Giornata della Gioventù- Lisboa2023
La Giornata Mondiale della Gioventù, spesso chiamata con la sigla GMG, è un incontro internazionale di spiritualità e cultura dei giovani cattolici, promosso dalla Chiesa cattolica su iniziativa del papa.
Tali incontri ebbero inizio nel 1985 per intuizione di papa Giovanni Paolo II, il quale tuttavia non si considerò mai il fondatore delle GMG, piuttosto affermava: «i giovani le hanno create».[1] Egli desiderava promuovere le aspirazioni dei giovani ad avere un proprio spazio nella chiesa e nel mondo, e, disponendosi a sostenere la loro iniziativa, creò la "Sezione giovani" del Pontificio Consiglio per i Laici, che coordina la realizzazione delle giornate. Dal 2016, con la soppressione di questo organo, queste competenze sono passate al nuovo Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
Le Giornate mondiali della gioventù vengono celebrate secondo due modalità:
a livello internazionale, ogni due o tre anni in una specifica città del mondo scelta volta per volta dal pontefice, con un grande raduno che avviene secondo modalità consolidate negli anni e con un grande numero di partecipanti da ogni parte del mondo. L'ultimo incontro internazionale, il quarto presieduto da papa Francesco, si è tenuto dal 1º al 6 agosto 2023 a Lisbona, in Portogallo;
a livello diocesano, ogni anno: gli incontri sono organizzati dalle varie diocesi mondiali e in piazza San Pietro a Roma con il papa. Originariamente fissata alla domenica delle Palme, è stata spostata da papa Francesco alla solennità di Cristo Re (la domenica tra il 20 e il 26 novembre) a partire dal 2021.
La Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) Lisbona 2023 ha presentato alcune novità che, finora, non erano mai state presenti in nessuna delle precedenti edizioni del più grande incontro dei giovani di tutto il mondo con il Papa.
Tra il programma ormai tipico degli incontri passati, la GMG Lisbona 2023 ha presentato alcune novità:
"Non ci rendiamo conto che isolare gli anziani e lasciarli alle cure di altri senza un adeguato e amorevole accompagnamento familiare mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani di quel necessario contatto con le proprie radici e con una saggezza che la gioventù da sola non può raggiungere", ci dice Papa Francesco nella sua Enciclica Fratelli Tutti. Con questo spirito, la GMG di Lisbona 2023 ha posto a tutti i Capi Equipe e ai Volontari la sfida di portare la Giornata Mondiale della Gioventù a coloro che non possono essere presenti. In comunione con il Papa, il Gesto Missionario è stato la visita di tutti i Volontari, resi missionari della GMG Lisbona 2023, ai più vulnerabili. Attraverso questo Gesto, i Volontari hanno visitato più di 600 istituzioni di ogni tipo - come case per anziani, centri per tossicodipendenti, ospedali, carceri e centri per persone con disabilità - che, in totale, rappresentavano più di 48.000 persone.
Per offrire ai giovani un'esperienza in linea con il cammino sinodale vissuto nella Chiesa universale, è stato proposto un nuovo modello di catechesi della Giornata Mondiale della Gioventù. Gli incontri Rise Up hanno sfidato i giovani a riflettere sui grandi temi lanciati dal pontificato di Papa Francesco: Ecologia integrale, Amicizia sociale e Misericordia.
Per rendere la GMG Lisbona 2023 accessibile a tutti coloro che non hanno potuto essere fisicamente presenti, la GMG TV ha seguito l'intera Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023 nelle cinque lingue ufficiali - portoghese, spagnolo, francese, italiano e inglese. Diffusa nei vari spazi e luoghi del più grande raduno di giovani di tutto il mondo, la GMG TV ha permesso alla GMG di essere davvero per tutti.
Oltre alle famiglie ospitanti che hanno aperto le loro case ai giovani pellegrini di tutto il mondo giunti a Lisbona per incontrare il Papa, la GMG Lisbona 2023 ha potuto contare anche sul sostegno delle "Caring Families", assistenti volontari su cui i giovani hanno potuto contare per qualsiasi situazione di bisogno.
La Città della Gioia è il nome dello spazio che ha riunito la Fiera delle Vocazioni - dove i giovani pellegrini hanno potuto entrare in contatto con vari movimenti, associazioni, comunità, ordini religiosi e progetti sociali - e il Parco del Perdono - lo spazio dove i pellegrini hanno potuto incontrare il Cristo Misericordioso attraverso il Sacramento della Riconciliazione.
Oltre al Festival degli influencer cattolici, che aveva come motto "La Chiesa ti ascolta" e si è svolto nel bel mezzo della Giornata Mondiale della Gioventù il 4 agosto, è stato creato uno spazio per gli influencer per fare rete. Questo spazio ha dato l'opportunità agli influencer cattolici di tutto il mondo di conoscersi e di conoscere i diversi modi in cui portano il Vangelo ai giovani che li seguono
Fonti: Wikipedia e sito GMG2023
Testimonianze dei ragazzi
"Io mi vorrei soffermare sugli eventi principali della GMG che abbiamo vissuto: la messa di benvenuto, l’accoglienza del papa e la via crucis.
La messa di benvenuto celebrata dal patriarca di Lisbona, si è tenuta la seconda sera dal nostro arrivo in Portogallo. La prima cosa che mi ha colpito è stata il numero di presenti (250.000, che con il passare della settimana aumentò fino ad arrivare a un milione e mezzo di partecipanti alla veglia e alla giornata finale). Durante la sua omelia il patriarca ha spiegato il perché ha scelto come tema di quella giornata mondiale della gioventù il versetto di Luca “Maria andò e si alzò di fretta”: va bene essere di fretta, ma senza ansia. Infatti il cardinale disse: “Di fatto, proviamo ansia per ciò che ancora non abbiamo e desideriamo ardentemente. La fretta è diversa, è un condividere ciò che già ci spinge all’azione. Si tratta perciò di un’urgenza serena che non conosce esitazioni. Siete arrivati qui e, durante la vostra permanenza, date agli altri ciò che a vostra volta avete ricevuto. Ricordo a questo proposito un passo relativo ai primi cristiani, in una società che faceva fatica a capirli: “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi... con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza...” (1 Pt 3, 15-16).” Questa gioia che a noi giovani ci ha fatto di andare di fretta, in quei giorni si è fatta sentire tanto che nella cerimonia di accoglienza il papa ha iniziato il suo discorso dicendo: “Sono felice di ascoltare il simpatico chiasso che fate e di farmi contagiare dalla vostra gioia.”. E dopo papa Francesco ha proseguito il suo discorso parlando della chiamata che Gesù fa ad ognuno di noi e che Dio ci chiama e ci ama così come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo.
Molto emozionante, infine, è stata la via crucis di venerdìì sera, nella quale le testimonianze, le coreografie e il palco ci hanno emozionato, a me ha colpito soprattutto che alla 14° stazione ci siamo messi tutti in ginocchio per tutta la durata di questa. È difficile descrivere la sensazione provata quando insieme ad un milione di persone sei in ginocchio ad adorare la croce e ti senti parte di un tutto. Vorrei concludere con due frasi del Santo Padre che ha pronunciato prima della Via Crucis: “Gesù cammina, ma spera qualcosa, spera la nostra compagnia, spera che guardiamo… Non so, spera di aprire le finestre della mia anima, della tua anima, dell’anima di ciascuno di noi. Come sono brutte le anime chiuse, che seminano dentro e sorridono dentro! Non hanno senso. Gesù cammina e spera con il suo amore, con la sua tenerezza, di darci consolazione, di asciugare le nostre lacrime. […] E Gesù cammina fino alla Croce, muore sulla Croce, affinché la nostra anima possa sorridere.”
Giacomo Giusto, 20 anni
"Io porto come testimonianza quella delle catechesi, ovvero gli incontri “Rise Up”, con gli interventi degli ospiti che si sono tenute dal 2 al 4 agosto e la veglia descrivendo le parole di Papa Francesco. Partendo dalle catechesi riporto dei concetti del nostro vescovo Claudio Cipolla su cui si è soffermato molto: “La Quotidianità” che deve essere vissuta a pieno e non con superficialità perchè è nella nostra quotidianità che si vive la fede; “L’Affrettarsi” in quanto non bisogna avere fretta e collegandosi alla quotidianità, sul concetto di fare le cose, ma bisogna essere frettolosi nei confronti della fede in Dio in quanto ci può dare una marcia in più per andare avanti nella nostra vita. Oltre al vescovo di Padova ha parlato anche il Vescovo di Genova, mons. Marco Tasca, che si è espresso sui concetti della “Fragilità” e “Debolezza” e su quanto sia importante affrontare i problemi e risolverli insieme ringraziando anche del dono della comunicazione che ci permette di avvicinarci con altre persone nonostante le problematiche che possono capitare nella vita.
Per quanto riguarda la Veglia, che è stata una fatica dal punto di vista fisico, parto dal descrivere la giornata che è iniziata molto presto in modo da arrivare al Campo de Graça all’interno del Parque Tejo di Lisbona, e assicurarci un posto per dormire poi la sera. Siamo stati al sole diverse ore e in assenza di vento, cosa che a Lisbona è molto frequente. Una volta arrivata la sera e aver cenato, ha avuto inizio la Veglia che si è basato sul concetto della “Gioia” che non la si deve tener chiusa ma la si deve esprimere alle persone e riuscire, nel caso, a scoprirla a contatto con esse e nel dialogo con gli altri. Un altro tema su cui si è focalizzato è quello del rialzarsi e non rimanere a terra una volta caduti, tutto è partito da una frase detta da lui che deriva però dagli alpini che dice “nell’arte del scalare una montagna non è importante se si cade, ma l’importante è non rimanere a terra” e lì si è basata tutta l’omelia, spronandomi a rialzarci sempre, ad aiutare il prossimo e a non guardare le persone a terra con aria di superiorità ma guardandole con spirito di aiuto ed aiutandole e questo mi è rimasto molto impresso. Inoltre la nottata trascorsa tra la gente a mio avviso l’ho passata discretamente nonostante la poca comodità, le poche ore di sonno ma bisogna tenere conto soprattutto che poteva piovere e per tutta la GMG per fortuna c’è stato il sole. Infine, per quanto riguarda la Messa conclusiva della mattina, il Papa oltre a farci riflettere nuovamente sul concetto di rialzarsi si è espresso su quello del brillare facendoci capire che diventiamo luminosi una volta che accogliamo Gesù nella nostra vita e manifestiamo l’amore che ci dà, infatti quando facciamo gli egoisti tendiamo a non manifestare questa luminosità. per concludere vorrei dire una citazione che mi è rimasta impressa e l’ha detta Papa Francesco al termine della veglia, ovvero: “non abbiate paura, non temete” spronandoci a ripeterla nel nostro cuore per capire se ne abbiamo bisogno di portarsela nel nostro cammino."
Nicola Saladin, 21 anni
"La mia esperienza comincia da quando Don Lorenzo mi propone di partecipare alla GMG del 2023, partecipando anche a degli incontri di preparazione a Montagnana, con tante persone che non avevo mai visto prima di quel momento, insieme ai miei 2 amici. Nonostate tutti gli incontri con tutti i bravissimi accompagnatori spirituali, ho capito solamente dopo l’esperienza quanto questo fosse importante
La cosa che più di tutte mi ha colpito è il numero impressionante dei giovani che si sono incontrati con il nostro meraviglioso Papa Francesco (il più giovane fra i giovani) che rappresenta il Cristo vivente fra noi. Giovani di tutte le nazionalità e di tutte le culture, un tripudio di bandiere di tutti i colori provenienti da tutti gli angoli della Terra riuniti in nome di Gesù.
Fa molto effetto trovarsi fra un milione e mezzo di persone che in un religioso silenzio adorano l’Eucarestia e pregano. Un milione e mezzo di persone che si interrogano e riflettono su temi importanti come l’amore verso il prossimo, la solidarietà verso gli altri, soprattutto i più deboli e la salvaguardia del creato. Vedere che anche i tanti parroci che ci hanno accompagnato e i Vescovi che ci hanno raggiunto si sono messi in gioco con noi giovani è stato molto importante: è stata la testimonianza che la Chiesa e la fede sono anche per noi giovani.
Partecipare alla GMG non è stato come andare in vacanza. A parte il viaggio durato 2 giorni per l’andata e altrettanti per il ritorno (40 + 40 ore di pullman), ogni giorno abbiamo dovuto affrontare lunghi spostamenti in pullman e con i mezzi pubblici per raggiungere i luoghi in cui si svolgevano gli incontri mattutini di catechesi e le varie celebrazioni. Abbiamo preso la pioggia e siamo stati ore sotto il sole a temperature elevate, abbiamo mangiato cibi confezionati a volte molto frugali. Soprattutto durante i 2 giorni che ci hanno visti impegnati nella veglia e nella messa finale abbiamo condiviso con molte persone spazi ristretti e servizi igienici chimici. Dormire per terra, all’aperto, sotto le stelle col rumore dell’oceano fra un’infinità di persone è una emozione incredibile.
Mentre la maggior parte dei ragazzi ha dormito presso palestre o palazzetti dello sport, io e Nicola abbiamo avuto la grande fortuna di essere ospitati da una famiglia composta da marito e moglie, Francisco e Maria. Parlavano esclusivamente portoghese, lingua che non conoscevo minimamente. Comunicavamo con i gesti e con qualche parola che via via ho imparato ma ci hanno accolto con un calore immenso e coccolato e accudito facendoci sentire ogni giorno a casa. L’ultimo giorno ci siamo salutati con le lacrime agli occhi. L’ospitalità portoghese è una cosa magnifica.
Cosa ci si porta a casa da un’esperienza simile. Io ho portato anche l’ennesima variante di Covid, ma per fortuna moltissimo altro.
Innanzi tutto, legami: legami nuovi con i ragazzi del Vicariato e della Diocesi, specialmente quelli di Padova, delle località di Chiesanuova e Montà che ho conosciuto ex novo e con alcuni dei quali sono ancora in contatto, specialmente i due parroci speciali che ci accompagnavano, ovvero Don Alberto Pastorello e Don Pier Paolo. E poi legami con la miriade di persone che ho conosciuto che non incontrerò mai più, ma che sicuramente mi hanno arricchito.
Papa Francesco è rimasto a Lisbona 5 giorni e durante le varie celebrazioni ci ha inviato numerosi messaggi importanti. Quelli che mi sono rimasti più impressi sono 2. Il primo è che Gesù ci conosce e ci ama esattamente per quello che siamo, con i nostri limiti e difetti. Gesù ci invita a seguirlo e ci chiama per nome, chiama proprio noi; nella Chiesa c’è spazio per TODOS, TODOS, TODOS (TUTTI, TUTTI, TUTTI). Per Lui tutti siamo importanti, non dobbiamo avere paura di porci domande o di avere dubbi, perché è un modo per parlare con Lui.
Il secondo messaggio che mi ha colpito molto è il seguente: “L’unico motivo lecito per guardare una persona dall’alto in basso è per aiutarla a rialzarsi”. A tutti capita di cadere o di vedere qualcuno che è caduto ed ha bisogno di aiuto. E continuando con le parole del Papa: quante volte vediamo persone che ci guardano così dall’alto in basso, è triste. Incredibile quanto le parole di Papa Francesco così semplici ma profonde arrivino subito al cuore.
Infine per dirla sempre con le parole del Papa voglio dire un particolare OBRIGADO (grazie) a don Lorenzo per avermi dato questa incredibile e indimenticabile possibilità: OBRIGADO DON LORENZO, DON ALBERTO ARZENZON e DON ALBERTO PASTORELLO"
Davide Carpi, 21 anni
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