A seguito della costituzione formale dell’Associazione Veras avvenuta nel marzo 2021, è stato possibile poco dopo avanzare istanza presso il Provveditorato OOPP del Veneto per ottenere in concessione una area demaniale inutilizzata di circa 4 ettari nella zona a sud dell’isola.
Nel giugno 2021 abbiamo ricevuto la concessione richiesta che comprende anche uno spazio acqueo lungo il canale delle Vignole. La concessione è specificamente riferita alla realizzazione del Parco agro Ambientale pubblico con istallazione di un impianto fotovoltaico (agro voltaico), e condizionata all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione delle strutture previste nello stesso. Autorizzazioni che sono state richieste e presentate con la documentazione richiesta nella primavera 2022, di cui si attende la formalizzazione del percorso autorizzativo da parte dell’Assessorato all’Urbanistica, Edilizia e Ambiente. L’area è di circa 4 ettari complessivi di cui è stata avviata la pulizia dei rovi e il percorso di riqualificazione ambientale e di monitoraggio continuo delle trasformazioni dell’ecosistema, come più sottoindicato.
“L’area è stata utilizzata a scopi agricoli fino a poco più di vent’anni fa e si presenta con la tipica vegetazione che si ha nella ricolonizzazione spontanea di aree agricole. Netta prevalenza di rovi (Rubus ulmifolius) e nuclei arborei di varia grandezza di specie tipiche degli ambienti antropizzati ma prevalentemente autoctone: pioppo bianco (Populus alba), bagolaro (Celtis australis), olmo campestre (Ulmus minor), falsa acacia (Robinia pseudoacacia), alcuni gelsi (Morus alba), molti allori (Laurus nobilis) alcuni dei quali con dimensioni arboree. Lo strato arbustivo, oltre al rovo, ospita specie quali: sambuco (Sambucus nigra), ligustro lucido (Ligustrum lucidum) anche con dimensioni di piccolo albero, fitolacca (Phytolacca americana). Numerose le specie rampicanti: abbondanti l’edera (Hedera helix) e la vite del Canadà (Partenocissus quinquefolia), c’è inoltre la vite americana ibrida (Vitis x koberi) largamente utilizzata come portainnesto e ormai ampiamente diffusa in tutto il Veneto, e alcuni esemplari di caprifoglio giapponese (Lonicera japonica).
Tra le erbacee sono diffuse il marrubio fetido (Ballota nigra), la coniza canadese (Erigeron canadensis), l’erba vetriola (Parietaria officinalis), il sorghetto (Sorghum halepense), la chelidonia (Chelidonium majus) e, in minor misura, la gramigna comune (Elymus repens), la carice separata (Carex divulsa), l’asparago comune (Asparagus officinalis), la ruchetta selvatica (Diplotaxis tenuifolia), l’enagra di Stucchi (Oenothera stucchii), la viola bianca (Viola alba), la succiamele (Orobanche sp.) che è una pianta parassita e, concentrato soprattutto all’ombra di un nucleo di bambù (Phyllostachis aurea), l’equiseto maggiore (Equisetum telmateja). Ai fini della valutazione dei cambiamenti è stato avviato anche un censimento arboreo con l’intenzione di ripeterlo ogni 5 anni, nel quale vengono indicati tutti gli individui con portamento arboreo (scelti convenzionalmente con diametro del fusto superiore a 10 cm) per i quali vengono indicate la specie, la circonferenza del fusto a petto d’uomo (130 cm da terra), l’altezza e, dove lo si ritiene necessario, considerazioni sul portamento e stato di salute della pianta”. (da nota prof. L.Filesi
Rilievo della copertura vegetazionale da rilievo sul campo nel giugno 2022, esito di ricognizione diretta esposta nel testo della di tesi laurea Iuav di Greta Rigo (relatore prof. L.Filesi).
L’attività di monitoraggio ambientale è parte fondamentale del progetto e si articola su due assi, di cui il primo è costituito dalla valutazione che le nuove produzioni agricole avranno sull’eco sistema locale. Il secondo fa riferimento al processo di trasformazione dei consumi di energia elettrica in particolare verso la transizione da utilizzo di risorse fossili (metano che alimenta ad oggi quasi completamente gli impianti domestici e commerciali presenti sull’isola) a energia rinnovabile.
Il primo asse è quello costituito dalle nuove produzioni orticole che caratterizzano l’area complessiva del Parco e del relativo progetto, e che hanno stretta relazione con l’ecosistema locale.
Un ruolo particolare lo potranno avere il sistema di sensori in grado di acquisire in continuo dati in-door della serra e lo stadio di maturazione dei diversi prodotti anche frutticoli, utilizzando ad esempio le piattaforme digitali che integrano dati di natura diversa in ambito smart-agricolture(https://www.eng.it/white-papers/smart-agriculture).
La sensoristica a terra è integrabile con layers tematici che possono essere prodotti dalla elaborazione di dati acquisiti da voli con droni a intervallo semestrale anche con ottiche multispettrali in grado di restituire ad esempio l’indice NDVI che esprime il contenuto di clorofilla nella vegetazione. In parallelo il flusso di analisi con analogo scopo è prodotto da Sentinel 2 del programma Copernicus (https://www.copernicus.eu).
Il secondo asse è quello relativo alla produzione di energia pulita verso i membri della comunità locale e della CER. La distribuzione di energia pulita e il monitoraggio dei consumi via smart meters per mantenere in equilibrio domanda e offerta di energia, dovrebbe produrre una spinta significativa verso un uso più intelligente della risorsa energetica da parte dei singoli membri della CER, anche in prospettiva della trasformazione nell’isola dai sistemi a gas verso pompe di calore. Il cruscotto centrale costituito dai dati provenienti dai vari smart meters rappresenta il dispositivo di monitoraggio della risorsa energetica. L’incrocio dei due assi costituisce la struttura del monitoraggio generale dell’area del parco.
La costruzione di una base dati è stata avviata da subito (maggio 2021), su tutta l’area in concessione utilizzando alcune serie di immagini digitali ad alta risoluzione acquisite nel corso di alcuni voli in stagioni diverse. Una settimana dopo il termine dei lavori di prima rimozione dei rovi dall’area (dall’11 al 15 ottobre 2021), è stato operato il secondo volo del drone con a bordo ottica con buona risoluzione controllata da gps.
Sulla base di un piano di volo nord-sud e est-ovest su tutta l’area ad una quota di 90 metri (quota geoidica) sono state acquisite 300 immagini a colori ad alta ricopertura per ogni immagine.
È stato successivamente avviato un percorso di elaborazione delle immagini con una serie di software specialistici che hanno consentito la realizzazione di una prima serie di prodotti utilizzando i dati ricavati dal volo. È stato preliminarmente realizzato un ortomosaico con la fusione di vari fotogrammi poi geometricamente corretto con un processo di ortorettifica e successivamente georeferenziato. In questo modo la scala di rappresentazione delle immagini diventa uniforme in ogni parte.
Ortomosaico
Il risultato della elaborazione ha prodotto un’ortomosaico con risoluzione di 4 cm. di pixel, quindi di grande qualità rendendo disponibile un quadro conoscitivo indispensabile per lo sviluppo del progetto.
La nuvola di punti è un insieme di punti nello spazio 3D ciascuno con le tre coordinate x y z ed è prodotto dall’elaborazione fotogrammetrica delle 300 foto acquisite dal drone e rappresenta un modello digitale 3D dell’area rilevata, contenente tutte le informazioni acquisite durante il rilievo. Si tratta di un dato molto suggestivo e consente in particolare di misurare volumetrie con grande precisione.
Sono stati eseguiti due voli con lo stesso drone il 5 maggio e il 22 ottobre dopo la prima pulizia dei rovi, e i dati acquisiti consentono di sviluppare l’analisi del cambiamento subito dall’area tra le due date.
Obiettivo è quello di valutare la trasformazione di alcuni caratteri dell’ecosistema per la successiva definizione delle azioni per il riordino ambientale dell’area. Il confronto tra i due voli con tecnologia ‘change detection’ ha consentito di ottenere per differenza il dato relativo alla superfice trattata con le relative curve di livello, e quello relativo ai volumi di rovi e arbusti eliminati dal cingolato con trincia nelle diverse zone dell’area in concessione.
Ortofoto di maggio ed ottobre
Ulteriore prodotto della base dati e il modello 3D ad alta risoluzione di tutta l’area con un passo di 30 cm, dato con il quale è possibile valutare con attenzione la morfologia complessiva del terreno e ottenere una base necessaria per il progetto delle strutture previste nel piano.
Ulteriore elemento conoscitivo è costituito dall’analisi dei volumi eliminati nella fase di rimozione dei rovi, utilizzando lo stesso procedimento di analisi a curve di livello è stato possibile misurare il volume dei rovi rimossi.
Nell’immagine successiva il blu scuro indica le aree dove l’altezza media dei rovi ‘trinciati’ era maggiore con 5 classi di altezza del materiale eliminato (in legenda l’altezza in metri), di fatto una media di circa 2 metri cubi per metro quadro.
La VAS, Valutazione Ambientale Strategica, prevista a livello europeo, riguarda i programmi e i piani sul territorio, e deve garantire che siano presi in considerazione gli effetti sull’ambiente derivanti dall’attuazione di detti piani. Il contesto normativo di riferimento della VAS è rappresentato dalla Direttiva 2001/42/CE, concernente la “valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente. L’obiettivo generale della Direttiva è quello di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”, assicurando che sia “effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”.
Ormai da molti anni, già negli anni ‘80, si è sviluppata nel nostro Paese una nuova consapevolezza culturale e sociale sui temi del necessario recupero e riuso di luoghi abbandonati, che siano edifici storici e non, terre abbandonate e non più coltivate, strutture industriali e fabbriche obsolete, ma anche veri propri centri abitati diventati luoghi fantasma come effetto dei processi di emigrazione, tant’è vero che stanno addirittura prendendo piede una serie di iniziative come quella delturismo dell’abbandono, con viaggi alla scoperta di luoghi dimenticati ma ricchi di fascino. Nell’area della laguna veneziana già alla fine degli anni Settanta i fratelli Crovato pubblicano un bel volume “Isole della Laguna: come erano e come sono” frutto di una attenta e puntigliosa analisi prodotta girando in barca da una isola all’altra, documentando scientificamente per la prima volta i progressivi processi di abbandono del territorio lagunare e delle isole e in particolare delle più piccole. Peraltro, seguito da un secondo volume di aggiornamento uscito nel 2009 in edizione bilingue. Il tema dell’abbandono di aree di territorio nella Laguna Veneziana ha avuto un processo continuo reso drammaticamente evidente dalla riduzione della popolazione residente nelle maggiori isole lagunari come Murano, Sant’Erasmo e nella stessa piccola isola delle Vignole.
Con la diminuzione della popolazione e delle famiglie si è registrato un parallelo abbandono di edifici e di aree prima coltivate. Si è trattato di una cospicua quantità sia di aree private che pubbliche e demaniali prima utilizzate in affitto o in concessione. Ad oggi purtroppo non si dispone di un vero e proprio catasto di tali aree che sarebbe di grande utilità per un progetto complessivo di recupero e riuso.
Il progetto del Parco Agroambientale pubblico nell’isola delle Vignole nasce da una profonda riflessione su questa condizione di abbandono e degrado che caratterizza tali aree, peraltro non presidiate e preda di comportamenti incivili, e spesso luoghi su cui depositare rifiuti di ogni genere.
La ragione del progetto del Parco Agroambientale alle Vignole nasce proprio dalla consapevolezza che è maturata in un gruppo di residenti nell’isola sul necessario recupero e riuso di luoghi abbandonati, per riportarli a nuova vita con funzioni economico-sociali tali da incentivare le comunità locali a reagire all’abbandono dei luoghi, impegnandosi a creare prospettive e opportunità di lavoro in particolare per i giovani. A partire proprio dal territorio che conosciamo e in cui viviamo.
L’isola della Vignole un tempo costituiva, insieme alle isole di S. Erasmo e Certosa, il limite della Laguna verso mare. Con la formazione dei moli foranei di Lido e Cavallino le tre isole sono divenute parte integrante della Laguna (da VAS per il PAT di Venezia, Deliberazione del Consiglio Comunale n°5 del 30-31/01/2021).
Si fa riferimento al PRG in quanto, “a seguito dell’approvazione del Piano di Assetto del Territorio, il Piano Regolatore Generale vigente è diventato il Piano degli Interventi per le parti compatibili con il PAT” (https://www.comune.venezia.it/it/content/pi-vprg). La VPRG per le isole di S. Erasmo e Vignole prevede alcune schede di ambiti assoggettati a progetti unitari con una loro coerenza rispetto alle Zone Territoriali Omogenee. L’area sulla quale insiste il progetto di Parco agroambientale pubblico con annesso impianto agrivoltaico ricade nella scheda del Progetto Unitario N 7 (Allegato D2 alla VPRG sopracitata).
Tavola del Progetto Unitario N 7.
Il progetto in sostanza amplia la superfice del Progetto Unitario 7 da 32.600 mq. a 42.000 mq. utilizzando completamente le aree inutilizzate del Demanio Marittimo. Gli obiettivi del Progetto Unitario N.7 di seguito riportati appaiono coerenti con la proposta di Parco agroambientale. La variante rispetto alla “VPRG per le isole di S. Erasmo e Vignole” che si richiede, non sembra costituire una variazione di sostanza. Come è stato già ricordato, la Variante alla VPRG per le isole di S. Erasmo e Vignole non genera significative modifiche dimensionali e funzionali riguardanti le previsioni del Piano approvato. L’allegato I alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 “Codice dell’Ambiente” e s.m.i. individua puntualmente i criteri per stabilire se lo specifico Piano o Programma, oggetto di approvazione possa avere effetti significativi sull’ambiente e fornisce un elenco di informazioni da inserire nel documento di screening. Per rendere più chiara tale previsione, di seguito viene eseguita una valutazione che utilizza una serie di temi ambientali che possono essere influenzati da un Piano urbanistico. Non essendo previsto l’inserimento di funzioni pericolose o l’intervento su ambiti intrinsecamente vulnerabili, l’attuazione delle previsioni della Variante non determina rischi di nessun genere a carico della popolazione e dell’ambiente. La Variante alla VPRG delle isole di S. Erasmo e Vignole legata al progetto di Parco agroambientale pubblico con annesso impianto agrivoltaico non modifica nella sostanza le destinazioni d’uso dell’area.
Nei capitoli precedenti è stato verificato che le modifiche introdotte con il progetto non hanno effetto negativo sulle matrici ambientali, non comportano rischi di creazione di situazioni in contrasto con la situazione ambientale e che, al contrario per alcune di esse si prevedono anche degli effetti positivi.
Si propone pertanto di non sottoporre a VAS la variante alla VPRG per le isole di S. Erasmo e Vignole necessaria per la realizzazione del progetto di Parco agroambientale pubblico con annesso impianto agrivoltaico, poiché alla luce dei documenti disponibili non si ritiene che le sue previsioni possano generare effetti negativi significativi sull’ambiente. (il testo completo sta in www.associazioneveras.it/vas).
La valutazione di incidenza ambientale è un atto previsto dal diritto dell'Unione Europea che ha lo scopo di accertare preventivamente se determinati progetti possano avere incidenza significativa sui Siti di Importanza Comunitari, sulle Zone Speciali di Conservazione e sulle Zone di Protezione Speciale.
L'area interessata dall’intervento è localizzata sull’isola delle Vignole e rientra all’interno della laguna di Venezia ed in particolare all’interno della ZPS IT 3250046 “Laguna di Venezia” e ZSC IT 3250031 “Laguna superiore di Venezia” ai sensi della Direttiva “Habitat” 92/43/CE e della direttiva 2009/147/CE di cui si riportano i dati essenziali di habitat, specie e caratteristiche del sito.
Zona di eccezionale importanza per lo svernamento e la migrazione dell'avifauna legata alle zone umide, in particolare ardeidi, anatidi, limicoli. Importante sito di nidificazione per numerose specie di uccelli tra i quali si segnalano sternidi e caradriformi. Presenza di tipi e sintipi endemici, nonché di specie animali e vegetali rare e minacciate sia a livello regionale che nazionale.
L'isola delle Vignole è stata inserita in una lista di biotopi meritevoli di tutela dal punto di vista paesaggistico e della biodiversità, che sono stati raccolti in una pubblicazione della Provincia di Venezia del 2006, curata dal Dott. Ivo Simonella “Atlante degli ambiti di interesse naturalistico della Provincia di Venezia”, Provincia di Venezia-Assessorato alle Politiche Ambientali, Cicero Editore, Venezia 2006).
L’isola presenta le inconfondibili caratteristiche del paesaggio agricolo lagunare. Significativi sono gli appezzamenti orticoli suddivisi da siepi, a volte arborate, con prugnolo (Prunus spinosa), acero oppio (Acer campestre) e olmo comune (Ulmus minor), presente anche con piccoli alberi. Nei ghebi è presente la tipica vegetazione alofila a salicornieto ed è diffusa anche la tamerice (Tamarix gallica) con filari ribordanti i canali interni”.
(Podarcis sicula), della rana verde (Rana synklepton esculenta) e del rospo smeraldino (Bufo viridis)”.
A seguito di sopralluogo effettuato dallo studio GECO - Gestione Ecosistemi nel corso della primavera ed autunno 2021 non è stato riscontrato nulla di rilevante in merito alle presenze faunistiche indicati nelle schede Natura 2000 (la cui maggioranza sono taxa riferibili alla ricchezza avifaunistica dell’area umida lagunare, non rinvenute nell’area destinata a parco agricolo) né tantomeno rispetto a quelle indicate dalla pubblicazione citata del 2006, che riportava in realtà soprattutto la ricchezza faunistica dell’isola della Certosa, più naturaliforme e con alcuni habitat boscosi meglio caratterizzati. Non sono stati rinvenuti nell’area neanche le specie di anfibi e rettili o mammiferi elencate nelle schede Natura 2000, sia quelle in allegato della direttiva 92/43/CEE sia quelle altre specie importanti riportate, in particolare, per la ZPS IT 3250046.
Il progetto prevede l’utilizzo del settore meridionale dell’Isola delle Vignole, circa 3,5-4 ha. L’area è stata utilizzata a scopi agricoli fino a poco più di vent’anni fa e si presenta con la tipica vegetazione che si ha nella ricolonizzazione spontanea di aree agricole. Complessivamente una copertura vegetale costituita da specie piuttosto banali ma in grado di svolgere importanti servizi ecosistemici quali: - sottrazione di CO2 dall’atmosfera - produzione di ossigeno, - funzione di filtro per quanto riguarda polveri sottili (PM 10, PM 2,5), ozono, ossidi di azoto, benzene, diossina ecc. - funzione di riparo e nutrimento per molte specie di insetti, uccelli e piccoli mammiferi. - sostenere popolazioni di pronubi
Non è stato rilevato un valore particolarmente significativo per gli aspetti vegetazionali e tantomeno non sono state osservate associazioni fitosociologiche ascrivibili agli habitat Natura 2000 indicati nelle schede riportate per ZPS IT 3250046 e ZSC IT 3250031, che sono riconducibili alle zone umide circostanti le isole lagunari, tra cui anche le Vignole, ma che non saranno toccate né direttamente né indirettamente dal progetto.
La vegetazione presente nella zona interessata dal progetto di Parco agricolo afferisce prevalentemente a macchie con un’associazione a prevalente copertura a rovo (aggregazione a Rubus ulmifolius) mentre la vegetazione arborea prevalente è riconducibile soprattutto a 5 specie: pioppo bianco, gelso, bagolaro, robinia e alloro, quest’ultimo in alcuni tratti con una discreta rinnovazione, indice di un clima con influenze mediterranee, tipico di alcune isole lagunari.
Dal punto di vista faunistico non è stato rinvenuto nulla di rilevante a parte alcune specie di passeriformi abbastanza comuni e non inseriti nelle liste Rosse redatte da IUCN tra cui prevalgono cinciallegra (Parus major), pettirosso (Erithacus rubecula) e scricciolo (Troglodytes troglodytes), passeriformi insettivori, presenti in zone agricole ben conservate e a basso impatto di fitofarmaci, oltre a più comuni merli e colombacci e qualche gabbiano comune o reale e alcune garzette, ma solo in transito sopra l’area, considerata che l’isola è all’interno del sito lagunare.
Pertanto il progetto non modifica in maniera sostanziale l’uso del suolo, tranne alcune strutture di dimensioni limitate a servizio del Parco Agricolo, ma che non avranno nessun effetto significativo sull’assetto vegetazionale dell’isola, rispetto alla vocazione orticola di quel territorio e non andranno di certo a variare le componenti più significative e meritevoli di conservazione della ZPS IT 3250046 e ZSC IT 3250031 indicate nella scheda Natura 2000.
Il progetto di parco agricolo, secondo la casistica indicata dell’Allegato A della DGR 1400/2017 al punto 2.2, comma 23, non necessita di Valutazione di Incidenza Ambientale per il motivo che rientra in quei “piani, progetti e interventi per i quali sia dimostrato tramite apposita relazione tecnica che non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000”.
Pertanto sulla base dell’attività esaminata e dei dati esposti si può con ragionevole certezza scientifica dichiarare che non sono possibili effetti significativi negativi sul sito Natura 2000 e sulla conservazione degli habitat o di specie presenti nell’area ZPS IT 3250046 “Laguna di Venezia” e ZSC IT 3250031 “Laguna superiore di Venezia” e si dichiara la Non Necessità di Valutazione di Incidenza Ambientale. (il testo completo sta in www.associazioneveras.it/vinca)
Il tema dell’abbandono di aree di territorio nella Laguna Veneziana ha subito un processo continuo reso drammaticamente evidente dalla riduzione della popolazione residente nelle maggiori isole lagunari come Murano, Sant’Erasmo e nella stessa piccola isola delle Vignole.
Ormai da molti anni, già negli anni ‘80, si è sviluppata nel nostro Paese una nuova consapevolezza culturale e sociale sui temi del necessario recupero e riuso di luoghi abbandonati, che siano edifici storici e no, terre abbandonate e non più coltivate, strutture industriali e fabbriche obsolete.
Il progetto del Parco Agro-ambientale pubblico nell’isola delle Vignole e la realizzazione della CER Vignole proviene da una profonda riflessione su questa condizione di abbandono che caratterizza tali aree, in particolare nei territori della laguna veneziana.
Il senso di questo progetto nasce proprio dalla consapevolezza che è maturata in un gruppo di residenti nell’isola sul necessario recupero e riuso di luoghi abbandonati. Nel caso delle Vignole il Demanio dispone di aree naturali in cui la natura da anni ha preso il sopravvento, e questa condizione di fatto favorevole, ha consentito di immaginare la realizzazione della nostra idea progettuale in una di queste aree disponibili, con l’obiettivo di riportarla a nuova vita con funzioni economico-sociali tali da incentivare le comunità locali a reagire all’abbandono dei luoghi, impegnandosi a creare prospettive e opportunità di lavoro in particolare per i giovani, e in particolare sul tema delle nuove energie.
Il progetto del Parco ha due punti cardine: produrre energia pulita a km0 nell’ambito di una Comunità Energetica Rinnovabile e riqualificazione ambientale dell’area, per piccole produzioni di cibo sano in un ambiente naturale.
Oggi, sulla base del quadro normativo europeo e nazionale, è concretamente possibile costituire una Comunità Energetica Rinnovabile che produce e consuma localmente l’energia prodotta da un piccolo impianto fotovoltaico: si tratta del primo cardine del nostro progetto, che punta a rendere la piccola isola delle Vignole "carbon free".
La produzione del cibo sano in un ambiente naturale è l’altro cardine della nostra idea progettuale.
Questo già avviene nell’isola e il nostro progetto intende valorizzare e far conoscere al meglio questa tradizione costruendo il Parco agro-ambientale pubblico delle Vignole, dove un sistema di piccoli orti per le scuole del territorio possono creare occasioni di sensibilizzazione e di cultura sul cibo sano, e delle sue relazioni con la salute e con i comportamenti corretti nei territori e nelle città.
I due punti si integrano in una serie di azioni di sensibilizzazione e di formazione, rivolte principalmente (ma non solo) ai giovani in età scolare e alle relative istituzioni, sollecitando la comprensione delle relazioni tra lo sviluppo di nuove energie pulite con l’agricoltura sana-organica.
Il senso del progetto è davvero riassumibile efficacemente in questi quattro termini: sviluppo delle relazioni tra territorio naturale, agricoltura organica, energia pulita, salute.
Il progetto del Parco Agro-Ambientale Veras sull’isola delle Vignole con la realizzazione della dell’impianto per la produzione dell’energia pulita, si rivolge a vari soggetti nella scena sociale sia locale che di un territorio più ampio.
L’obiettivo principale è costituito dalla piccola comunità locale (costituita da 53 persone e da tre piccole attività economiche) nei confronti della quale viene offerto un coinvolgimento diretto con la costruzione e gestione del Parco che produrrà e distribuirà energia pulita. Certamente riducendo il costo dell’energia per tutti, ma anche contribuendo alla riduzione dei gas climalteranti, e con la prospettiva di essere veri attori della transizione energetica con la prospettiva di rendere la piccola Isola della Laguna Nord carbon-free.
Il Parco agro ambientale con impianto fotovoltaico su serra si rivolge ai giovani e giovanissimi in età scolare del territorio Lagunare e Veneziano e alle relative famiglie, verso le quali si immagina un trasferimento dai giovani agli adulti degli elementi culturali che si possono acquisire nel corso delle esperienze didattiche e formative nel Parco con enfasi sulle relazioni “Territorio-Cibo-Salute” sostenute dalle energie pulite.
Infine, il target più ambizioso è forse quello di carattere politico-culturale. Si intende rappresentare nello scenario della Città Metropolitana di Venezia, e in quello più ampio sovranazionale, questa piccola esperienza che dimostra la reale possibilità di realizzare (e replicare) dal basso iniziative fuori da una logica miope e speculativa, caratterizzate invece dall’impegno attivo di una piccola comunità per contrastare la crisi energetica, insieme all’impegno per la protezione dell’ambiente naturale con un forte impegno sociale e educativo per la sua cura.
Qui sotto lo schema progettuale in una visione di insieme in cui dall’alto la struttura più evidente è costituita dalla serra fotovoltaica (agro voltaica) cui seguono due laboratori per le attrezzature necessarie per la manutenzione dell’area e quella prevista per la trasformazione dei prodotti orticoli. Proseguendo verso sud si nota la lunga serie di Orti che sono attrezzati anche con alcuni piccoli casotti che servono per riporre e custodire gli attrezzi necessari per il lavoro orticolo. Sul lato sinistro dello schema è indicata un’area camping destinata a ospitare gratuitamente giovani che in cambio dell’ospitalità potranno contribuire con loro lavoro a sviluppare il nostro progetto. Nell’area ancora più in basso sono previste alcune piccole strutture abitative per consentire la residenzialità (a livello minimo 25-30 metri quadrati) da parte di personale che si occuperà in maniera stabile delle manutenzioni necessarie, ma anche della attività necessaria a garantire la sicurezza complessiva dell'area in primis dagli incendi, ma dall'insieme degli atti che possono interferire con la normale attività del parco.
Ripartendo dall'alto dello schema verso il lato destro si trova l’area delle erbe aromatiche con la connessione col boschetto delle canne di bamboo.
Luogo di straordinario interesse soprattutto per i piccoli ma in genere per chi si addentra in quel paesaggio in cui ci si aspetta da un momento all’altro di vedere spuntare tra le canne una famigliola di panda. Il boschetto di bamboo è attraversato da una serie di camminamenti che vedete indicati in rosso, mentre in basso è indicata anche l'area teatro e accanto l'area destinata alla realizzazione di un piccolo Vigneto sempre destinato a uso didattico.
In basso l'area destinata alla formazione didattica open air e in campo ancora a sud sono previsti una serie di servizi per l'ospitalità quali punto vendita, servizi igienici, area picnic, bar ecc. Alla destra estrema è indicata in giallo tutta l'area di destinata a ormeggi dove andranno poi collocate le palline utilizzabili per la ricarica di imbarcazioni elettriche.
Tutta l'area è attraversata da una serie di sentieri che indicati in rosso o in verde che dovranno essere poi definiti con materiali leggeri sostanzialmente in legno che destinati sostanzialmente per la visita e l’utilizzo dei servizi che il parco agroambientale complessivamente sarà in grado di offrire.
Lo schema sopra rappresenta la collocazione dei volumi previsti che saranno edifici in legno di diversa dimensione di produzione industriale, mentre la struttura della serra agro voltaica è in acciaio.
Le superfici totali sommano a mq.464.
Nella tavola a sinistra in rosso i sentieri esistenti, in verde da tracciare, mentre nella tavola a destra un esempio di tracciati tematici come il -sentiero “panda” tra i bamboo, il -sentiero energia e degli arredi FV, il -sentiero degli orti, -sentiero dei percorsi vita e sospesi, -sentiero land art e teatro.