recupero

Un sistema di recupero viene sempre espulso da una estremità della fusoliera, separando il modello in due parti di cui una di solito è l’ogiva. Normalmente l’estremità dalla quale viene espulso è quella anteriore, anche se esistono espulsioni del paracadute posteriori.

Nel caso in cui il paracadute non dovesse uscire, il modello mantiene la sua aerodinamica intatta e quindi precipita a punta in giù senza nulla che lo freni, raggiungendo velocità notevoli.

Ciò significa che il sistema di recupero è un'assoluta priorità e che non va in alcun modo sottostimato.

quali sono le parti che compongono questo sistema?

shock cord

Quando l’ogiva viene espulsa occorre un cavo che la tenga legata al resto del razzo. Questo cavo deve sopportare lo strappo esercitato dall’ogiva e successivamente la forza frenante del sistema di recupero.

A volte il modello viene recuperato in due parti separate, ognuna col suo sistema di recupero. Con questo sistema si evita di utilizzare una shock cord ma con modelli di piccole dimensioni aumenta il rischio di perdere una delle due parti del modello, e diventa più difficile seguire la discesa di due parti invece che una sola. In modelli di dimensioni molto grandi diventa quasi d’obbligo per evitare di utilizzare una shock cord di dimensioni improponibili e per evitare che le due parti urtino tra di loro.

aggancio per shock cord

Come la shock cord, anche il suo attacco al modello deve sopportare gli stessi carichi. Uno dei sistemi più usati nei piccoli modelli (fino a motori D) è un rettangolo in carta che si piega in tre e nel quale viene incollata una estremità della shock cord. Il tutto viene poi incollato nella parete interna del corpo del modello avendo cura di non creare un ostacolo all’uscita del paracadute. Un sistema più sofisticato utilizza un cavetto in kevlar da circa un millimetro di diametro incollato al supporto motore. Il cavetto in kevlar oltre ad essere molto robusto è ignifugo e quindi non si rovina con i gas della carica di espulsione. Al cavetto di solito viene legata la shock cord. Nei modelli di grandi dimensioni si usano occhielli a vite, o U in acciaio avvitati per lo più all’anello di centraggio anteriore in compensato.

protezione (wadding)

Serve per isolare il paracadute o altro sistema di recupero dagli effetti della carica di espulsione. La carica infatti genera gas caldi e proietta particelle incandescenti che rovinano il paracadute se non c’è nulla che le blocca.

attacchi per il paracadute

Il sistema di recupero viene fissato lungo la shock cord oppure all’ogiva. Il punto in cui si fissa è molto importante per assicurare la sua espulsione corretta. Il fissaggio del paracadute nei piccoli modelli può essere un semplice nodo mentre via via che crescono le dimensioni ed i pesi il fissaggio si realizza con moschettoni, anelli metallici, connessioni girevoli su sfere, e via di seguito.

metodi di espulsione

Qualunque sia il sistema di recupero scelto, è necessario espellerlo alla sommità del volo (apogeo). In pratica serve un meccanismo che apra il modello e getti fuori il sistema di recupero in modo rapido e sicuro. Il sistema utilizzato universalmente è basato su una piccola quantità di polvere che brucia rapidamente generando una pressione che garantisce una espulsione immediata e veloce. E’ anche possibile utilizzare sistemi meccanici, ma finora gli esempi sono stati rari.

Le tecniche utilizzate sono due:


esplusione comandata dal motore

E’ il metodo più classico e più antico. I primi motori per modelli spaziali utilizzavano già questo sistema che si è rivelato una carta vincente per la diffusione di questo hobby in quanto garantisce l’espulsione del sistema di recupero senza bisogno di inventare marchingegni che possono essere poco efficaci. In pratica il motore contiene una piccola quantità di una polvere che brucia con grande rapidità al momento dell’apogeo. I gas generati pressurizzano l’interno del modello facendo saltare via l’ogiva, o la parte prevista per separarsi, ed espellendo il sistema di recupero. Questo sistema è utilizzato in tutti i modelli di piccole e medie dimensioni, e spesso anche in modelli High Power di tipo semplice.

I motori vengono prodotti con tempi di ritardo diversi dopo il quale avviene l’espulsione. Il ritardo va scelto con cura in modo da ottenere l’espulsione all’apogeo. Se il ritardo fosse troppo breve il paracadute uscirebbe mentre il modello sta ancora viaggiando ad alta velocità strappandosi o rovinando il modello stesso. Se il ritardo fosse troppo lungo il paracadute uscirebbe quando il modello ha superato l’apogeo e sta riguadagnando velocità cadendo verso terra, e anche in questo caso si strapperebbe.

Questo problema è meno rilevante nel caso di recupero con nastro grazie alla resistenza aerodinamica inferiore a quella di un paracadute. Tuttavia se l’espulsione è eccessivamente anticipata o ritardata anche un nastro può strapparsi o rovinare il modello.

Nei modelli di dimensioni maggiori ed High Power la scelta accurata del ritardo è particolarmente importante perchè le forze che agiscono sui paracadute sono molto elevate.

espulsione elettronica

Utilizza dei dispositivi elettronici studiati per comandare l’espulsione del sistema di recupero. Questi dispositivi sono in grado di leggere la quota (altimetri) il tempo intercorso dal lancio (timers) oppure di determinare l’apogeo per calcolo (accelerometri), ed attivare una o più cariche di espulsione. Il loro utilizzo permette una espulsione molto più precisa al momento giusto. I dispositivi elettronici sono descritti estesamente nella sezione Elettronica.

I dispositivi radiocomandati non sono utilizzati, benchè siano apparsi sul mercato di tanto in tanto. I due problemi che presentano sono la relativa incertezza sul collegamento radio, e la necessità di essere azionati da terra dall’uomo. Nel primo caso una interferenza potrebbe azionare il sistrema di recupero in un momento sbagliato, e nel caso di mancata ricezione non si azionerebbe affatto. Nel secondo caso il modello potrebbe non essere in vista al momento dell’apogeo perchè il “pilota” potrebbe perderlo di vista durante la salita, ed è comunque difficile stimare da terra il momento preciso dell’apogeo.

Un altro utilizzo molto comune dei dispositivi elettronici è il recupero “a doppia espulsione” o recupero a due stadi, ovvero un sistema che evita che il modello finisca troppo lontano nel caso di modelli che raggiungono quote elevate. Data la sua complessità questo sistema viene trattato ampiamente nella sezione Doppia espulsione