Gli affreschi e i dipinti

Questo dipinto rappresenta Santa Caterina: la riconosciamo dalla ruota che tiene appoggiata per terra.

I Castellanzesi di tanti anni fa la veneravano e l pregavano con devozione, in quanto mugnai, carrettieri, contadini vedevano nella ruota il simbolo delle loro fatiche.

Questo quadro è una copia di un antico originale andato perduto esposto nell'altare del più importante ospedale di Verona: "La Santa Casa della Misericordia", bruciato dopo un bombardamento nella seconda guerra mondiale. Era destinato ad essere visto dagli ammalati che sapevano di dover morire.

Vedere al centro del quadro Cristo ormai morto e pronto per la sepoltura li portava a identificarsi con Gesù, perchè anche Lui aveva sofferto ed era morto, ma risorto godeva del Paradiso.

GLI AFFRESCHI

L'affresco non è una semplice pittura murale, ma è quella tecnica che prevede si dipinga su intonaco fresco ottenuto da molta calce spenta e sabbia steso a piccole porzioni, facendo sì che il pigmento puro diluito in acqua venga assorbito e incorporato.

L'affresco si realizza dipingendo con pigmenti generalmente di origine minerale stemperati in acqua su intonaco fresco: una volta che nell'intonaco si sia completato il processo di carbonatazione, il colore viene imprigionato dai cristalli di carbonato di calcio e il manufatto acquista così particolare resistenza all'acqua e al tempo.

Nella nostra chiesa gli affreschi sono assai numerosi.

Intorno all'altare le pareti affrescate riproducono il Cristo e gli angeli.

Questo dipinto è stato realizzato da un artista locale che si spostava di paese in paese per realizzare opere di questo tipo nelle chiese di campagna, nelle cappelle, negli oratori...ispirandosi a un grande maestro che dipingeva tra l'inizio del 1400 e la fine del 1500.

Il pittore viene incaricato dal Comune di Castellanza di allora, di dipingere un affresco che ha per tema"la Madonna e più precisamente "La Madonna con il Bambino".

Maria tiene tra le braccia Gesù Bambino ed è seduta su un trono: per questo il titolo del quadro è "Maestà". La Madonna in trono tiene tra le dita della mano destra la corona del rosario, che offre al visitatore come strumento di preghiera.

Gesù è vestito con un abito dorato che indica "Santità". Con la mano destra "benedice": tiene tre dita rivolte verso l'alto ad indicare il Padre, Il Figlio e lo Spirito Santo; le due dita rivolte verso il basso invece specificano che Gesù è vero uomo e vero Dio.

Nel dipinto compare anche un cardellino, che sta a rappresentare l'anima del fedele che viene invitato a volare tra le braccia di Gesù, dove troverà gioia e pace.

Osservando il dipinto si nota un errore: se il pittore fosse stato ligio alla prospettiva e alla profondità, gli angeli che sono accanto al trono con i piedi davanti, appoggiati sui braccioli, avrebbero dovuto coprire con le loro aureole parte del trono: in realtà le aureole sono nascoste dietro.

Ciò perchè il pittore sceglie di valorizzare la Madonna a discapito della prospettiva, non vuole coprire quello che lui desidera mostrare.

Questo dipinto, realizzato nel 1640 non ha firma, ma in qualche modo si è riusciti a risalire all'autore. Sono due pittori originari di Legnano, che hanno realizzato quest'opera: i fratelli Giovanni Battista e Giovanni Francesco Lampugnani.

Davanti a Maria, inginocchiate, stanno due donne, una vestita di bianco/azzurro e l'altra di verde/ giallo, entrambe sono due martiri.

La donna di destra tiene in mano un ramo di palma, simbolo del martirio. La palma si dava ai vincitori delle gare: in questo caso la martire va incontro alla morte pur di non tradire Gesù. Si tratta di Santa Lucia che presenta alla madonna un vassoio sul quale ci sono i suoi occhi, gli stessi che le hanno strappato durante il martirio.

Santa Caterina è vestita di bianco/azzurro ed è appoggiata alla ruota perché viene messa alla prova con il martirio della ruota dentata, che aveva lo scopo di lacerare le carni. La ruota si rompe e Caterina non muore, allora viene decapitata.

Maria prende la mano sinistra di Santa Caterina e la avvicina a Gesù, infilandole l'anello che simboleggia "lo sposalizio mistico" perché pur di non separarsi da Cristo è andata incontro al martirio.

Testimoni della scena sono a sinistra San Giuseppe e a destra Sant'Ambrogio.

L'uomo che sta davanti, in ginocchio, vestito con abiti sacerdotali, è il committente del quadro. Non se ne conosce il nome, ma è sicuramente la persona che ha pagato quest'opera ed è qui rappresentato con un volto ben definito e particolareggiato.