I materiali sono molteplici, infiniti:
materiali pittorici più classici (pittura di vario tipo, matite colorate, gessetti, pennarelli), materiali più sensoriali, relazionati alle texture e agli odori
elementi naturali e/o da riciclo: pietre, conchiglie, bastoncini di legno, rotoli di cartone, sabbia, terra, foglie, fiori, fili, riviste, lana...
basi di diverso tipo, fogli di varie dimensioni, colori, spessore, scatole, legno, stoffe...
creta, plastilina, gesso
È importante mettere a disposizione una varietà di materiali, facilitare un'immersione che possa stimolare la curiosità, il gusto per la scoperta, ma al tempo stesso che possa trasmettere sicurezza. C'è chi preferisce partire da qualcosa che conosce o che stimola un ricordo o una sensazione piacevole, c'è chi preferisce sperimentare a partire da un materiale inusuale o chi vuol essere accompagnato a scoprire i materiali.
I materiali devono rappresentare un invito a giocare, creare, voler scoprire e non una minaccia, per questo motivo sarà importante anche la loro disposizione nello spazio e l'accompagnamento attento ma discreto dell'arteterapeuta.
All'interno di un processo arteterapeutico si invita ad usare i materiali in modo libero e spontaneo, in assenza di giudizio estetico.
La creazione, dentro del setting arteterapeutico può assumere varie forme e dimensioni: disegno, pittura, collage bi o tridimensionale, mix di immagine più scrittura, scrittura, scultura.
Può essere effimera o permanente.
Può essere trasformata o distrutta.
La creazione facilita un dialogo interno con i propri vissuti emozionali, che a volte risultano complessi da esprimere a parole, ma che si disvelano e assumono diversi significati durante il processo di creazione.
In un momento successivo il distanziamento dalla propria creazione, può portare a una integrazione di vissuti, a nuove scoperte ...
Si tratta di un processo dinamico, in evoluzione, di un fare e rifare che lascia una traccia, che costruisce una nuova narrazione.
La creazione è anche uno strumento importante di lavoro per l'arteterapeuta. Il processo di comprensione e di rielaborazione dell'esperienza e dei vissuti della persona e della stessa terapeuta all'interno della relazione, non avviene solo con una revisione scritta della sessione o la supervisione costante, ma anche attraverso "un'immagine risposta".
Si tratta di una creazione fatta dall'arteterapeuta, generalmente dopo la sessione, e rappresenta un momento di rincontro visuale e mentale con la persona e il processo vissuto. Si esplorano i linguaggi plastici e simbolici per aumentare una comprensione e una vicinanza con la persona e anche per la cura di sé, come terapeuta coinvolto in una relazione attiva.
Il modello terapeutico relazionale, è alla base del mio approccio nei percorsi di arteterapia.
Ciò significa riconoscere il ruolo centrale della relazione tra due persone e affermare che l'arteterapeuta è un soggetto attivo, partecipante, autenticamente presente all'interno del rapporto terapeutico.
Non è lì per risolvere problemi o dare soluzioni, ma per facilitare, cercare insieme, promuovere, testimoniare con il suo sguardo e la sua presenza, la ricerca di ciò che può risultare utile per la persona.
In arteterapia la relazione assume diverse dimensioni:
tra persona e arteterapeuta
tra persona e materiale/ creazione
tra arteterapeuta e materiale/creazione.
Queste diverse dimensioni relazionali facilitano una comunicazione a livello verbale e non verbale, e fanno riferimento a quelli che potremmo definire i tre fattori terapeutici propri dell'arteterapia:
l'esperienza creativa / processo creativo
il distanziamento dall'immagine per rielaborare l'esperienza
il rapporto di fiducia e senso di sicurezza con il/ la terapeuta.
Ogni relazione, ogni processo è unico e differente, rappresenta un viaggio condiviso, da progettare e rivedere passo a passo.