Lo Storytelling si potrebbe definire "l'arte del narrare": la narrazione ha il potere di coinvolgere, di creare suggestioni, di emozionare.
Può essere usata per intrattenere, per divertire, per far riflettere, per trasmettere valori.
Ma il potenziale di questa attività non si limita a questi contesti, in quanto è possibile creare e trovare strutture narrative anche nell'apprendimento di altri contenuti: questo crea un coinvolgimento emotivo più forte e l'emozione coinvolge strati più profondi dell'io, facendo in modo che i contenuti si fissino nella memoria a lungo termine.
Se poi viene chiesto di essere artefici di una narrazione che venga prodotta alla fine di uno studio, una ricerca o un percorso, gli effetti risultano ancora più amplificati.
Nell'era del digitale questa pratica antichissima ha ritrovato una nuova dimensione, basti pensare a tutta la produzione di video che ha caratterizzato gli ultimi anni: il contesto di condivisione si è ampliato notevolmente, potenzialmente all'intero pianeta, e l'accessibilità a strumenti molto spesso "free" ma che offrono grandi potenzialità per i prodotti finali che permettono di generare, ha fatto aumentare il desiderio di raccontare e raccontarsi.
Il termine Digital Storytelling è relativamente nuovo, ed essenzialmente si riferisce a un video multimediale in cui, attraverso l'uso delle "nuove tecnologie", delle immagini, della musica e una narrazione vengono messe insieme per creare una storia.
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Immagine tratta da Iversity