Studi dimostrano come per la memorizzazione a lungo termine le ripetizioni frequenti siano molto meno efficienti rispetto a poche ripetizioni effettuate nei momenti giusti (poco prima che l'informazione venga dimenticata). Altri studi (1, 2, 3) che lo dimostrano.
Immaginiamo di voler immagazzinare un'informazione. Il corpo umano è una macchina pigra, e se può risparmiare energia lo fa: "trattengo questa informazione per 24 ore, poi se non la rivedo più significa che non serve a nulla e la elimino". Se però dopo 23 ore io ho bisogno dell'informazione e la richiamo attivamente dalla mia mente, allora il mio cervello penserà "ok, effettivamente ci è stata utile, meglio trattenerla altri 7 giorni e vediamo come va". Se la stessa informazione invece di richiamarla attivamente l'avessi semplicemente letta da qualche parte (richiamo passivo), il mio cervello avrebbe potuto pensare "ok, è già scritta qua, non c'è bisogno che me la ricordi anche io". Invece, tramite il richiamo attivo, mano a mano richiamandola poco prima che l'informazione venga dimenticata, il nostro cervello aumenterà progressivamente il tempo per cui la manterrà immagazzinata, spostandola poco a poco dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. Il meccanismo non ha un tempo limite, ed è per questo che potenzialmente si può utilizzare questo programma per immagazzinare informazioni per sempre.
Troppa roba da leggere? Allora ecco qua un fumetto interattivo, veramente stupendo, che ti spiega passo passo, con esempi ed esercizi divertenti cosa sono le ripetizioni dilazionate.