Come eravamo

OMAGGIO A SIRO D'AMICO

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moderno zaino scolastico

Tre generazioni a confronto

degli studenti della V B Primaria e I B Secondaria

In occasione del progetto continuità tra le classi quinte della scuola Primaria e le classi prime della Scuola Secondaria di Primo Grado abbiamo letto la poesia "La borsa...zaino de' figliumo" scritta in dialetto fiuggino da Siro D'Amico.

Questa poesia parla dello stupore di un genitore vedendo il figlio inserire molto materiale scolastico nel suo zaino. Il genitore pensa che così il figlio debba andare in guerra e commenta che per andare a scuola non ci vuole più l'intelligenza ma siano necessarie delle spalle robuste.

Questo testo ci ha fatto riflettere e ci ha portato a raccogliere alcune informazioni facendo interviste sia ai nonni che ai genitori e abbiamo messo a confronto tre diverse generazioni: la nostra, quella dei genitori e quella dei nonni. Da questo confronto sono emerse informazioni interessanti che dimostrano come la scuola sia cambiata nel corso degli anni. Innanzitutto i nostri nonni frequentavano classi separate e indossavano i grembiuli nei vari cicli scolastici: per le femmine erano di colore nero o bianco con il colletto in plastica e fiocco rosa o bianco, mentre i maschi indossavano una blusa nera. Oggi, come per i nostri genitori, i grembiuli vengono usati solo nella scuola Primaria e sono bianchi per le femmine e blu o neri per i maschi.

L'altro argomento su cui sono state notate differenze importanti è quello delle punizioni. È emerso che i nonni venivano puniti in modo severo sia dagli insegnanti sia dai genitori. Le punizioni consistevano in bacchettate sulle mani, oppure nell’essere messi in ginocchio sul granturco o sui legumi. I genitori, invece, venivano puniti con le bacchettate. La nostra generazione viene punita con le note disciplinari sul diario o sul registro di classe.

Anche l'orario scolastico si è modificato nel corso degli anni: i nostri nonni, infatti, uscivano da scuola verso le 12,30; i nostri genitori alle 12.45 o alle 13.30, noi alle 13.15, alle 14.15 e a volte anche alle 16.15. Molte differenze sono state evidenziate circa il materiale scolastico, il tipo di borse usate e i libri di testo. È emerso che i nonni usavano spago, elastici o cartelle di pelle, di cartone, di plastica e a tracolla. Nelle cartelle, preparate di sera e con molta cura, mettevano uno o due quaderni con copertina nera, uno per la brutta copia e uno per la bella, il pennino per l’inchiostro fino a che non sono uscite le biro, penne, colori e astucci di legno. Sui banchi, generalmente a due posti e inclinati, c'erano un foro per il calamaio e una scanalatura per appoggiare il pennino. Per i calcoli matematici usavano il pallottoliere. I nostri genitori, invece, per portare i libri utilizzavano elastici, cartelle, tolfe di cuoio e zaini a tracolla; l’uso dell’uno o degli altri dipendeva dalla quantità di libri da portare. Nelle borse, preparate dopo aver studiato, mettevano i quaderni, l’astuccio e più libri, perché loro, a differenza dei nonni che avevano solo il sussidiario, avevano libri per ogni materia. La nostra generazione, invece, usa quasi esclusivamente zaini nei quali si possono trovare libri e quaderni per ogni materia, astucci con diversi tipi di colori, penne e matite ed è sempre presente il diario.

I nostri sono gli zaini più pesanti delle tre generazioni a confronto ed è questo un tema assai dibattuto all’inizio di ogni anno scolastico, perché si teme che il peso eccessivo possa provocare danni. Ma è davvero così? Zaini troppo pesanti possono provocare danni? Possono causare scoliosi, mal di schiena e altre patologie? In base alle nuove conoscenze è emerso che nel corpo in crescita di un adolescente, la colonna è in continuo sviluppo e quindi non è in grado di sostenere uno zaino pesante, perché potrebbe provocare dolori alla schiena, influire sulla postura, sull’equilibrio e sulla deambulazione e, in alcuni casi, accentuare il problema della scoliosi. Per questo motivo il Consiglio Superiore di Sanità ha introdotto alcune direttive per ridurre i rischi legati agli zaini pesanti: innanzitutto ha stabilito che il peso dello zaino non deve superare il 10-15% del peso corporeo; inoltre lo zaino dovrebbe essere indossato in modo corretto facendo sì che il carico venga ripartito simmetricamente sul dorso. C’è poi chi dà indicazioni per individuare lo zaino perfetto: schienale rigido, spalle larghe, cinturina da legare in vita.

Un altro modo per limitare i rischi potrebbe essere l’introduzione a scuola dell’e-book, ossia il libro digitale, leggibile attraverso un e-book reader o uno smartphone, un tablet o un computer. Un solo e-book reader può contenere più di 500 libri. Certo un e-book non potrà mai sostituire il piacere di sfogliare le pagine di un libro o riprodurne il profumo, ma è leggero, evita il disboscamento per la produzione di carta ed è economico. Quindi dove sta la ragione? È giusto dire che non ha ragione nessuno e nessuno ha torto. L’introduzione della tecnologia a scuola può essere una scelta positiva e rivelarsi molto utile, ma non dovrà mai sostituire completamente né i libri né la figura dell’insegnante.

bambini che giocano con le biglie

Giochi de uttri

degli studenti della I D Secondaria

Noi ragazzi della classe ID della scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo di Fiuggi, in questo anno scolastico abbiamo preso parte insieme a tutte le classi prime e a tutte le classi quinte della scuola primaria, al progetto “Continuità”. È un progetto tra classi ponte dei vari ordini di scuola per far conoscere le attività che si faranno nella scuola in cui si andrà dopo, attraverso incontri e lavori di gruppo.

La nostra classe ha lavorato insieme alla classe VC della scuola primaria a un argomento molto interessante: i giochi, quelli del passato e quelli di oggi. Tutto è partito dalla lettura di una poesia dal titolo “Giochi de Uttri” scritta in dialetto fiuggino dal poeta Erio Alessandri , che parla dei giochi che facevano un tempo i bambini. Il giorno 23 novembre 2018 nell’aula Magna della scuola media si è svolto un incontro tra noi e i ragazzi della VC nel quale è stata letta la poesia, è stata spiegata e commentata. I nostri compagni di V, che avevano già cominciato a lavorare sul testo, ci hanno spiegato in cosa consistevano i giochi citati nella poesia. In essa si faceva riferimento a giochi come sardagnello, marunciglio, ruzzichetta, picchio, lippa ed altri, che oggi non si fanno più o che vengono chiamati in un altro modo. Guidati anche dalle nostre insegnanti, abbiamo riflettuto e discusso sull'argomento. Quello che è venuto fuori dai nostri interventi è stato che sicuramente i giochi del passato erano più creativi, stimolavano la fantasia, per lo più si svolgevano all'aperto ed erano giochi di gruppo. I giochi che pratichiamo oggi spesso li facciamo da soli e chiusi in casa.

Dopo quell'incontro, insieme alla nostra insegnante di lettere abbiamo deciso di approfondire l’argomento e di conoscere i giochi che facevano da piccoli i nostri nonni e i nostri genitori. Così abbiamo realizzato un questionario di dieci domande da somministrare loro. Ognuno di noi lo ha somministrato ai propri parenti. Quando tutti abbiamo riportato i questionari con le risposte, è iniziato il lavoro di raggruppare tutte le risposte e di fare delle classifiche. Ci è voluto del tempo per analizzare tutte le risposte; da gennaio fino ad aprile ogni venerdì abbiamo dedicato un’ora a questo progetto. Alcune delle domande proposte sono state: quali giochi facevi? Quali giocattoli avevi a disposizione? Di quale materiale erano fatti? Quanto tempo dedicavi al gioco? Quali erano i luoghi in cui giocavi? Secondo te, erano meglio i giochi del passato o quelli di oggi? Dalle risposte di nonni e nonne è emerso che i giochi più praticati erano: cavallo lungo, sfide con le biglie, calcio, giochi con la corda; e le nonne giocavano soprattutto a campana, con i sassolini e con le bambole. I materiali con cui erano costruiti i loro giochi (pochi rispetto a quelli che abbiamo noi oggi) erano soprattutto legno, stoffa, alluminio colorato, gomma, fil di ferro. Di solito dedicavano al gioco 2/3 ore nel pomeriggio dopo i compiti e d’estate anche 1/2 ore dopo cena. I giochi si svolgevano all'aperto: nei vicoli, nelle piazzette, nei prati e in parrocchia; quasi mai al chiuso, tranne quando il tempo era brutto. Alla domanda se preferiscono i giochi di oggi o i loro, tutti i nonni hanno risposto che erano meglio i giochi di una volta.

Le risposte dei nostri genitori sono state le seguenti: i papà giocavano a calcio, con le figurine, con i soldatini, con la bici e a nascondino; le mamme con le bambole, a campana e a nascondino. Avevano a disposizione molti più giocattoli dei nonni, come le costruzioni, i giochi da tavolo (monopoli, puzzle) e i primi game boy. Il materiale più diffuso per i giochi era la plastica. Di solito dedicavano al gioco 3/4 ore al giorno, di pomeriggio, dopo i compiti. I nostri genitori giocavano per lo più all'aperto: in strada, nei vicoli, nelle piazzette, nei prati e all'oratorio. Alla domanda se preferiscono i giochi di oggi o quelli del passato, hanno risposto che erano meglio i giochi del passato.

Dopo aver messo ordine alle risposte dei questionari, abbiamo pensato che per concludere il lavoro sarebbe stato interessante proporre un questionario, non proprio uguale a quello dei genitori ma simile, anche ai nostri compagni di VC. Ognuno di noi, o a gruppi di due avremmo posto le domande ai singoli alunni. Il 22 marzo 2019, insieme alla nostra insegnante di lettere, siamo andati alla scuola primaria per fare l’intervista. Abbiamo incontrato i ragazzi della VC in aula LIM, erano 10 maschi e 8 femmine. Alcune delle domande che abbiamo rivolto loro sono state: che giochi fai di solito? Ti vengono regalati spesso dei giochi? Di quale materiale sono fatti? Quante ore dedichi al gioco durante la giornata? Quali sono i luoghi in cui giochi? Secondo te sono meglio i giochi di oggi o quelli del passato? Fatta l’intervista, in classe abbiamo lavorato sulla raccolta di tutti i dati. È emerso che i giochi più diffusi tra i maschi sono: il calcio, il basket e i video giochi (Minecraft, Fortnite, Dragon Ball, Clash Royale). Le femmine giocano con la bici, con i pattini, con il tablet e il cellulare e anche ai videogiochi (Minecraft). Oggi si ricevono spesso dei giochi in regalo e non solo in ricorrenze particolari. Sono molto diffusi i giochi elettronici e lo stesso cellulare può essere usato per fare dei giochi e ascoltare musica. Il tempo che si dedica al gioco sono 2/3 ore al giorno dopo aver fatto i compiti; si gioca in ambienti chiusi soprattutto a casa; in primavera e in estate si va a giocare anche al parco o in piazza. Alla domanda se preferiscono i giochi “ di oggi” o quelli “di ieri”, tutti hanno risposto: quelli di oggi!

È stato un progetto interessante quello a cui abbiamo partecipato, che ci ha permesso di lavorare insieme, di scambiarci informazioni. Anche noi ragazzi di ID ci siamo fatti un’idea riguardo ai giochi che facciamo oggi e a quelli che facevano i nostri nonni e i nostri genitori. Sono più coinvolgenti le nostre attività di svago o lo erano di più quelle di un tempo? Non ci sentiamo di dare una risposta netta perché secondo noi ogni epoca ha delle caratteristiche positive e alcune negative e lo stesso vale per i giochi.

cover Fortnite

Ai tempi dei nonni

degli studenti della V C Primaria

Quest’anno la nostra classe ha partecipato al progetto continuità con la scuola secondaria di primo grado, scegliendo di lavorare sulla poesia “giochi de uttri” scritta in dialetto dal poeta fiuggino Erio Alessandri . Questa poesia descrive i giochi che facevano i nostri nonni.

Ai tempi dei nostri nonni i giochi più diffusi erano: “sardagnello” (il salto della cavallina), “battimuro” (che si faceva con i tappi delle bottiglie o con delle monete e consisteva nel tirare verso il muro una moneta e dopo il rimbalzo quella più vicina al muro vinceva), “ruzzichetta”, “picchio”, “lippa” , santiglio e salto con la corda; tutti giochi che si svolgevano all'aperto e con materiali poveri e che chiunque aveva a disposizione.

Abbiamo riscontrato delle differenze importanti tra i giochi di un tempo rispetto a quelli odierni anche se ognuno con aspetti che li rendono unici.

La differenza certamente più evidente è che la socialità era più sviluppata in passato e il concetto di stare all'aperto a giocare era la normalità.

Un’altra differenza che abbiamo notato è che oggi le femmine rispetto ai maschi giocano sia all'interno che all'esterno (uscendo con le amiche a fare una passeggiata in città, fare shopping oppure mangiare una cosa insieme). Quindi oggi i maschi e le femmine svolgono giochi differenti mentre nel passato giocavano insieme praticando le stesse attività.

Oggi, è molto ricorrente tra i maschi giocare stando al chiuso in solitudine con strumenti elettronici, invertendo e stravolgendo il vecchio concetto di gioco all'aperto. Si preferisce cosi stare chiusi in casa davanti a uno schermo, cimentandosi in giochi anche violenti, anziché trascorrere il proprio tempo libero all'aria aperta anche solo facendo una passeggiata.

Uno dei giochi più diffusi oggi tra noi ragazzi è “Fortnite” tanto noto quanto deleterio per le sue tendenze aggressive.

La sua struttura tende a immedesimare il giocatore in un mondo virtuale fatto di ambienti realistici (natura, città, palazzi) con personaggi che si travestono assumendo diverse fisionomie: ad esempio Jack O' Lantern, che si rifà alla leggenda di Halloween, operazione zabaione, un elfo natalizio, il coniglio incursore, (ragazzo travestito da coniglio rosa). Si può giocare da soli o in gruppo online e lo scopo è quello di battere tutti gli avversari rimanendo così un solo giocatore che sarà il vincitore della partita.

Una conseguenza negativa è che si crea dipendenza da questi strumenti trascorrendo anche diverse ore davanti ai giochi, con ripercussioni negative per lo sviluppo cognitivo e motorio della persona.

In conclusione possiamo dire che per alcuni aspetti erano migliori i giochi di una volta perché non esistendo alcuna forma di tecnologia maschi e femmine trascorrevano insieme più tempo e forse ci si divertiva di più.