Questa sezione raccoglie tutto ciò che vive ai margini della narrazione principale, ma che ne arricchisce il significato. Brani inediti, versioni alternative, idee scartate, testi paralleli, frammenti che non hanno trovato spazio altrove—ma che meritano di essere ascoltati, letti, immaginati.
Qui si esplorano possibilità. Si aprono finestre su percorsi narrativi rimasti in sospeso, su emozioni che non hanno trovato una melodia, su parole che non cercavano perfezione ma verità.
Ogni contenuto extra è un tassello che completa il mosaico di Dietro le luci. Non è un archivio. È un luogo vivo, dove la storia continua a scriversi.
This section gathers everything that lives on the edges of the main narrative, yet enriches its meaning. Unreleased tracks, alternate versions, discarded ideas, parallel texts, fragments that didn’t find space elsewhere—but still deserve to be heard, read, imagined.
Here, possibilities are explored. Windows open onto narrative paths left unfinished, emotions that never found a melody, words that weren’t chasing perfection but truth.
Each extra piece is a tile that completes the mosaic of Behind the Lights. It’s not an archive. It’s a living space, where the story keeps unfolding.
Sento il filo vibrare oltre montagne e mari
Pur non essendoci mai sfiorati, eri qui nel mio cuore
Un tremito d’illusione mi avvolgeva le mani
Ora in un soffio avverto il tuo ultimo respiro
Il nostro legame non conosce orologi né confini
Ma questa distanza mi lascia in ginocchio, impotente
Mi aggrappo a un filo sottile che attraversa il vuoto
La tua vita si consuma in un’eco che attraversa il tempo
Anima mia, tu svanisci in un grido silenzioso
E resto qui, a sentirti morire lontano
Abbiamo costruito castelli di sogni senza mani
Eravamo due ombre unite da un destino impossibile
Ora le pareti del mondo ci separano come ladri
E il tuo battito smarrito mi trafigge le vene
Spezzerei ogni regola dell’universo pur di raggiungerti
Ma la legge dello spazio intesse catene d’impossibile
E mentre il filo si spezza all’alba del nostro addio
Avverto un bagliore fioco, respiro di un sogno svanito
Quella tenue fiamma mi segue oltre il vuoto silenzioso
Fino a cedere al gelo, e spegnersi nell’ombra del nulla
Tra brace e filo - genesi di una unione
Filo di ragnatela e Brace blu sono due testi che, nella loro forma originaria, non hanno trovato sbocco. Nati come tentativi distinti di dare voce alle emozioni di lui e di lei, rispettivamente, si sono rivelati troppo frammentati per vivere come brani autonomi. La loro struttura, ancora embrionale, non riusciva a trovare una collocazione musicale stabile all’interno dell’album, e rischiava di appesantirne il tono, rendendolo eccessivamente drammatico e ripetitivo.
Per questo ho scelto di unirli in un unico brano: Tra brace e filo. È stato un lavoro complesso, fatto di rifiniture e compromessi, per riuscire a condensare due prospettive in un’unica narrazione coerente. Mostrare oggi le versioni separate, pur imperfette e incomplete, è un modo per esplorare il significato profondo del brano finale. Sono frammenti che non hanno trovato sbocco, ma che hanno aperto la strada a qualcosa di più grande.
La versione inglese ha richiesto ulteriori adattamenti, e la produzione musicale ha attraversato diverse chiavi di lettura prima di trovare il giusto accordo nell’album. Tra brace e filo è stato il brano più difficile da scrivere e da produrre, ma anche quello che più rappresenta la tensione emotiva e narrativa del progetto.
Un respiro accende il petto silente
Una fragile brace che dal buio sorge
Questo battito spezza il sonno dei giorni spenti
E risveglia memorie dove il cuore dorme
Assaggio il calore di ciò che poteva essere
Una scintilla che sfida l’ombra eterna
Risalgo, brace blu nell’oscurità
Un tremito di vita prima dell’eternità
Ardo in un mondo troppo freddo per accogliermi
Poi svanisco—ritorno al sonno senza fine
Avverto l’eco del tuo cuore nel mio
Pur lontani, i nostri destini uniti da un filo sospeso
Questa breve fiamma trascende il tempo
E illumina la via oltre cancellate soglie
Se potessi trattenere questo bagliore
Incendierei il cielo per sigillare il tuo nome
Ma la brace si affievolisce, cade nel nulla
Il mio ultimo sospiro si perde nell’ombra
Between Flame and Thread – The Genesis of a Union
Filo di ragnatela and Brace blu were two texts that, in their original form, never found a way forward. Conceived as distinct attempts to give voice to his emotions in the first, and hers in the second, they remained too fragmented to stand as independent songs. Their embryonic structure couldn’t find a stable musical placement within the album and risked making the overall tone overly dramatic and repetitive.
That’s why I chose to merge them into a single piece: Tra brace e filo. The process was complex, involving multiple refinements and compromises to condense both perspectives into a coherent narrative. The result is a layered text that preserves the original tensions and transforms them into an inner dialogue.
Presenting the two separate versions today—still imperfect and incomplete—is a way to explore the deeper meaning of the final song. They are fragments that didn’t find their own space, but opened the path to something greater.
The English version required further adaptation, both linguistically and musically. The production went through several interpretive approaches before finding the right balance within the album. Tra brace e filo was, without a doubt, the most difficult track to write and produce—but perhaps for that very reason, it’s the one that best represents the emotional and narrative complexity of the project.
Trema il filo oltre montagne e mari
Un brivido d’illusione avvolge le mani
Il nostro legame non conosce temponé confini
Come una ragnatela mi lego a te
e tu svanisci in un grido di silenzio
E' la legge del tempo e dello spazio che intesse catene d’impossibile
Il filo si spezza all’alba del nostro addio
Avverto un bagliore fioco, respiro di un sogno svanito.
La tenue fiamma mi segue oltre il vuoto
Fino a cedere al gelo, e spegnersi nell’ombra del nulla
Interludio originario
Questa versione sintetica nasce come interludio tra due brani, pensata per creare un ponte emotivo e narrativo. Inizialmente doveva accompagnare Filo di ragnatela e Brace blu come momento di sospensione, ma il testo si è rivelato troppo lungo per svolgere quella funzione.
Dopo aver deciso di fondere i due brani in Tra brace e filo, ho scelto di conservare questo frammento e di estrarne solo i primi versi, privi di base musicale. È così che è stato inserito nell’album: come voce nuda, sospesa, che anticipa e prepara il terreno al brano definitivo.
Non è una versione rifinita, ma è una traccia sincera del processo creativo. Un respiro tra le luci, che merita di essere ascoltato per ciò che rappresenta: il momento in cui la forma non era ancora definita, ma già vibrava.
“Sento il filo vibrare oltre montagne e mari…”
“Un respiro accende il petto silente…”
“Una fragile brace che dal buio sorge
Questo battito spezza il sonno dei giorni spenti
Risveglia memorie dove il cuore dorme”
“Pur non essendoci mai sfiorati, eri qui nel mio cuore
Un tremito d’illusione mi avvolgeva le mani
Ora in un soffio avverto il tuo ultimo respiro”
“Assaggio il calore di ciò che poteva essere”
“Ma questa distanza mi lascia in ginocchio, impotente”
“Una scintilla che sfida l’ombra eterna”
“Mi aggrappo a una brace blu nell’oscurità
Un filo sottile che attraversa il vuoto
Ardo in un mondo troppo freddo per accogliermi
Tu svanisci — e io resto a sentirti morire lontano”
“Avverto l’eco del tuo cuore nel mio
Questa breve fiamma trascende il tempo
Illumina la via oltre cancellate soglie”
“Abbiamo costruito castelli di sogni senza mani
Eravamo due ombre unite da un destino impossibile
Il tuo battito smarrito mi trafigge le vene”
“Spezzerei ogni regola dell’universo pur di raggiungerti”
"Incendierei il cielo per sigillare il tuo nome”
“Ma la legge dello spazio intesse catene d’impossibile”
“La brace si affievolisce, cade nel nulla”
“E mentre il filo si spezza all’alba del nostro addio”
“Quella tenue fiamma mi segue oltre il vuoto silenzioso”
“Il mio ultimo sospiro si perde nell’ombra…”
“…e si spegne nell’ombra del nulla.”
When I wrote Of Flame & Thread, I knew there was something special about it. The first draft, written in English, had a more narrative, almost confessional tone. But as I shaped the album Dietro le luci, I realized this version didn’t quite fit the sonic path I was carving out.
It’s not perfect, not polished—but it’s honest. It’s the starting point of a song that eventually found its form elsewhere. And maybe, for that very reason, it deserves to be heard.
Quando ho scritto Of Flame & Thread, sapevo che c’era qualcosa di speciale. La prima bozza, scritta in inglese, aveva un tono più narrativo, quasi confessionale. Ma mentre plasmavo l’album Dietro le luci, mi sono reso conto che questa versione non si adattava del tutto al percorso sonoro che stavo tracciando.
Non è perfetta, non è rifinita — ma è onesta. È il punto di partenza di una canzone che alla fine ha trovato la sua forma altrove. E forse, proprio per questo, merita di essere ascoltata.
“I feel the thread quiver beyond mountains and seas…”
“A breath ignites the quiet chamber of my chest…”
“A fragile ember rising from the black
This heartbeat shatters the slumber of faded days
It wakes old memories where the heart once lay”
“Though we’ve never touched, you’ve lived in my heart
A tremble of illusion wrapped round my hands
Now in a whisper I sense your final breath”
“I taste the warmth of what might have been”
“But this distance brings me to my knees, powerless”
“A spark that dares to challenge endless shadow”
“I cling to a blue ember in the dark
A fragile thread stretched across the void
I burn in a world too frozen to embrace me
You disappear — and I remain, feeling you die afar”
“I hear the echo of your heart inside mine
This brief flame bends time’s rigid frame
And lights the way beyond the locked unknown”
“We built castles of dreams without hands
Two shadows tied to an impossible fate
Your lost heartbeat pierces through my veins”
“I’d break every law of the universe to reach you”
“I’d set the sky ablaze to carve your name in flame”
“But space itself weaves chains of the impossible”
“The ember fades, falling into nothingness”
“And as the thread snaps at the dawn of our goodbye”
“That faint flame follows me beyond the silent void”
“My final breath drifts into the shadows…”
“…and is extinguished in the hush of nothing.”
No stage, no role remains
only silence speaks
No one watching, no one revealed
Only time spins its fragile thread
And we, suspended, tremble within its grip
No dreams, no spectacle — just presence
An echo called Life in the system of existence
We are the light that casts its shadow
We are the thread that hums through air
We are a breath defiant in the wind
We are the sound that will not fade within
When every note has disappeared
Only a name remains — carved halfway deep
To those who lived, it’s light that lingers
To those who dreamed, it’s an echo that will fade
Resonance – Alternate Versions
After composing Resonance as the closing track of the album—a piano-based piece with suspended, melancholic tones—I felt the need to explore new expressive directions. The lyrics, with their solid meter and evocative concept, proved surprisingly well-suited for a reinterpretation in metal form.
I developed several alternate versions, both in English and Italian, drawing inspiration from the language of power metal. This genre, known for its emotional intensity and ability to amplify epic and introspective visions, allowed me to infuse new energy into the original message. The contrast between the piano version and the metal ones is not just stylistic—it’s narrative: two ways of traversing the same emotional landscape from different perspectives.
These versions are still works in progress, part of an ongoing sonic and conceptual exploration. The goal is to give voice to sensibilities often overshadowed by commercial production, experimenting with languages that challenge convention and open new expressive possibilities.
Risonanza – Versioni alternative
Dopo aver composto Risonanza come brano conclusivo dell’album, in una versione per pianoforte dai toni sospesi e malinconici, ho sentito il bisogno di esplorare nuove declinazioni espressive. Il testo, caratterizzato da una metrica solida e da un concetto universale, si è rivelato sorprendentemente adatto a una reinterpretazione in chiave metal.
Ho quindi realizzato alcune versioni alternative, sia in inglese che in italiano, ispirandomi al linguaggio del power metal. Questo genere, noto per la sua intensità emotiva e la capacità di amplificare visioni epiche e interiori, mi ha permesso di dare nuova energia al messaggio originario. Il contrasto tra la versione pianistica e quella metal non è solo stilistico, ma narrativo: due modi di attraversare lo stesso paesaggio emotivo, con prospettive diverse.
Queste versioni non sono definitive, ma fanno parte di un processo di ricerca sonora e concettuale che continua a evolversi. L’obiettivo è quello di far emergere voci e sensibilità che spesso restano ai margini, sperimentando linguaggi capaci di superare le convenzioni della produzione musicale commerciale.
Ho vagato per strade
fra desideri e incertezze
con passi leggeri e sogni
cuciti nella neve
Poi, all’improvviso...
il tuo volto — un bagliore
ha vibrato il mio cuore,
tra il silenzio e il rumore.
Non ho chiesto parole,
né verità da svelare
Solo un istante, un respiro ...
da condividere
Nel tuo riflesso ho visto mondi che non conosco
Le mie farfalle tremano sotto questo cielo fosco
Ma se un giorno ti fermassi e ascoltassi davvero
Sentiresti la mia voce — è un canto sincero
Hai viaggiato lontano, tra cieli che non ho sfiorato
Io ho solo racconti stonati, fra stanze e tempo passato
Eppure, ti cerco — non per esserne parte
Ma per dirti che l’anima non ha confini da colmare
Forse siamo solo stelle che sfiorano l’orbita
Ma questa musica vive, anche senza replica
Se non potrò mai bussare al tuo domani
Lascia che io sogni stringerti le mani.
E quando ti rivedrò,
tra la folla o nel niente
Canterò piano,
per restare invisibile ma presente
Un sogno insieme a te – Genesi di un esperimento
Un sogno insieme a te è stato il primo brano che ho scritto e prodotto. Appena ne ho intuito il potenziale, ho realizzato la traccia senza soffermarmi troppo sulle correzioni: si trattava di un primo esperimento, nato più per intuizione che per metodo. Non mi aspettavo che il risultato potesse essere così convincente, eppure, dopo pochi tentativi nel comprendere il funzionamento della generazione musicale tramite AI, ho dato alcune indicazioni orientate verso uno stile pop commerciale, cercando una sonorità che potesse entrare subito nelle corde degli ascoltatori italiani.
L’ho pubblicato immediatamente, senza attendere rifiniture. Poi, poco alla volta, ho completato anche gli altri brani dell’album, affinando testi e scelte stilistiche. Un sogno insieme a te è rimasto così com’era: con le sue imperfezioni, ma anche con la spontaneità che lo ha reso il punto di partenza di un percorso più ampio.
Oggi ne pubblico una versione con il testo corretto ed un titolo più approriato, consapevole che il brano merita, in futuro, un adattamento più maturo e coerente con l’evoluzione del progetto. Quando sarà il momento di uscire dalla fase demo, spero che Un sogno insieme a te possa trovare la veste definitiva che gli spetta—perché è lì che tutto è cominciato.
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