo spazio centrale.
Questo edificio derivava, a sua volta, dalle «basiliké stoá» di origine greca: i portici cioè che circondavano le agorà, le piazze delle città greche. I romani, nel creare la tipologia della basilica, altro non fecero che finir di coprire lo spazio tra i portici con colonne che sostenevano dei tetti di legno.
La basilica dei cristiani non differiva in nulla da quelle costruite dai romani: cambia solo la funzione. Se la scelta dei cristiani cadde sulla basilica, e non su un altro edificio, fu soprattutto per un motivo: a differenza del tempio classico, che era solo la casa del dio e a cui i fedeli non potevano accedere, la chiesa cristiana era anche la casa del popolo di dio, in cui tutti i fedeli dovevano poter accedere. Ecco quindi il motivo di scegliere come proprio edificio religioso la basilica, perché tra gli edifici noti era quello che consentiva di raccogliere al proprio interno il maggior numero di fedeli.
La basilica cristiana ha, pertanto, anch'essa un andamento longitudinale e l’ingresso, a differenza di quanto avveniva nelle basiliche romane, è sempre in uno dei lati minori.
E' preceduta da un quadriportico, cioè da uno spazio di forma pressoché rettangolare, con un porticato posto su tutti e quattro i lati. La porzione di porticato che corrisponde alla facciata della basilica è detta nartèce.
L’interno della basilica è diviso in navate da due o più serie di colonne. Anche nella basilica cristiana la navata centrale è solitamente più ampia e più alta delle laterali, per permettere l’inserimento delle finestre, e termina con un abside. Questa si compone di un semi cilindro, innestato sulla parete di fondo, sormontato da un quarto di sfera che prende il nome di catino absidale. Talvolta il corpo longitudinale è tagliato trasversalmente da una navata che prende il nome di transetto.
Se i due bracci del transetto sono più corti delle navate, la basilica si dice a croce latina, tipologia diffusa soprattutto in Occidente; se sono uguali e si innestano al centro delle navate, invece, si parla di edificio a croce greca, secondo una consuetudine diffusa soprattutto nell'Oriente cristiano. Se, infine, nella croce latina, il transetto è posto a circa 2/3 del corpo longitudinale, si parla di croce immissa (dal latino immittere, mettere dentro, cioè inserita all'interno); se è in fondo, di croce commissa (dal latino committere, mettere insieme) o di pianta a “T” (tau).
Il presbiterio è il luogo riservato al clero, posto in fondo alla navata principale di fronte al abside. Il presbiterio è solitamente separato dalla navata da un recinto in marmo, intagliato o traforato, che viene più propriamente detto transènna.
L'arco che congiunge la navata centrale al transetto è detto Arco trionfale e in mancanza di quest’ultimo, per arco trionfale si intende la porzione di parete che rimane attorno all'innesto dell’abside.
La basilica ha copertura composta da capriate lignee che, talvolta, sorreggono un soffitto piano composto da cassettoni in legno.
Alla varietà tipologica delle basiliche si affiancava una varietà anche delle funzioni:
le basiliche cattedrali erano quelle in cui celebrava il vescovo,
le basiliche cimiteriali o martyria erano quelle destinate al culto dei martiri, meta di pellegrinaggi. Spesso queste ultime avevano un deambulatorio, a continuazione delle navate laterali dietro il presbiterio, che consentiva l'accesso dei fedeli alle reliquie, di solito conservate sotto l'altare.
Tipico edificio cristiano è il battistero, che ospitava la vasca con l'acqua per il rito del battesimo per immersione: per analogia con gli ambienti termali, la pianta assunse una forma circolare o poligonale.
Il mausoleo
Non tutte le chiese avevano le stesse esigenze liturgiche: alcune erano costruite solo per conservare il sepolcro di un santo, o per ricordare il luogo di un evento miracoloso o simbolico. In questo caso, avendo minor esigenza di raccogliere masse di fedeli, la Chiesa si orientò verso la tipologia dei mausolei romani: costruzioni, per lo più rotonde, che servivano a sepolcro di un personaggio importante.
Inizia così la differenziazione, negli edifici religiosi, tra quelli a pianta longitudinale e quelli a pianta centrale. I primi, come nel caso delle basiliche, hanno una dimensione prevalente sull'altra; i secondi, come i mausolei, hanno forma geometrica più regolare, tendente ad avere dimensioni uguali su tutti i lati, quali il cerchio, il quadrato, l’esagono, l’ottagono, e così via.
Benché entrambe le tipologie sono state praticate in occidente e in oriente, si nota una certa preferenza, da parte dell’impero bizantino, per le tipologie a pianta centrale.
Tra il V e VI secolo, in seguito alla caduta dell’impero romano d’occidente (476) e alle calate dei barbari, in occidente si creò una netta soluzione di continuità nelle esperienze artistiche.
Le chiese costruite in oriente tendevano sempre alla pianta centrale, anche quando ebbero degli sviluppi più allungati. In questa preferenza si nota un diverso atteggiamento culturale: si rivestiva di maggior significati simbolico-allegorici l’edificio religioso, di quanto non avveniva in occidente, dove l’esigenza funzionale ebbe in genere il sopravvento.
I cambiamenti formali delle chiese occidentali registrarono, poi, in maniera molto sensibile le variazioni delle liturgie. Le chiese bizantine o ortodosse (dall’anno mille la chiesa d’oriente si scisse da quella romana per seguire una diversa impostazione liturgica) rimangono invece più simili a se stesse, pur nel corso di numerosi secoli, per un atteggiamento sicuramente più tradizionalista ma anche più legato all’immutabilità come principio di identità.