Visita Oculistica

Visita Medica Oculistica

La visita oculistica è un esame specialistico che viene effettuato dall'oftalmologo per la prevenzione, la diagnosi ed il trattamento delle malattie dell’apparato visivo.

Il medico specialista potrebbe richiedere di sottoporre il paziente a successivi controlli ed esami strumentali, allo scopo di meglio individuare la diagnosi e di orientare un corretto trattamento.


La visita oculistica standard si articola nelle seguenti fasi:


1 - Raccolta dei dati anamnestici

La visita oculistica inizia con la raccolta dei dati anamnestici pregressi ed attuali, con le notizie relative ai sintomi dichiarati dal paziente, la modalità d'insorgenza, la durata, la coesistenza di patologie di carattere ereditario, sono tutti dati importanti per l'orientamento diagnostico.

2 - Esame obiettivo

Durante l'esame obiettivo il medico verifica lo stao degli annessi oculari (palpebre, vie lacrimali, ecc). Si passa quindi ad esaminare la motilità oculare e dei muscoli palpebrali.

3 - Acuità visiva per lontano

Questo è il classico test per verificare le capacità visiva, cioè l'angolo minimo al quale il nostro occhio percepisce due punti come distinti. Questo angolo nell'essere umano è di 1', cioè 1/60 di grado. Significa che a 50 metri l'occhio umano percepisce come distinti 2 punti separati da circa 7 cm (oppure di poco meno di 1 cm a 5 metri). Questa si ritiene essere l'acuità normale per l'uomo, cioè pari a 1, ovvero a 10/10 (o 20/20 come si usa negli Stati Uniti, o 6/6 come si usa in Gran Bretagna). Acuità visive inferiori si esprimono in frazioni (5/10, o 2/10, e così via).

L'acuità visiva viene misurata mediante gli ottotipi, tabelloni retroilluminati con lettere e/o simboli (tavola di Snellen) con grandezza progressivamente decrescente, proiettori o schermi digitali. L’ottotipo deve essere posizionato a un distanza variabile a seconda delle dimensioni delle sue lettere. La distanza media standard è di 3 o 5 metri. Man mano che il paziente legge le righe verso il basso, i caratteri o simboli diventeranno sempre più piccoli e difficili da distinguere.

Il soggetto che non ha difetti visivi è definito emmetrope. In questo caso, fissando un oggetto che sta oltre i 5 m (per comodità lo definiamo come infinito, anche se ovviamente non lo è), la sua immagine sarà a fuoco sulla retina. Se non ci sono altri problemi all'occhio, il soggetto avrà una visone di 10/10 senza alcuna correzione. Ma ci sono dei soggetti che hanno difetti visivi per lontano (MIOPIA, ASTIGMATISMO ed IPERMETROPIA, dove l'immagine si forma su piani anteriori o posteriori alla retina) che hanno bisogno di lenti correttive di un certo numero di diottrie per poter vedere a fuoco, cioè vedere i 10/10. Quindi i decimi misurano l'acuità visiva, mentre le diottrie il potere della correzione che devo mettere davanti all'occhio per raggiungere la massima acuità. In un miope per esempio di -5 diottrie devo mettere davanti all'occhio una lente di -5 sfero per mettere a fuoco le immagini sulla retina ed ottenere una visione normale (cioè di 10/10).

4 - Esame alla lampada a fessura

(o biomicroscopia): è fondamentale per identificare molte patologie oculari del segmento anteriore. Lo strumento ad alto potere di ingrandimento permette un esame diretto delle palpebre, della sclera, della congiuntiva, della cornea, della camera anteriore, dell’iride, del cristallino e con lenti addizionali, permette di valutare l’angolo irido-corneale, il corpo vitreo, gli strati della retina e la papilla ottica. E' un esame fondamentale per identificare le diverse patologie oculari.

5 - Visione per vicino

Lo specialista medico oftalmologo potrebbe richiedere di leggere ad una distanza ravvicinata di circa 35 cm dal viso per verificare l'acuità visiva da vicino. Questo test misura la capacità accomodativa. L'accomodazione è la possibilità che il nostro occhio ha di cambiare il proprio fuoco dal lontano al vicino. Ciò si attua con un cambiamento della forma del cristallino che diventa più globoso (con aumento del suo potere diottrico). La capacità accomodativa di un bambino è grandissima, cioè può mettere a fuoco da vicino anche a distanze molto ravvicinate. Col passare degli anni il punto prossimo, cioè la distanza minima di messa a fuoco per vicino si allontana. Verso i 40-45 anni cominceremo a non essere in grado di mettere a fuoco da vicino se non con l'uso di occhiali correttivi. Questo fenomeno si chiama PRESBIOPIA. Con l'ausilio di lenti correttive positive si riuscirà a mettere a fuoco per vicino (per leggere, scrivere, lavorare a computer), mentre per lontano questa correzione deve essere tolta.

6 - Autorefrattometria

l'Autorefrattometria fornisce in forma computerizzata dati oggettivi del difetto refrattivo per lontano, cioè alla presenza di MIOPIA, IPERMETROPIA o ASTIGMATISMO. Non misura la PRESBIOPIA. Lo specialista con la propria esperienza e professionalità tradurrà i dati forniti dall'Autorefrattometro per elaborare una prescrizione di lenti adatta a correggere il difetto visivo del paziente, cioè il grado di miopia, ipermetropia o astigmatismo in modo molto veloce e preciso. Questa procedura non è affidabile in presenza di alterazioni della trasparenza dei mezzi oculari, sulla cornea (leucoma) o sul cristallino (cataratta).

L'Autorefrattometro per quanto preciso, non è esente da artefatti o imprecisioni, legate per esempio alla accomodazione del paziente durante l'esame (che fa variare la lettura del difetto). Per tale ragione, nei soggetti giovani, i dati dallo strumento forniti vanno presi con prudenza per il rischio di attribuire al soggetto un difetto che in realtà non esiste. In alcuni casi è opportuno ripetere l'esame in cicloplegia, cioè dopo aver bloccato farmacologicamente l'accomodazione (atropina, ciclopentolato, tropicamide).

7 - Analisi della refrazione

RETINOSCOPIO E STECCHE SCHIASCOPICHE (o retinoscopia)

Questa è una tecnica che conoscono nbene gli Oculisti più anziani, che si sono formati prima della introduzione dell'Autorefrattometro. La schiascopia fornisce gli stessi dati dell'autorefrattometro ma con una procedura un po' più complicata. L'esame consiste nel proiettare un fascio di luce nella pupilla del soggetto esaminato con un Retinoscopio.

Il fascio luminoso proiettato dal Retinoscopio viene spostato con piccoli movimenti laterali o verticali, così da produrre un movimento dell'ombra nel foro pupillare. Anteponendo delle lenti montate su una stecca si verifica ancora il movimento dell'ombra. Il potere diottrico delle lenti usate per determinare un movimento neutro dell'ombra esprime il grado di difetto refrattivo.

8 - Tonometria

Il bulbo oculare mantiene la sua forma pseudosferica per una pressione interna che è superiore a quella esterna. Si comporta cioè come unpallone da calcio. Nella visita oculistica dell’adulto è prevista la Tonometria, ossia la misurazione della pressione intraoculare (IOP). La IOP non deve superare determinati valori (circa 22-25 mmHg sopra quella atmosferica). L’alta pressione all’interno dell’occhio è causata da uno squilibrio tra produzione e drenaggio dell'umore acqueo, cioè del liquido che riempie la parte anteriore dell'occhio. In questi casi, i canali che normalmente drenano il liquido non funzionano correttamente, ciò che determina un aumento della pressione.

9 - Valori normali di pressione endoculare.

La IOP dovrebbe rimanere un range di valori compresi tra 12 e 22 mmHg. Sopra i 22 mmHg vi è un rischio, che diventa assoluto sopra i 25 mmHg. La pressione elevata si associa alla comparsa del Glaucoma, una malattia del Nervo Ottico che non provoca dolore o sintomi particolari, ma causa alterazioni alle fibre del nervo ottico e alle cellule che si trovano nella retina (ladro silenzioso della vista). In questi casi il campo visivo periferico comincia a restringersi progressivamente, sino a diventare tubulare. In queste situazioni il paziente vede solo al centro e non percepisce i dettagli ai lati nel suo campo visivo. Se non trattato il Glaucoma porta a cecità irreversibile. Il trattamento del Glaucoma è farmacologico (con farmaci somministrati topicamente), parachirurgico (con Laser) e chirurgico.

Lo specialista, in caso di dubbio, potrebbe richiedere all'assistito una curva tonometrica, ovvero delle misurazioni fatte più volte in diversi momenti della giornata, per verificare se in certe ore la IOP sfora i valori di tolleranza:

Se durante la visita vengono riscontrate anomalia nella pressione oculare, lo specialista richiederà ulteriori accertamenti diagnostici che possono essere effettuati nello stesso giorno della visita, come:

10 - L’esame del fondo oculare (o fundus oculi)

L'esame del fondo oculare è un esame che viene effettuato per visualizzare la retina ed il corpo vitreo. Consente la visualizzazione dell’albero vascolare arterioso e venoso retinico e della retina. Permette, soprattutto, di osservare la macula, la zona centrale della retina che consente la visione centrale e la fissazione (nella fovea, cioè il centro della macula). E' un esame fondamentale non solo per studiare moltissime malattie oculari, ma è anche di irrinunciabile supporto nel trattamento di malattie sistemiche comuni come il diabete o l'ipertensione arteriosa. E' appena il caso di ricordare che il diabete rientra tra le prime cause di cecità nei paesi occidentali.

Per effettuare l'esame viene instillato nell'occhio un collirio ad azione midriatica (midriasi = dilatazione della pupilla). Senza di questo la pupilla si chiuderebbe quando illuminata, pregiudicando l'esame. Si attendono almeno 10 minuti per ottenere la dilatazione delle pupille, l'esame si esegue in ambiente scarsamente illuminato, seduti o distesi.

Dopo la dilatazione pupillare, lo specialista utilizza uno strumento chiamato Oftalmoscopio diretto, oppure può utilizzare l'Oftlamoscopio indiretto che con l'ausilio di una lente consente una visione più ampia della retina.

Inoltre se il paziente nota delle modificazioni visive come fosfeni (lampi luminosi) o miodesopsie (mosche volanti) viene sottoposto a all'esame del fondo oculare per escludere alterazioni retiniche che possono predisporre al distacco di retina.

Per effettuare l'esame viene instillato nell'occhio un collirio ad azione midriatica (midriasi = dilatazione della pupilla). Senza di questo la pupilla si chiuderebbe quando illuminata, pregiudicando l'esame. Si attendono almeno 10 minuti per ottenere la dilatazione delle pupille, l'esame si esegue in ambiente scarsamente illuminato, seduti o distesi.

Dopo la dilatazione pupillare, lo specialista utilizza uno strumento chiamato Oftalmoscopio diretto, oppure può utilizzare l'Oftlamoscopio indiretto che con l'ausilio di una lente consente una visione più ampia della retina.

Inoltre se il paziente nota delle modificazioni visive come fosfeni (lampi luminosi) o miodesopsie (mosche volanti) viene sottoposto a all'esame del fondo oculare per escludere alterazioni retiniche che possono predisporre al distacco di retina.