Castagne tra tradizioni e ricette

manifesto castagne insieme

"Castagne insieme"... a Fiuggi

degli studenti della V B Tempo Pieno Primaria

Grazie al patrocinio del Comune di Fiuggi e alla Pro Loco di Fiuggi, il 14 ottobre 2018 a Fiuggi, in Piazza Trento e Trieste, si è svolta la terza edizione della bellissima manifestazione “Castagne Insieme”, una giornata all’insegna delle caldarroste e del divertimento, organizzata dal Movimento Pro Sanctitate, che opera a livello cittadino e diocesano, a sostegno di attività educative per i ragazzi. Il ricavato infatti è stato devoluto per la formazione dei giovani e per gli animatori del Sicomoro.

La festa ha avuto inizio con l’apertura del mercatino dell’artigianato e delle curiosità. Alle dieci hanno avuto inizio i giochi popolari, aperti a persone di ogni età: il tiro alla fune, il tiro alle pignatte, la corsa con l’uovo… e tante altre divertenti sfide.

Successivamente la Pro Loco ha presentato un interessante incontro culturale sulla castagna: si è parlato dei benefici, delle tradizioni legati a questo frutto, dei castagneti di Fiuggi e dei progetti per il futuro.

I più piccini sono stati felicemente intrattenuti dal Mago Pagliaccio Cipollone, un divertente pasticcione.

Nel pomeriggio si sono svolti gli eventi musicali, grazie ai gruppi Electric Socks e Saltapizzica. È stato bello vedere tanta gente ridere, ballare, mangiare e divertirsi insieme.

Al prossimo anno!

castagna di ippocastano

Le interviste: le castagne nei ricordi dei nostri genitori e dei nostri nonni

degli studenti della V B Tempo Pieno Primaria

Quando abbiamo proposto ai nostri nonni e ai nostri genitori di rispondere ad alcune domande sui loro ricordi relativi alle castagne, tutti hanno partecipato con grande entusiasmo e qualcuno si è perso dentro ai ricordi!

Ecco cosa ci ha raccontato la mamma di Filippo:

- Quando ero piccola si andava in gruppo con gli amici a raccogliere le castagne nel bosco, a Fiuggi Fonte. Ci portavamo la merenda perché si tornava tardi. Il giorno della sagra delle castagne, andavo in Piazza Trento e Trieste per assaporare le caldarroste che venivano distribuite gratuitamente da persone vestite con tipici abiti ciociari. Era una vera festa!...

Stefania, la mamma di Enrico ricorda:

- Durante la sagra si accendeva un grande. Le castagne venivano messe in un barile di ferro tutto bucherellato che veniva posto sul fuoco e girato continuamente. Quando le castagne erano cotte ci si metteva in fila e la fila era molto lunga perché c’era tanta gente! Nel frattempo veniva suonata una musica popolare, si cantavano gli stornelli e si facevano balli folcloristici.

Nonno Biagio, il nonno di Alice, amava molto andare a raccogliere le castagne con i suoi amici:

- Ogni anno in ottobre, quando le castagne erano pronte per essere raccolte, andavamo in mezzo ai boschi e facevamo cadere i ricci dall’albero con dei bastoni. Poi si schiacciavano con i piedi per aprirli e tirare fuori i frutti senza pungersi. Le castagne si tenevano in acqua 10 giorni (la concia) e poi si mettevano ad asciugare; questo permetteva che si conservassero a lungo. In mancanza di farina di grano facevamo seccare le castagne per farne una farina! Per questo le castagne nelle zone di montagna erano chiamate “pane dei poveri”.

La signora Consiglia, la bisnonna di Loris, da anni utilizza le “castagnacce” come rimedio naturale contro il raffreddore:

- In Via Vecchia Fiuggi, in località Il Ponte (di fronte all’attuale Hotel Squarciarelli), c’era un grande castagno. Un giorno lì vicino vidi il Maresciallo Fantastichini, padre dell’attore e dello scultore, nonché comandante all’epoca della caserma dei Carabinieri di Fiuggi, stava raccogliendo le castagne. Lo osservai per un po’, poi lo chiamai gli dissi che quelle castagne non erano buone da mangiare. Lui mi rispose che non voleva mangiarle, ma utilizzarle contro il raffreddore. Mi rivelò il suo segreto: bastava riporne un bel mucchietto sull’armadio per tutto l’inverno per evitare quel malanno! Da allora lo faccio ogni inverno, ed ho trasmesso questa abitudine ai miei figli, ai miei nipoti e ai miei pronipoti!

La nonna di Giuseppe, che non è da meno, ha aggiunto:

- Noi tenevamo una castagnaccia in tasca per prevenire il raffreddore. E d’inverno, la sera ci mettevamo intorno al camino e cuocevamo le caldarroste in una vecchia padella bucata. Prima di metterle sul fuoco la mamma le incideva con un coltello, altrimenti scoppiavano e quando erano cotte le sbucciavamo tutti insieme e le mani ci diventavano nere!

La nonna di Alex ricorda con piacere i momenti passati nei boschi di Fiuggi in autunno:

- Delle castagne non si buttava via niente: i ricci venivano messi nelle sacche di iuta e successivamente usati come combustibile nel camino, i frutti li mettevamo nel cesto di vimini, il “manicuto”; una parte la mettevamo a cuocere sulla stufa a legna in una pignatta di coccio piena d’acqua con le foglie d’alloro e un po’ di sale, in fiuggino le chiamavamo “valeni”, un’altra parte la facevamo asciugare al sole o nei forni, le sbucciavamo e poi le bollivamo per conservarle meglio. Queste ultime erano chiamate “nfornarelle”.

La nonna di Enrico e di Loris, Antonietta, come le altre nonne, che di giocattoli ne avevano molto pochi, ricorda che quando nei ricci trovavano i “cuppelicchi”, castagne vuote, ne staccavano il gambo sostituendolo con un bastoncino e, dopo aver tolto le spine, ottenevano un “cucchiarino” per giocare.

Le castagne erano anche oggetto di baratto, quando di soldi non ne giravano molti, come ci racconta il nonno di Lorenzo Maggi:

- Spesso barattavamo le castagne, che da noi crescevano in abbondanza, con la legna fornita dagli abitanti di Trevi nel Lazio i quali non avevano castagne.

Ha poi aggiunto un’importante raccomandazione:

- Ricorda che la migliore qualità di castagne fiuggine è l’ ”enzeta”!

Il nonno di Lorenzo Trinti invece ricorda che, ai suoi tempi, i castagni erano importanti anche per il legname:

- I boschi di castagno venivano tagliati ogni 25 anni, così i guadagni potevano essere investiti nella città. A Fiuggi c’erano molti boscaioli e maestri d’ascia i quali, con grosse seghe a mano e accette, squadravano i grossi tronchi per farne le strutture dei tetti; con il legname più piccolo si facevano porte, finestre, tavoli, …

Il padre di Giulia e nonna Angela ci hanno recitato un detto fiuggino:

- N’ fa mai iu cunto co tre castegne a cardo, chè poi so tutti cuppelicchi”, che significa “non si deve essere troppo ottimisti nel fare previsioni, perché si rischiano brutte sorprese.”

fettuccine di castagne

L'uso delle castagne

degli studenti della I C Secondaria

Nel periodo dei nostri nonni, cioè nel secolo scorso, l'utilizzo delle castagne era importante perché venivano utilizzate per vari motivi: per fare la farina di castagne o cotte alla brace, le famose “caldarroste” gustate intorno al fuoco familiare con un bicchiere di vino, e nelle famiglie più benestanti come dolci arricchiti con miele e cioccolato.

All'inizio del secolo scorso le castagne venivano utilizzate come tipo di alimentazione basilare, soprattutto dai soldati che le portavano in piccoli zainetti di tessuto detti “tascapane”.

Oggigiorno le castagne vengono utilizzate perlopiù nell'industria dolciaria, come i famosissimi marron glacé e farine per paste rinomate. Ho avuto la grande fortuna di assaggiare delle fettuccine con farina di castagne e funghi porcini: erano buonissime!!!!

Una ricetta tipica è il castagnaccio:

Unire 500 g di farina di castagne, un litro di latte e 500 ml di acqua. Mescolare con una frusta per sciogliere i grumi. Aggiungere tre cucchiai di zucchero, tre cucchiai di olio di evo, un pizzico di sale, dell' uvetta sultanina e dei pinoli. Versare il composto in una teglia oleata. Infine infornare a 180° per circa un' ora.

Io sono nata a Wrexham una cittadina che si trova tra Liverpool e Manchester, dove nascono i Kellog's. Lì una ricetta tipica è la torta a strati di cioccolato alle castagne. Questa torta è la migliore quando viene servita il giorno stesso in cui viene preparata.

Ingredienti: una noce di burro, 200 g di castagne, una tazza di zucchero, quattro uova grandi, mezzo cucchiaino di crema di tartaro, una tazza di farina setacciata,mezza tazza di farina di castagne, due cucchiaini di lievito per dolci, mezzo cucchiaio di cannella, un pizzico di sale, mezzo bicchiere d'acqua, mezzo bicchiere d' olio di semi, 100 g di cioccolato fondente, crema pasticcera, ganache al cioccolato ed infine otto marron glacé.

Preparazione: montare a neve i bianchi d' uovo e lo zucchero. Setacciare insieme la farina, il lievito, la farina di castagne, la cannella, il sale e sei cucchiai di zucchero. Aggiungere i tuorli, l' acqua, l' olio e la vaniglia e mescolare per circa un minuto. Usando una spatola di gomma mescolare delicatamente la farina con la miscela dell' uovo. Distribuire uniformemente l'impasto in due teglie e cuocere a 180° per 30 min. Mettere il primo strato i pan di spagna su un piatto da portata. Usando una spatola distribuire uniformemente la crema pasticcera coprendo con l'altro strato di pan di spagna. Versare la ganache al cioccolato in modo che trabocchi sui bordi. disporre i marron glacé sulla torta distanziati uniformemente. Mettere la torta in un luogo fresco per permettere alla ganache di rassodare.

Questo era l' utilizzo delle castagne al tempo dei nostri nonni, era un motivo per stare insieme divertirsi chiacchierare e stare in comunità.

Una ricerca sulle castagne

degli studenti della I C Secondaria

FIORITURA: La fioritura avviene nel periodo di primavera, durante l’estate i fiori cadono, il seme comincia a crescere protetto dal riccio.

MATURAZIONE: La maturazione avviene durante il mese di settembre e ottobre, il riccio si apre e cadono le castagne, ogni riccio generalmente contiene due o tre castagne.

RACCOLTA: La raccolta avviene subito dopo, le persone si recano nel bosco e con dei cesti le raccolgono.

SELEZIONE: Una volta raccolte, vengono scelte; negli anni passati, quelle piccole e rovinate venivano usate come cibo per i maiali. Oggi vengono rimesse nel terreno dove si trasformano in fertilizzante naturale.

CONSERVAZIONE: Avviene con la concia (contenitore pieno d’acqua, che può essere sia di plastica che di legno), vengono immerse nell'acqua circa una settimana poi vengono scolate, messe ad asciugare al sole, infine vengono messe in cassette di legno coperte da foglie di felce e consumate durante l’inverno bollite o arrosto. Al giorno d’oggi possono essere private delle bucce e successivamente congelate e poi bollite. Nei paesi dove la raccolta è più abbondante, nel periodo autunnale si svolgono le sagre delle castagne, dove vengono esposti prodotti a base di castagne.

castagne nel riccio
dottore

Le castagne nella medicina

degli studenti della I C Secondaria

DAVVERO TENERE IN TASCA LE CASTAGNE CI AIUTA A TENERE LONTANO IL RAFFREDDORE?

Per tenere il raffreddore lontano ci sono delle ‘’CASTAGNE MATTE”. Infatti non tutte le castagne funzionano allo stesso modo. Questa magica proprietà è attribuita solo dalle castagne dell’IPPOCASTANO.

DOVE E QUANDO METTERLE?

Il metodo più comune è mettere le castagne matte nel cappotto per tutto il periodo freddo dell’anno. Alcune persone, invece, le tengono dentro l’auto, sulla scrivania, nella borsa, nello zaino ecc. La cosa importante è restare sempre nel raggio ‘’MAGICO’’ della castagna.

DA COSA DERIVA L’IDEA SUL LORO POTERE CURATIVO?

Il potere delle castagne anti-raffreddore è stato attribuito da generazioni. L’origine della credenza è probabilmente da attribuire ai reali effetti curativi che questo frutto possiede in medicina, effetti che furono scoperti grazie ai cavalli.

Le castagne matte sono infatti note anche come ‘’CASTAGNE DI CAVALLO’’. Mentre risultano tossiche se ingerite dagli umani, nei secoli passati fu scoperto e sfruttato il loro potere lenitivo nei cavalli affetti da asma e raffreddore.

QUINDI E' FALSO?

Probabilmente la credenza si deve al fatto che in antichità si usasse masticare la corteccia esterna delle castagne matte come rimedio immediato per il raffreddore. Per questo averne un paio in tasca poteva tornare utile. Oggi, tuttavia, sarebbe meglio evitare questa pratica, visto che le castagne dell’ippocastano si sono rivelate tossiche.


castagno

I frutti del castagno

una leggenda

degli studenti della V B a tempo pieno Primaria

Una leggenda narra che, tanti anni fa, il castagno era un albero molto triste, perché non aveva castagne da donare ai bambini.

Un giorno chiese alla fata verde di poter avere dei frutti come gli altri alberi. Lei gli promise che li avrebbe avuti, ma soltanto l’anno seguente.

Pochi giorni dopo il castagno vide che una famiglia di ricci era in pericolo, infatti un branco di cani la inseguiva per mangiarla; il castagno, che aveva buon cuore, fece nascondere i piccoli animali fra i suoi rami.

Quando la fata verde lo venne a sapere, tornò dal castagno e lo ricompensò riempendo i suoi rami di tanti frutti gustosissimi racchiusi in piccoli ricci tondi e spinosi.