L’ideale cristiano
Dio è il fine supremo della nostra vita
Dobbiamo glorificare Dio, nostro fine supremo
Tu glorifichi Dio se ti perfezioni
Senza Gesù non possiamo raggiungere il nostro fine
Per quale fine Dio ci ha creati?
Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell’altra, in Paradiso (Cat. SPio X, n. 13)
“Sulla vocazione alla Beatitudine” leggere e ritenere: Comp. CCC nn. 357-362
Per approfondimenti: CCC 1700-1729
Da meditare n. 1723: “La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive. Essa ci invita a purificare il nostro cuore dai suoi istinti cattivi e a cercare l'amore di Dio al di sopra di tutto. Ci insegna che la vera felicità non si trova né nella ricchezza o nel benessere, né nella gloria umana o nel potere, né in alcuna attività umana, per quanto utile possa essere, come le scienze, le tecniche e le arti, né in alcuna creatura, ma in Dio solo, sorgente di ogni bene e di ogni amore”
La strada segnata
La strada che ci conduce a Dio fine supremo è la legge morale
Dove sta la moralità di un atto
Chi dice quali sono gli atti che avvicinano a Dio, ci perfezionano in Lui e Lo glorificano
(legge naturale)
Il dono della legge positiva
La legge è un dono dell’amore della provvidenza di Dio
“Sulla legge morale” leggere e ritenere: Comp. CCC 363-369; 415-421; 429-433
Per approfondimenti: CCC 1730-1761; 1949-1986; 2030-2051
Rifletti sugli atti buoni e gli atti cattivi:
1755 L'atto moralmente buono suppone, ad un tempo, la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. Un fine cattivo corrompe l'azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono (come il pregare e il digiunare per essere visti dagli uomini). L'oggetto della scelta può da solo viziare tutta un'azione. Ci sono comportamenti concreti – come la fornicazione – che è sempre sbagliato scegliere, perché la loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale.
1756 È quindi sbagliato giudicare la moralità degli atti umani considerando soltanto l'intenzione che li ispira, o le circostanze (ambiente, pressione sociale, costrizione o necessità di agire, ecc.) che ne costituiscono la cornice. Ci sono atti che per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze e dalle intenzioni, sono sempre gravemente illeciti a motivo del loro oggetto; tali la bestemmia e lo spergiuro, l'omicidio e l'adulterio. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene.
La coscienza cristiana
Che cosa è la coscienza
I vari stati di coscienza
La coscienza di fronte alla verità della legge
La coscienza di fronte alla certezza con cui deve agire
Mons. B. Castegnaro “Il catechismo degli adulti”, vol. III, I Comandamenti, Vicenza 1946, pp. 1- 14.
Leggere e ritenere: Comp. CCC 372-376
Per approfondimenti: CCC 1776-1802
"la coscienza è un dettame o un lume della ragione che fa conoscere attualmente se un azione con tutte le sue circostanze è buona o cattiva”
1778 La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l'uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto. È attraverso il giudizio della propria coscienza che l'uomo percepisce e riconosce i precetti della Legge divina:
La coscienza « è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza. [...] Essa è la messaggera di colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida. La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo“ (cfr. John Henry Newman, Lettera al Duca di Norfolk, 5: Certain Difficulties felt by Anglicans in
Catholic Teaching, v. 2,Westminster 1969, p. 248.)
N.B. CCC = Catechismo della Chiesa Cattolica
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I comandamenti ci conducono sul retto sentiero!
(Foto da Sentiero Monte Ricco - Colli Euganei -PD)