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Video realizzato dalla commissione Ambiente e Territorio

TRE SONDE SU MARTE


Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole; è visibile a occhio nudo ed è l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Chiamato pianeta rosso per via del suo colore caratteristico causato dalla grande quantità di ossido di ferro che lo ricopre, Marte prende il nome dall'omonima divinità della mitologia romana. Pur presentando temperature medie superficiali piuttosto basse (tra −120 e −14 °C) e un'atmosfera molto rarefatta, è il pianeta più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Le sue dimensioni sono intermedie tra quelle del nostro pianeta e quelle della Luna, e ha l'inclinazione dell'asse di rotazione e la durata del giorno simili a quelle terrestri. La sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, e formazioni geologiche che vi suggeriscono la presenza di un idrosfera in un lontano passato. Ecco perché tre sonde lanciate lo scorso luglio. La prima a tagliare il traguardo sarà la sonda Hope degli Emirati Arabi Uniti, che il 9 febbraio si cimenta in una manovra spericolata per inserirsi nell'orbita del Pianeta Rosso intorno alle 16:41 (ora italiana). Il 10 febbraio sarà il turno della sonda cinese Tianwen-1, mentre il 18 febbraio toccherà alla missione della Nasa Mars 2020 con il rover Perseverance. Questo 'assembramento' spaziale è dovuto al fatto che la scorsa estate le tre sonde sono state lanciate a pochi giorni di distanza per approfittare della finestra temporale in cui Marte si trovava in posizione favorevole rispetto alla Terra (evento che si verifica ogni due anni). Grande assente è l'Europa, che a causa di ritardi tecnici (legati anche all'emergenza Covid-19) ha dovuto rinviare al 2022 il lancio della missione ExoMars, dell'Agenzia spaziale europea (Esa) e della russa Roscosmos. La maratona verso Marte segna comunque un momento storico dell'esplorazione spaziale, nel tentativo di scoprire i segreti del pianeta ed eventuali tracce di vita presente o passata. La missione Hope (Al Amal, 'speranza' in arabo), rappresenta il debutto interplanetario degli Emirati Arabi Uniti, che con questa prima assoluta intendono aprire i festeggiamenti per i 50 anni della loro fondazione. L'attesa è elettrizzante perché la manovra di inserimento in orbita è il momento più critico della missione: per essere catturata correttamente dal campo gravitazionale marziano, Hope deve rallentare da 121.000 a 18.000 chilometri orari, un obiettivo che può raggiungere accendendo i suoi sei motori Delta-V per 27 minuti. A causa della distanza che ci separa da Marte, e che rende impossibile il pilotaggio manuale da Terra, la manovra deve essere eseguita in maniera del tutto automatica. Si stima che la probabilità di successo sia pari al 50%, dunque resta alto il rischio che la sonda manchi il pianeta o finisca per schiantarsi sulla sua superficie. Se tutto andrà bene, Hope rimarrà in orbita per almeno un anno marziano (687 giorni) per monitorare la meteorologia e la climatologia del pianeta con tre strumenti scientifici: lo spettrometro infrarosso Emirs, la camera ad alta risoluzione Exi e lo spettrometro ultravioletto Emus. Si spingerà oltre la missione cinese Tianwen-1, il cui nome significa “ricerca delle verità celesti”: oltre all'orbiter prevede anche un rover che si distaccherà a maggio per provare a posarsi sul suolo marziano, permettendo così alla Cina di diventare il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti a fare un atterraggio morbido sul Pianeta Rosso. La Nasa, che invece sta per portare il suo quinto rover sulla superficie marziana, proverà grazie a Perseverance a riportare i primi campioni di Marte sulla Terra entro il 2031 in collaborazione con l'Agenzia spaziale europea (Esa).


Alice Bonazza 1°b plesso Sant'Andrea

IL PRINCIPE FILIPPO


Il 09/04/2021 è morto il principe Filippo. Aveva 99 anni.Il principe Filippo, Philip Mountbatten, duca di Edimburgo, nato principe Filippo di Grecia e Danimarca (Corfù, 10 giugno 1921 – Windsor, 9 aprile 2021), è stato il marito della regina Elisabetta II nonché, dal 10 giugno 2011, il Lord High Admiral della Royal Navy, titolo cedutogli dalla consorte in occasione del suo novantesimo compleanno. Filippo era sposato con la regina Elisabetta II dal 20 novembre 1947 e ha avuto quattro figli: Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo.

Nato principe di Grecia, nipote del re di Grecia Costantino I (casata degli Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, la stessa della Danimarca, che aveva dato il secondo sovrano alla Grecia nell'Ottocento, Giorgio I), prima del matrimonio rinunciò ai propri titoli greci, fu accolto nella Chiesa d'Inghilterra e adottò il cognome Mountbatten. Il giorno dopo il suo matrimonio ottenne il trattamento di "Altezza Reale" da re Giorgio VI e il giorno seguente i titoli di duca di Edimburgo, conte di Merioneth e barone Greenwich. La regina Elisabetta II lo ha creato principe del Regno Unito nel 1957.

Come consorte della sovrana ha affiancato la regina nei suoi viaggi ufficiali nel Commonwealth e nel mondo, apparendo frequentemente agli occhi del pubblico. È stato il più longevo consorte di un monarca britannico: infatti il 19 aprile 2009, con 62 anni e 71 giorni di matrimonio, ha superato anche la regina consorte Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie di re Giorgio III. Oltre agli attributi regali, Filippo è stato anche patrono di una serie di organizzazioni, incluso il The Duke of Edinburgh's Award, un premio a lui dedicato, ed è stato a capo delle Università di Cambridge e di Edimburgo. Sin dalla sua visita in Antartide del 1956, si è impegnato per sensibilizzare l'opinione pubblica sul rapporto uomo-ambiente, tema sul quale ha anche pubblicato degli scritti.

Alice Bonazza 1°b plesso Sant'Andrea