La civiltà della valle dell'Indo si colloca tra le più antiche civiltà del mondo, insieme a quelle della Mesopotamia e dell'antico Egitto.
Si sviluppa dal 3200 A.C. al 1500 A.C.
Il fiume Indo nasce dalle alte vette dell'Himalaya in Tibet a 5500 metri di altezza e sfocia nel Mar Arabico. Il suo ultimo tratto scorre attraverso pianure verdeggianti. Qui, circa 6000 anni fa, si stabilirono i primi insediamenti.
L'antica civiltà indiana si sviluppò intorno al 2500 e 1700 a.C. lungo le rive dell’Indo e intorno al 2500 a.C. sorsero numerose città molto organizzate.
Fra il 1500 e 1200 a.C. questa civiltà scomparve per cause ancora poco chiare.
La civiltà dell'I Indo si sviluppa nei territori che si espandono tra il Pakistan e l'India, in Asia Meridionale.
Il clima favorevole, l'abbondanza d'acqua, l'uso dell'aratro e la costruzione di sistemi di canali resero possibile anche in questa regione lo sviluppo di una civiltà agricola, dedita soprattutto alla coltivazione di grano e orzo in grande quantità, così da permettere importanti scambi commerciali con altri popoli. Era praticato anche l'allevamento di capre, bufali, bovini, maiali e asini.
Gli abitanti delle città erano anche commercianti e artigiani. I mercanti indiani arrivarono fino al Mediterraneo passando per la Mesopotamia: sembrava avessero dei magazzini per depositare le merci anche in alcune città sumere. Essi commerciavano pietre preziose, legno, metallo, avorio e cotone. Probabilmente furono i primi a coltivare il cotone e ad utilizzarlo per le stoffe.
Tra gli artigiani vi erano fabbri e orafi che realizzavano oggetti preziosi in oro e lapislazzuli, una pietra molto dura che si trovava nelle miniere del luogo.
Le città della valle dell'Indo erano molto belle e molto popolose: alcune arrivavano ad avere anche 30.000 abitanti.
Tra le città più importanti vi erano Harappa e Mohenjodaro.
Tutte le città erano governate da un re-sacerdote e presentavano una pianta regolare con una rete stradale ben organizzata. Erano suddivise in due zone principali: una sopraelevata detta cittadella che ospitava templi, piscine sacre e il palazzo del re; più in giù si trovava la città bassa, dove il popolo viveva in case a più piani.
La vita politica ed economica della città era molto organizzata. Le città più vicine al fiume Indo erano dotate di canali e vasche per contenere le acque delle piene.
In città l'acqua era garantita dai pozzi ed esisteva anche una rete fognaria realizzata con dei condotti coperti che passavano lungo le strade principali.
I contadini vivevano nelle città, dove c'erano anche i magazzini per riporre gli attrezzi e i raccolti. Attorno a questi si trovavano officine, botteghe e negozi.
La città di Harappa aveva una pianta regolare e una rete di strade molto precisa.
La città comprendeva le abitazioni e alcuni edifici pubblici come i granai.
Gli edifici più importanti erano costruiti con mattoni cotti o fatti essiccare al sole. Le case erano a due piani e, in alcune di esse, si trovava anche una stanza da bagno.
A partire dal 3.300 a. C. e fino ad almeno al 1.500 a. C. , è fiorita lungo il fiume Indo una grandiosa civiltà ancora poco conosciuta, caratterizzata da città monumentali, uso della scrittura (non ancora decifrata) ed agricoltura sviluppata.
L’area geografica nella quale si estendeva questa civiltà copriva quasi tutto l’odierno Pakistan e parte dell’India Nord-Occidentale.
Mohenio Daro si estendeva per 100 ettari (un Km quadrato) e si stima che avesse una popolazione di 70.000 abitanti.
Molte abitazioni erano dotate di sala da bagno e di un sistema di eliminazione delle acque sporche che fluivano in canali di scolo presenti in tutta la città.
Alcuni edifici erano alti fino a tre piani ed in città erano presenti granai e fornaci per il riscaldamento dell’acqua destinata alle abitazioni. c'era anche un bagno pubblico costituito da una grande piscina circondata da varie stanze. Non sono stati identificati con certezza edifici di culto.
Al centro della città c'erano i templi e i palazzi più importanti. Gli indi erano politeisti e la divinità principale era una donna, simbolo di fertilità.
Gli indi credevano alla vita dopo la morte: lo dimostrano il fatto che i morti venivano sepolti con vasi e anfore che contenevano cibo. In seguito con l'invasione degli Arii si impose la religione vedica da cui derivano induismo e buddhismo.
Le città erano governate da re-sacerdoti, venerati dai sudditi come divinità.
La società era divisa in classi:
re-sacerdoti
artigiani
mercanti
contadini ( costituivano la classe più numerosa)
re-sacerdote
Le popolazioni della valle dell'Indo conoscevano la scrittura, ma gli studiosi non sono stati ancora in grado di decifrare le iscrizioni ritrovate.
Probabilmente si tratta di una scrittura ideografica.
Le fonti più importanti per conoscere la civiltà dell’Indo sono 2000 sigilli.
I sigilli sono prevalentemente di steatite, di forma quadrata, dai 17 ai 30 mm. di lato, con una protuberanza forata nella parte posteriore. Vi sono incise immagini di animali, per esempio il bufalo, l’elefante e il rinoceronte e fra i motivi zoologici più frequentemente raffigurati spicca un animale simile al bue con un lungo corno, animale probabilmente sacro. Accanto alle immagini vi sono dei segni che gli storici non sono ancora riusciti a decifrare.
Il commerciante li portava con sé, forse per contrassegnare i contenitori in cui conservava la merce.
Alcuni di questi sigilli, sono stati ritrovati proprio in Mesopotamia, a prova degli scambi commerciali, esistenti tra le città dell’Indo e le città della Mesopotamia.
Steatite: Minerale, varietà compatta di talco, detto anche pietra saponaria.
Gli Indi furono i primi a coltivare, filare e tessere il cotone
La steatite è utilizzata ancora oggi per la realizzazione di sculture ed oggetti ornamentali.