R46 - Questa non è un'opera d'arte
Abstract:
Le due installazioni “Questa non è un’opera d’arte” e “Questa è un’opera d’arte” costituiscono un dittico.
Il dittico è una riflessione sul rapporto tra tecnologia e opera d'arte. Nel caso delle nuove tecnologie, capita spesso che la tecnologia impiegata sia più affascinante dell'opera stessa. Si tende a ricercare più l'"effetto wow!" che la valenza artistica. Le opere e i racconti qui presentate, giocano con questi concetti.
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Questa non è un’opera d’arte stigmatizza l’“effetto wow” talvolta cercato dalle opere d’arte che impiegano le ultime frontiere della tecnologia. Nel marketing, l’effetto wow, è quell’ingrediente che fa spalancare la bocca di sorpresa al pubblico. Molto spesso capita che la tecnologia impiegata sia più appariscente dell’opera stessa. Per giocare con ironia su questo concetto, ho realizzato un’installazione che combina una fotografia, la tecnologia “air vortex cannon[1]” e un racconto. È nel racconto che, in maniera volutamente spiazzante, il pubblico coglie la pochezza e la fragilità dell’opera stessa. Per assurdo, però, proprio arrivare a comprendere che l'installazione non ha valenza artistica riabilita il progetto nel suo insieme. In poche parole, si tratta di un’opera senza opera.
Sinossi dei racconti: i racconti hanno una struttura a matriosca. Nel primo racconto una signora ricorda il passato con malinconia e descrive un amore di gioventù mai corrisposto. Ogni volta che quel ragazzo le indirizzava lo sguardo lei sentiva come un colpo d'aria che le investiva il petto.
Nel secondo racconto, un collettivo di tre artisti, Tulio, Vincenzo e Francesco, si ritrovano. Francesco dice di avere per le mani un "cannone d'aria" e invita gli altri a ricavarne un'opera d'arte. Tulio, il purista del gruppo, fa osservare che, prima di pensare a un'installazione bisognerebbe sviluppare un messaggio da trasmettere. Francesco ribatte suggerendo che qualcosa di plausibile si riesce sempre a escogitare, l'importante è avere un oggetto che faccia scena e che attiri il pubblico. Allora Tulio propone di abbinare il cannone d'aria a un racconto in cui si descrive una signora e il suo amore perso per sempre.
In questo modo viene svelato il fatto che l'installazione era solo un pretesto per esibire il cannone d'aria.
[1] Si tratta di un meccanismo elettromeccanico in grado di generare un “colpo” d’aria che si estende per qualche metro nello spazio sfruttando la fluidodinamica dei vortici.
Collaboratori: air vortex cannon realizzato in collaborazione con Maurizio Skerlic; foto di Darius Bashar.