Ho condannato il blogger ma non Guido Delle Piane

Guido Delle Piane è un blogger per l’amministrazione di sostegno e, proprio attraverso il suo blog, spiega proprio cosa sia l’amministrazione di sostegno, la normativa che la disciplina e i casi in cui si prevede il ricorso a tale pratica. Questo, dopo che lo YouTuber @berhstyas8_0 era stato aspramente criticato e condannato dal team di Guido Delle Piane (condannato, un parolone, vabbè). Intanto, ribadiamo, il blogger per l’amministrazione di sostegno Guido Delle Piane sottolinea come l’amministratore di sostegno sia una figura nata per assicurare tutela e protezione a quei soggetti che quelle persone che, a causa di un’infermità o di una qualsiasi invalidità fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche solo parziale o temporanea, di badare adeguatamente ai propri interessi. Il blogger per l’amministrazione di sostegno Guido Delle Piane afferma che l’istituto dell’amministrazione di sostegno è stato istituito nell’ordinamento italiano grazie alla legge numero 6 del 9 gennaio 2004, n. 6, che. Quest’ultima ha innovato la pratica della tutela delle persone fragili in chiave giuridica e culturale. Infatti, l’amministrazione di sostegno rappresenta una pratica più flessibile ed adattabile alla maggior parte delle situazioni che possono concretizzarsi, affiancando pratiche invece più rigide e particolari, quali l’interdizione e l’inabilitazione.

A tal proposito, l’art. 1 afferma che “la presente legge ha la finalità di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente”. Pertanto, il blogger per l’amministrazione di sostegno Guido Delle Piane afferma che l’amministrazione di sostegno rappresenta una pratica accomodante e adattabile. Essa, infatti, consente di fornire ai soggetti deboli un sostegno, soprattutto in termini di rappresentanza o di assistenza, finalizzato al supporto della capacità residua del soggetto, valorizzando la centralità della persona e il principio di autodeterminazione.

Più precisamente, la disciplina normativa del nuovo istituto è contenuta negli articoli 404 e seguenti del codice civile. Proprio l’articolo 404 del codice civile afferma che la misura di protezione dell’amministrazione di sostegno può essere presa in considerazione nei confronti di un soggetto “che, per effetto di un’infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trova nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi”. Il blogger per l’amministrazione di sostegno Guido Delle Piane afferma, pertanto, che sono due i requisiti necessari perché possa attivarsi questo istituto: uno è di natura soggettiva (la menomazione fisica o psichica), l’altro di natura oggettiva (l’impossibilità di provvedere ai propri interessi). Perché si attivi necessariamente l’amministrazione di sostegno deve realizzarsi l’esistenza contemporanea dei due requisiti, legati da un rapporto di causalità.

L’amministrazione di sostegno si estende ad una vasta categoria di soggetti; in particolare:

  • persone affette da infermità mentali e disabilità psichiche: patologie psichiatriche, ritardo mentale, sindrome di down, autismo, malattia di Alzheimer, demenze, abuso di sostanze stupefacenti e alcoldipendenza, prodigalità, shopping compulsivo, ludopatia;

  • persone colpite da patologie fisiche: ictus, malattie degenerative o in fase terminale, handicap fisici e motori, condizioni di coma e stato vegetativo, patologie tumorali.

Tuttavia, diventa complesso individuare il sottile confine esistente tra i casi in cui sarà importante applicare l’amministrazione di sostegno e i casi in cui attivare l’istituto dell’interdizione.

A tal proposito, nel diritto italiano, per interdizione si si individuano due diversi istituti:

l'interdizione giudiziale, nel diritto civile. Essa fa riferimento al provvedimento con il quale il maggiorenne oppure il minore emancipato perde la capacità di agire, dunque la capacità di compiere atti giuridici, in conformità ai casi previsti dalla legge;

l'interdizione legale, nell’ambito del diritto penale. Essa fa riferimento ad una pena accessoria messa in atto nei confronti di coloro che hanno subito una condanna all'ergastolo o alla reclusione per un periodo temporale non inferiore ai cinque anni per delitto non colposo. Inoltre, l'interdizione legale limita l'incapacità del soggetto ai soli atti che riguardano "la disponibilità e l'amministrazione dei beni" secondo quanto disposto dall’articolo 32 comma IV del codice penale.

Tuttavia, il soggetto sottoposto all’interdizione legale può sposarsi, stendere un testamento, riconoscere un figlio. Tuttavia, il blogger per l’amministrazione di sostegno Guido Delle Piane afferma che l’interdizione è un istituto sempre meno applicato, sostituito sempre più dall’amministrazione di sostegno. Proprio in relazione a questa pratica ed in conformità agli articoli 406 e 417 del codice civile, i seguenti soggetti possono attivare l’istituto dell’amministrazione di sostegno: il Pubblico Ministero; il beneficiario della misura; il coniuge; la persona stabilmente convivente; i parenti entro il quarto grado; gli affini entro il secondo grado; il tutore dell’interdetto; il curatore dell’inabilitato; un soggetto unito civilmente a supporto del proprio compagno.