SESSIONE 10

La svolta della mobilità? Dalla riflessione retroattiva alla ricerca di nuova linfa

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Chiara Rabbiosi, Università degli Studi di Padova

Panos Bourlessas, Università degli Studi di Torino

La mobilità è tra i temi che più facilmente possono essere messi in relazione con la globalizzazione. Allo stesso tempo, il filone di ricerca aperto dal cosidetto mobilities turn è tra quelli che più ha cercato di andare ‘oltre la globalizzazione’ e oltre le metafore di un mondo piatto, costantemente fluido e ugualmente ipermobile. Nel 2006 veniva pubblicato da Tim Cresswell On the move. Mobility in the modern western world, uno dei volumi e uno degli autori che più hanno contributo all’affermazione di questa ‘svolta’ nelle scienze umane e sociali provenendo dalla geografia. Nello stesso anno, e provenendo da una sociologia attenta allo spazio, Mimi Sheller e John Urry annunciano il cosiddetto new mobility paradigm, mentre, assieme a Kevin Hannam, inaugurano la rivista scientifica interdisciplinare Mobilities con un articolo di fondo che avanza anche il ruolo della immobilità e degli ‘ormeggi’ che rendono la mobilità possibile.

A (quasi) quindici anni di distanza dalla comparsa dei testi fondamentali per la cosiddetta svolta della mobilità questa sessione invita feedback sulla prospettiva da questi proposti. Si tratta anche di un approccio che è stato utilizzato per comprendere meglio il carattere situato nello spazio e nel tempo del movimento, l’intrinseca transcalarità di questioni apparentemente molto radicate nel luogo oppure, per converso, assolutamente globali; o ancora il nesso tra mobilità sociale e mobilità spaziale, e l’immobilità dell’infrastruttura, di soggetti e di oggetti. Così, ad esempio, le geografie dei trasporti si sono potute arricchire di contributi incorporati, attenti ad esempio ai diversi modi di ‘costruire lo spazio’ attraverso la rete delle infrastrutture, la loro esperienza, la loro economia politica e le loro pratiche. Oppure branche di sapere apparentemente distanti dal punto di vista tematico ma accomunate dalla mobilità hanno iniziato a costruire un dialogo, come nel caso delle geografie del turismo e delle geografie delle migrazioni oppure ancora le geografie dei consumi e della produzione osservando ad esempio ‘la vita mobile’ di oggetti e immaginari.

La sessione invita proposte di contributo teoriche, concettuali e anche empiriche in grado di mantenere vivo il dibattito aperto dal mobilities turn al fine di continuare ad andare ‘oltre la globalizzazione’ e forse anche ‘oltre la mobilità’. Infatti, attraverso le ricerche di questi quindici anni, sviluppate da diversi autori in diversi contesti, lo stesso apparato concettuale e metodologico utilizzato da Cresswell e altri colleghi dei mobility studies si è ‘mosso’, arricchendosi e evolvendosi. Partire da queste pubblicazioni è dunque un pretesto per interrogarsi su cosa ne è stato del carattere innovativo della svolta della mobilità e su quali dialoghi abbia saputo intessere, nel corso del tempo, con altri approcci (geografici e non solo) precedenti o successivi come ad esempio l’approccio post- e de-coloniale e la teoria non-rappresentazionale (solo per citarne alcuni).

SLOT 3

Luoghi e pratiche della temporaneità.

B. Brollo

barbara.brollo@gmail.com

Riflessioni e proposte su una peculiare forma di mobilità: il motorismo storico.

F. Fatichenti

fabio.fatichenti@unipg.it

Chi ha bisogno della mobilità? Per una critica situata del new mobilities paradigm.

C. Giubilaro

chiara.giubilaro@unipa.it

10_04

Mobilità e spazi di cura per persone senza fissa dimora: l'esperienza ateniese.

P. Bourlessas

panagiotis.bourlessas@unito.it

10_05

Camminare: pratica turistica e pratica di ricerca 'emplaced'.

C. Rabbiosi

chiara.rabbiosi@unipd.it