SESSIONE 14

La metamorfosi delle Periferie in Poliferie: la nuova opportunità delle città del Neoantropocene

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Enrico Nicosia, Università degli Studi di Messina

Lucrezia Lopez, Università di Santiago de Compostela

L’urbanista palermitano Maurizio Carta ha proposto, da tempo, di denominare le città del futuro “poliferie” ossia la combinazione di pòli (molteplice) e phérein (portare), cioè luoghi plurali capaci di generare la nuova città policentrica. Ma le “poliferie” incarnano anche la combinazione di pólis (città) e phérein, cioè luoghi capaci di originare nuove forme di città creative. Da qualche anno in Europa stiamo assistendo ad una rivoluzione urbana che si dipana dalle periferie, luoghi incastonati ai margini dai centri che oggi sono stati trasformati in laboratori di sviluppo, di resilienza, di innovazione sociale e di creatività. Di fronte alla ricerca di una nuova urbanità scandita da ritmi meno caotici, per gestire il nuovo conflitto tra centri che si svuotano e periferie che si ripensano, è necessaria una rivoluzione del Neoantropocene. In Europa il Neoantropocene può trovare terreno fertile di sperimentazione nei centri storici in abbandono e nelle grandi periferie del Novecento fortemente limitate e relegate ai margini spaziali. Disposte lungo tutto il vecchio continente, si moltiplicano le esperienze di resilienza e creatività nelle periferie, costituendo un crogiolo di individui e archetipi, una varietà di luoghi che si compongono da nord a sud, dalle metropoli alle aree interne. Per tale motivo, l’obiettivo della sessione proposta è quello di condividere e mettere a confronto le differenti voci e risposte che associate alle periferie europee, ne riscoprono le potenzialità. Da ambienti resistenti al paradigma modernista della città competitiva, le periferie, divengono riserve di resilienza in cui è possibile ritrovare le caratteristiche identitarie, comunitarie, paesaggistiche da cui possono ripartire le città del terzo millennio. L’impegno nell’affrontare la questione della riqualificazione delle periferie, trova una nuova linfa non solo nel recupero fisico, nel risanamento ambientale o nel potenziamento dell’accessibilità, ma intervenendo sulla complessa capacità rigenerativa dei tessuti sociali, spaziali, economici e produttivi.

Discussant: Rubén C. Lois Gonzalez (Università di Santiago de Compostela), Simone Betti (Università di Macerata).


Riferimenti bibliografici:

Bathelt, H., Feldman, M., Kogler, D.F. (Eds.) (2012). Beyond Territory Dynamic Geographies of Innovation and Knowledge Creation. London: Routledge.

Carta, M. (2019). Futuro. Politiche per un diverso presente. Soveria Mannelli: Rubettino Editore.

Schröder J., Carta M., Ferretti M., Lino B. (2018). Dynamics of Periphery: Atlas for Emerging Creative and Resilient Habitats. Berlin: Jovis.

SLOT 1

Le periferie, tra discriminazione e mito.

D. Paragano

daniele.paragano@unicusano.it

Il quartiere periferico di Librino a Catania: da criticità urbana a nuova centralità culturale e sportiva.

E. Nicosia

enicosia@unime.it

I Quartieri Spagnoli: da incubatore di idee a laboratorio di azioni per una rigenerazione della città di Napoli.

G. Citarella

gcitarella@unisa.it

Percorsi innovativi nelle poliferie genovesi. Il caso della Cooperativa Borghi sparsi di Serra Riccò.

L. Brocada, A. Primi

primi@unige.it

SLOT 2

Messina: Il debole policentrismo endemico di una città “lineare”.

C.M. Porto

cporto@unime.it

Dall’emarginazione delle periferie alla necessità di valorizzazione: l’esempio dei villaggi dipinti della città di Messina.

S. Gambino

sgambino@unime.it

Città, spazi, conflitti e semantizzazioni: il caso di Barbès a Parigi e della “piazza del Tribunale” a Palermo.

G. Sabato

gaetano.sabato@unipa.it

Oltre il Guggenheim: resilienza e creatività nelle periferie di Bilbao

A. Bonavoglia

abonavoglia@unisa.it

La narrazione come strumento di lettura delle periferie urbane. Il caso di Bari.

A. Ivona, L. Lopez

antonietta.ivona@uniba.it , lucrezia.lopez@usc.es