Storicamente, il coniglio Grigio piemontese ebbe origine dalla razza autoctona Grigio Comune ed è una razza a medio-lento accrescimento e scarsa efficienza riproduttiva, per la produzione di carne tipica e macellato al peso di 3,5-4,5 Kg (fino a 5 mesi, 150 gg). La produzione di carne di coniglio in Piemonte risale comunque a tempi precedenti lo sviluppo della coniglicoltura industriale, come testimoniato dal Demarchi in “La carne del coniglio - sue proprietà nutritive - diverse maniere per cucinarla. Istruzione popolare di Plinio” (1874). L’Istituto Nazionale di Coniglicoltura di Alessandria, fin dal 1926, si occupò dell’allevamento e miglioramento del Grigio piemontese, fino ad ottenere una razza “nostrana migliorata”. Il suo areale di allevamento riguarda tutte le aree collinari della Regione, in unità produttive di piccole dimensioni situate nelle aree della zona d’origine della razza (collina alessandrina, cuneese ed astigiana), dove ne restano a testimonianza il coniglio Grigio di Carmagnola, ma anche le varietà di Monferrato, di Alessandria e del cuneese. Veniva impiegato nella preparazione, già dall’800, di piatti tipici della tradizione (ad es. il “tonno” di coniglio, la cui invenzione sarebbe attribuita ai frati di Avigliana per la quaresima). Rappresenta una produzione di nicchia sempre più a rischio, anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione rurale.