SESSIONE 07

Geografie dell’abitare informale attraverso le crisi, tra pratiche e politiche

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Francesco Chiodelli , Università di Torino

Silvia Aru , Politecnico di Torino

L’abitare informale – ai limiti o al di fuori della legge – è una caratteristica strutturale dell’housing regime italiano. Esso percorre tutta la storia del nostro paese a partire dal secondo dopoguerra: non scompare con il progredire dello sviluppo del paese, ma, pur trasformandosi, ne rimane un tratto tipico. Le crisi degli ultimi decenni – prima quella finanziaria, poi quella pandemica – hanno contribuito ad accentuare la portata di alcune sue declinazioni. Lungi dall’essere una pratica omogenea limitata a soggetti in situazioni di marginalità estrema, l’abitare informale è invece una prassi diffusa ed estremamente sfaccettata. Diversi sono infatti i soggetti che ricorrono all’informalità abitativa (dai senzatetto alla classe media, dai migranti stagionali a esponenti della criminalità organizzata), differenti le motivazioni che li spingono a optare per questa pratica e le forme che essa assume (dalle seconde case abusive ai ‘ghetti’ dei migranti stagionali in Sud Italia, dalle occupazioni di case popolari ai campi rom), difformi le geografie che disegna. A tale diversificazione fenomenologica corrisponde anche una diversità nelle risposte delle istituzioni pubbliche. Queste ultime, lette nel loro insieme, tendono a comporre un quadro di tolleranza selettiva guidata da ragioni mediate politicamente che, a seconda dei casi e delle convenienze, assume la forma della legittimazione o delegittimazione di specifici gruppi sociali e delle loro richieste.

La sessione desidera raccogliere contributi sull’informalità abitativa in Italia nelle sue molteplici declinazioni. Nonostante l’estrema diversificazione dell’“abitare informale”, l’incontro discuterà i casi presentati nell’ottica di offrire una lettura organica del fenomeno, individuandone le caratteristiche costitutive così come le traiettorie di sviluppo. Particolare risalto verrà dato al possibile impatto delle più recenti crisi sul fenomeno e sulla sua evoluzione. L’ambizione, in sostanza, è quella di costruire una sorta di atlante dell’informalità abitativa in Italia in grado di superare la frammentazione di ricerche volte a cogliere specifiche accezioni del fenomeno.

SLOT 1

Crisi abitativa e strategie informali sostitutive. Il caso studio di un quartiere ERP a Roma.

C. Davoli, A. Pontoriero, P. Vicari

chiara.davoli@unisi.it

Edilizia sociale e abitare informale: uno studio comparativo sui casi di Milano e Napoli.

E. Belotti, E. Esposito

ebelotti@iuav.it , emiliano.esposito@gssi.it

La città nella prospettiva di genere. Idee per un’agenda di ricerca a partire dal caso della 167 di Ponticelli a Napoli.

L. Lieto, M. Prisco

lauralieto@gmail.com , marilenaprisco@gmail.com

Le lenti del Sud: informalità mediterranea e rivoluzioni post-pandemiche nel quartiere CEP di Palermo.

A. Giampino, M. Picone

marco.picone@unipa.it

SLOT 2

Occupazioni abitative a Roma: oltre le tassonomie di informalità e squatting.

M. Grazioli

margherita.grazioli@gssi.it

Riflessioni sull’abitare di RSC: politiche, crisi e nuove visioni.

L. Masotti, A. Gandolfi

lucia.masotti@univr.it

Abitare illegale nel post-sisma a L’Aquila. La proliferazione delle “casette temporanee” oltre l’emergenza e la ricostruzione.

S. Caramaschi

sara.caramaschi@gssi.it

L’urbanismo dei rifugiati – urbanismo e insurrezione nel campo profughi.

L. Amaduzzi

linda.amaduzzi@gmail.com

Paesaggio inconsapevole, spazio vissuto, senso di appartenenza e percezione di sicurezza: riflessioni preliminari su un progetto di ricerca sul campo.

A. De Nardi, V. Martone, G. Muti

giuseppe.muti@uninsubria.it