CONOSCIAMO CHOPIN
Fryderyk Franciszek Chopin nasce a Zelazowa Wola (Varsavia, Polonia) il giorno 22 febbraio 1810 e subito dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce a Varsavia dove Fryderyk studia pianoforte, a otto anni inizia a comporre spartiti e a nove dà il suo primo concerto.
Durante gli ultimi diciotto anni della sua vita si esibì pubblicamente solo trenta volte.
Terminati gli studi con il compositore J. Elsner, amico e maestro per tutta la vita; Fryderyk inizia nel 1829 la sua carriera di prodigioso pianista e si ispira agli eventi storici e politici della Polonia.
Nel 1830 Chopin si trasferisce in Austria a Vienna con la sua famiglia che a causa della situazione politica in Polonia attraversa tante difficoltà, anche economiche.
Nel 1831 andò a vivere a Parigi, in un ambiente più rilassato, dove incontra grandi artisti. La sua fama di pianista cresce subito e anche se i concerti in pubblico saranno pochi, dato che Chopin non amava la folla, basteranno a far conoscere il suo stile appassionato e malinconico.
Comincia a frequentare i più prestigiosi salotti culturali di Parigi, frequentati ovviamente dai più importanti personaggi della vita francese. La fama cresce ancor di più e in uno di questi salotti conosce la scrittrice George Sand, che diventerà molto importante sia nella sua arte che nella vita.
Fryderyk si ammala e si trasferisce con Sand nel 1838 nell'isola di Maiorca per guarire da una lunga influenza. Egli attraversa una profonda depressione e in questo periodo tormentato compone dei Preludi. Il clima umido peggiora la sua salute a causa della tubercolosi polmonare.
Nel 1847 ha fine il legame di Chopin con Sand e va in Inghilterra dove a Londra tiene il suo ultimo concerto; infine torna a Parigi l’anno dopo in pessime condizioni fisiche e con problemi economici. Morirà nel 1849.
Chopin è definito musicista "romantico", per la sua malinconia perché trovò l’espressione dei suoi sentimenti attraverso il pianoforte con melodie semplici ed eleganti.
La “notturna malinconia” di Chopin.
La notte è l’ispirazione del compositore che realizza otto raccolte dei Notturni e tre numeri singoli, che comprendono in totale ventuno brani.
Chopin Nocturne e Flat Major Op.9 No.2 .
Il “Notturno Op. 9 in Mib maggiore” è una composizione per pianoforte di Chopin composta fra il 1829 e il 1830.
Perchè è speciale?
La melodia è romantica e sognante. L’accompagnamento sempre uguale è affidato alla mano sinistra del pianista, mentre la mano destra esegue sfumature di estrema delicatezza. Il tema iniziale si ripete nella composizione, sempre più ricco di nuovi elementi melodici.
La melodia di Chopin è come un racconto, molto apprezzato sia dai critici che dagli amatori. E anche a me piace molto quindi ho pensato di suonarne un piccolo pezzo per voi.
Cliccando sul file qui di fianco potrete ascoltare una parte del brano Notturna di chopin suonata da me al pianoforte. Buon ascolto!
Giulia Radatti
Classe 1A
(Secondaria di Primo Grado)
Ad un anno esatto dall'ultima prova di Coppa del Mondo, la scherma internazionale prova a ripartire. "Non nascondiamo l'emozione - ammette il commissario tecnico della nazionale azzurra di sciabola Giovanni Sirovich - c'è tanta voglia di tornare in pedana, di confrontarsi con gli altri e di verificare la condizione, dopo questo lungo periodo di assenza dalle competizioni internazionali". "C'è anche quello spirito di prudenza - ammette Sirovich - che sarà necessario per affrontare un appuntamento nel pieno di un'emergenza sanitaria mondiale".
Ma proviamo adesso a fare un viaggio alla scoperta di questo sport così antico e affascinante.
La parola scherma" deriva da "schermire" verbo che ha come significato l'atto del ripararsi, del difendersi. Alcuni studiosi fanno derivare tale termine dal tedesco arcaico "skirmen", che vuol dire proteggere e, per sinonimia, difendere o difendersi.Fino ai primi anni del Novecento, il duello era il mezzo per risolvere alcune controversie tra due persone. Solo nel 1600 fece la sua comparsa il fioretto. P
CARATTERISTICHE DEL FIORETTO
Si colpisce solo di punta
Il peso dello strumento deve essere inferiore a 500 g
La lunghezza non può superare i 110 cm; la lama ha una sezione rettangolare e non può superare i 90 cm.
La punta elettrica , dotata di un pulsante e di una molla, deve essere in grado di respingere un peso di 500 g
E’ un’arma convenzionale e quindi è soggetta a un regolamento ben preciso.
Chi attacca ha diritto ad aggiudicarsi la stoccata se colpisce il bersaglio valido. In tal caso lo schermidore guadagna un punto. Tale priorità però passa all’avversario se riesce a deviare l’attacco. Se poi a sua volta colpisce gli viene assegnato il punto.
Chi subisce l’attacco ha l’obbligo di parare, prima di vibrare il colpo; se ciò non avviene il punto viene assegnato a chi attacca
Il bersaglio valido è costituito dal tronco, quindi i colpi non validi sono gli arti o il capo
L’attaccante, prima di toccare, ha l’obbligo di deviare l’arma dell’avversario.
INFRAZIONI
Mancato saluto
Fare accordi con l’avversario
Rivolgere le spalle all’avversario
Presentarsi con attrezzature non idonee
Doping
Togliersi la maschera senza il permesso dell’arbitro
L'ATTREZZATURA
Maschera
Divisa
Corazzetta sotto la giacca
Guanto
Fioretto
Passante elettrico
Giubbetto elettrico
Calzettoni bianchi o colorati
Scarpe da scherma
Sicuramente in uno sport del genere sono di fondamentale importanza il tempo, la velocità e la misura.
L'epoca d'oro fu quella della Scuola Magistrale Militare di Roma (1884) diretta da Masaniello Parise con Carlo Pessina e Salvatore Pecoraro, a cui seguirono i maestri Agesilao Greco, Candido Santone e più tardi Giuseppe Mangiarotti. Fu in questo secolo che gli schermidori si allenano fino a nove ore al giorno, affiancando all'esercizio e studio della tecnica e all'agonismo della scherma, la pratica di ginnastica e di attrezzi, precorrendo di molti decenni gli attuali sistemi di allenamento.
La contemporanea nascita nel 1913 della Federazione Internazionale di Scherma (FIE) e lo svolgersi delle Olimpiadi fecero sì che la scherma si trasformasse da semplice concetto di arte in un vero e proprio sport da combattimento.
Le Olimpiadi di Anversa del 1920 incoronano Nedo Nadi come leggenda della scherma per la conquista di ben cinque medaglie d'oro olimpiche: fioretto individuale ed a squadre, sciabola individuale ed a squadre e spada a squadre.
In cento anni di storia delle olimpiadi da Parigi 1900 a Sydney 2000, la scherma italiana è salita ben cento volte sul podio. Ad Atene si è raggiunta quota 107 medaglie, implementata a 114 con le 7 conquistate a Pechino2008, per poi giungere alle 121 totali grazie ai sette podii ottenuti sulle pedane di Londra2012.
Ad oggi il medagliere azzurro si attesta a quota 125, in virtù delle 4 medaglie conquistate nell'edizione dei Giochi Olimpici di Rio2016, grazie a Daniele Garozzo, Elisa Di Francisca, Rossella Fiamingo ed alla Nazionale di spada maschile.
Un record di eccezionale spessore per una disciplina che vanta di essere l'unica in Italia ad aver conquistato così tante medaglie olimpiche e che contribuisce ad accrescere sempre più il prestigio internazionale di tutto lo sport italiano. La prima medaglia azzurra fu quella di Antonio Conte, oro nella sciabola maestri a Parigi agli albori del ventesimo secolo. Fu confermata tale dopo un lungo iter per la discussa vittoria in quanto maestro e non dilettante, nonostante l'ammissione di assalti di fioretto, sciabola e spada "pour amateurs e professeurs" da parte dello stesso Pierre De Coubertin, fondatore delle moderne Olimpiadi.Tra la prima e l'ultima medaglia conquistata con medesimo sacrificio, costante preparazione, forte determinazione e classe genuina da parte di ogni singolo atleta, c'è una passerella fatta di grandissimi nomi della scherma italiana: dalle storiche medaglie d'oro di Nedo Nadi alle 16 medaglie dei fratelli Mangiarotti (13 del grande Edoardo e 3 di Dario), dalle travagliate medaglie a squadre all'altrettanto storica tripletta con il podio monocolore azzurro a Londra2012 nella prova di fioretto femminile individuale vinta da Elisa Di Francisca, con Arianna Errigo medaglia d'argento e Valentina Vezzali bronzo.
Le emozioni più recenti sono legate ai ricordi in terra brasiliana, con il successo di Daniele Garozzo nella gara di fioretto maschile individuale, che ha riportato l'oro in Italia a distanza di 20 anni, e le medaglie d'argento conquistate da Elisa Di Francisca nel fioretto femminile, Rossella Fiamingo nella spada femminile e dalla Nazionale azzurra di spada maschile composta da Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera ed Andrea Santarelli.
Ma l'indiscusso prestigio mondiale della scherma italiana passa anche attraverso altre cifre estremamente significative: le 319 medaglie conquistate ai Campionati del Mondo Assoluti a partire dal 1921, le 217 nel Campionato del Mondo Giovani dal 1950, le 105 nel Campionato del Mondo Cadetti a partire dal 1987, le 200 ai Campionati Europei.
Numeri questi che dimostrano come la realtà della scherma italiana si sia affermata a livello mondiale e come la scuola italiana goda di numerosi riconoscimenti per gli innumerevoli traguardi raggiunti nel corso di tutta la sua storia.
Classe 3E
(Secondaria di Primo Grado)