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sclerosi laterale amiotrofica (SLA)

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA), anche indicata come malattia dei motoneuroni (MND) o morbo di Lou Gehrig dal nome del famoso giocatore statunitense di baseball che si ritiene sia stato il primo che abbia manifestato i sintomi di tale condizione, è una malattia neurodegenerativa la cui causa è ancora in buona parte sconosciuta.

La SLA è caratterizzata da spasticità muscolare, rapidamente progressiva, debolezza a causa di atrofia muscolare, e difficoltà a parlare (disartria), deglutizione (disfagia), e la respirazione (dispnea). Si consideri che la SLA è la più comune delle malattie del motoneurone. Si ritiene che la SLA è responsabile per 2 morti ogni 100.000 persone.

Il periodo di sopravvivenza medio dall’insorgenza dei primi sintomi, fino alla morte è di circa 3 anni. Meno del 5% dei soggetti affetti sopravvive più di 10 anni. Rari casi sopravvivono 50 anni o più. La maggior parte muoiono di insufficienza respiratoria.


CAUSE

Le cause, come detto, sono ancora da scoprire completamente. Un gran numero di soggetti affetti non trova una ragione all’insorgenza della malattia. In passato si pensava alle cause più diverse, per le quali esistono prove inconcludenti, quali i traumi cranici, il servizio militare, l’uso frequente di droghe, e la partecipazione a sport di contatto. Più recentemente, alcune ricerche hanno suggerito che ci possa essere un legame tra SLA e cibo contaminati da alcuni cianobatteri (blue-green algae). Senza ovviamente trovare mai conferme scientifiche.

Teorie di tipo metabolico ascrivono la responsabilità ad accumulo di glutammato nelle placche motrici dei nervi mortori con disturbi della trasmissione nervosa.

Sempre più frequente è però il riscontro di condizioni di forte predisposizione genetica.

La prima evidenza della causa genetica si ebbe nello studio di famiglie colpite più volte da tale condizione (familiarità). Un difetto presente sul cromosoma 21, che codifica per un enzima, la superossido dismutasi, è associato a circa il 40% dei casi familiari di SLA, o circa il 2% dei casi di SLA globali. Questa mutazione si ritiene essere trasmessa in maniera autosomica dominante (cioè il 50% dei figli di un genitore malato, ammalerà della stessa patologia). Il gene che presenta tali mutazioni è chiamato SOD1 e sono conosciute numerose mutazioni che possono alterare la normale funzione di tale gene.

Gli studi sui pazienti affetti e sulle modalità di insorgenza e trasmissione di questa malattia , soprattutto condotti nell’ambito di un grande studio genetico internazionale (chiamato progetto Mine) ha dato grande impulso alla ricerca degli errori genetici che possono far insorgere la SLA.

Si può affermare quindi che le cause genetiche (ancora conosciute solo in parte) siano causa della malattia o siano responsabili di una “predisposizione” a svilupparla ed iniziare a monitorare le proprie condizioni per rasserenarci e, nella malaugurata ipotesi la condizione tendesse a manifestarsi, riconoscere prontamente i primi sintomi ed iniziare la terapia prima che i danni si realizzino. E’ noto infatti che anche le poche terapie oggi in uso, come il Riluzolo, non esercita un effetto terapeutico sul funzionamento dell’apparato locomotore, sulla funzionalità polmonare sulla forza muscolare e sui sintomi motori una volta che tali problematiche si siano già realizzate. La diagnosi precoce invece permette di rallentare, in modo significativo, il processo.


COSA ANDIAMO A RICERCARE CON IL NOSTRO SCREENING GENETICO

Lo studio genetico da noi compiuto si distingue in due gruppi di soggetti:

  1. Soggetti con storia familiare (ad alto rischio)
  2. Soggetti senza storia familiare (a basso rischio)

Nei soggetti ad alto rischio si deve eseguire innanzitutto una ricerca genetica sul soggetto affetto. L’individuazione della specifica mutazione genetica (in genere sul gene SOD1) verrà poi ricercata nei familiari che intendono conoscere il loro rischio di aver ereditato tale mutazione.

Nei soggetti a basso rischio non ci si può accontentare di studiare solo i geni che sappiamo essere i più frequenti, ma andremo a rilevare eventuali mutazioni su di un pannello molto ampio di mutazioni genetiche per le quali oggi vi è una certa evidenza scientifica di tale potenzialità patogenetica.

I geni da noi esaminati sono i seguenti: SOD1, C9orf72, TARDBP, VCP, FUS, ANG.

Di ognuno di questi geni verranno esaminati le mutazioni che più frequentemente sono associate alla SLA.

Un elenco preciso delle mutazioni esaminate verrà poi riportato nel referto diagnostico.