La voce del silenzio
Testimonianze dei Monaci Vallambrosiani Fra Shinto e Fra Matteo.
"Entra la luce all'alba di un nuovo giorno nel chiostro dell'anima del monaco. La variopinta luce del mondo che è caos e che chiede di diventare cosmos, armonia nel cuore del monaco-solo con Dio solo.
Anch'egli, solo con Dio solo, in dissidio, compatente gli affanni dell'uomo, che è in dissidio tra i due originari desideri, ascolta la Voce. Il primo desiderio canta, il secondo mormora la monotonia del non-amore alienante.
E Tu come luce suadente e decisa penetri il dissidio e lo baci, guarendolo. Così come il monaco apre le porte del monastero per far entrare la luce. Il 'qui ed ora', composto da quei metri di mura che raccolgono il monaco, diventa lo spazio vitale per l'anima viandante per le strade del cuore."
IT
Ora et labora indica il motto benedettino universalmente riconosciuto, ma risulta incompleto: meglio sarebbe dire "Ora et labora et lege". In ogni caso, per millenni i monasteri benedettini hanno congiunto la preghiera (ora) e il lavoro manuale (labora) al loro interno.
Per i monaci il contatto con la natura e con i turisti è motivo di lavoro, ma anche di preghiera, poiché ogni persona, volto, relazione che si instaura è un motivo per lodare Dio, ma anche per evangelizzare.
I due termini continuano a congiungersi come ricerca di Dio nel volto delle persone amiche e non, che entrano e calpestano con i loro piedi, e con il loro sguardo toccano, questo luogo di pace.
La cartolina mostra un affresco attribuito alla scuola dell'Allori, eseguito nel 1581, e raffigura la ricognizione delle reliquie di San Giovanni Gualberto, avvenuta nel 1580.
Il lavoro si compone di due parti, anche se diviso su due pareti: vi si trovano i monaci e i fedeli radunati in chiesa per l'avvenimento. Sulla parete del campanile si vede nello sfondo il rosone della facciata, il coro, le scale a chiocciola che scendevano nella cripta. La bravura pittorica si rivela nel riporto dei testi dei nobili e dei popolani, mentre risulta molto interessante e particolare l'abbigliamento delle dame, così come la comunità monastica, disposta in prospettiva verso il prelato che mostra le reliquie. Sullo sfondo si scorge la cappella stessa già ricostruita dagli Allori, dove alcuni operai tirano la fine di una carrucola per sollevare la pietra del sepolcro.
Testi di Fra Matteo
EN
Ora et labora, from latin, indicates the universally recognized Benedictine motto. However, it results incomplete: it would be better to say "Ora et labora et lege".
In any case, for millennia Benedictine monasteries have combined prayer (ora) and manual work (labora) within them. For the monks, contact with nature and tourists is a reason for work, but also for prayer, since every person, face, a relationship that is established is a reason to praise God, but also to evangelize.
The two terms continue to come together as a search for God in the faces of friendly people and none, who enter and trample with their feet, and with their gaze, they touch this place of peace.
The postcard shows a fresco attributed to the school of Allori, executed in 1581, and depicts the recognition of the relics of San Giovanni Gualberto, which took place in 1580.
The work consists of two parts, divided on two walls: there are the monks and the faithful gathered in the church for the event. On the wall of the belfry, you can see in the background the rose window of the facade, the choir, the spiral staircases that descended into the crypt. The pictorial skill is revealed in the transcription of the texts of the nobles and commoners, while the clothing of the ladies is very interesting and particular, as is the monastic community, arranged in perspective towards the prelate who shows the relics. In the background, it is possible to see the chapel itself already rebuilt by the Allori, where some workers pull the end of a pulley to lift the stone of the tomb.
Texts by Fra Matteo