TRASFORMAZIONE

  1. DEFINIZIONE

La capacità di trasformazione del movimento consente di modificare un’azione in atto adattandola alla variabilità ambientale, senza interruzioni; il risultato è un movimento fluido, continuo e privo di incertezze.
Pensiamo per esempio al salto in lungo: l'atleta utilizza proprio questa capacità per passare dalla corsa allo stacco.

La trasformazione può essere parziale o globale.

La prima tipologia la troviamo in tutte quelle situazioni in cui non viene modificato il gesto, ma soltanto alcuni suoi parametri: un calciatore in corsa cambia ritmo, direzione e combinazione di movimenti parziali in conseguenza (o in anticipazione) di quello che avviene sul campo di gioco, ma continua comunque a correre.

Nel caso in cui un soggetto passi da un movimento ad un altro la trasformazione sarà globale: riprendiamo l'esempio del salto fatto poco sopra.

Una buona o ottima manifestazione di questa capacità indica che i gesti eseguiti sono ben assimilati e ben controllati, se non addirittura automatizzati.
Degna di nota è anche la scelta del "timing", cioè del preciso momento in cui dare il via alla trasformazione: un timing in anticipo o in ritardo porterebbe a una variazione inefficace del movimento.

  1. STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO

Questa capacità può essere stimolata in diversi modi:

  • passando senza interruzioni da uno schema motorio ad un altro;

  • utilizzando combinazioni di acrobatica;

  • variando i terreni di allenamento;

  • cambiando ritmo, velocità e durata degli esercizi;

  • proponendo varie andature e cambiandone la direzione di esecuzione.

Con atleti evoluti deve essere aggiunto un minuzioso lavoro tecnico proprio della disciplina praticata.


Dott. Daicoro Principi


Bibliografia

Casolo, F. (2002). Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano. Vita e Pensiero.


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