INFO
Cucurrucucú paloma è una canzone scritta dal cantautore messicano Tomás Méndez nel 1954. Nel corso degli anni, il brano è stato utilizzato come colonna sonora in svariate opere cinematografiche e ha raggiunto un certo grado di popolarità anche al di fuori del paese d'origine — tanto da essere tradotto in varie lingue.
Il titolo deriva dall'onomatopea del verso delle colombe in lingua spagnola. La canzone parla della perdita di una persona amata.
Del brano sono state eseguite varie versioni: la prima fu quella di Lola Beltrán, nel succitato film Al diablo las mujeres. Sono seguite quelle di Julio Iglesias, José Feliciano e Caetano Veloso — quest'ultima, acustica, inclusa nel film Parla con lei di Pedro Almodóvar . Tra quelle in altre lingue è presente una rivisitazione di Franco Battiato, inclusa nel suo album La voce del padrone, dal titolo "Cuccurucucù". Da notare come la versione di Battiato differisca radicalmente dall'originale, di cui cita solo il ritornello e il titolo.
TRADUZIONE
Cucurrucucú paloma
Dicono che nel corso delle notti
non facesse altro che piangere
dicono che non mangiasse
che non facesse altro che bere
Giurano che lo stesso cielo
fosse sconvolto sentendo il suo pianto
come soffrì per lei
e continuò ad invocarla
anche in punto di morte
Ay ay ay ay ay cantava
ay ay ay ay ay gemeva
ay a ay ay ay cantava
di possione mortale moriva
Che una colomba triste
di prima mattina va a cantare
alla sua casetta solitaria
con le sue porticine accoppiate
Giurano che quella colomba
non è null’altro che la sua anima
che sta ancora aspettando
che ritorni la disgraziata.
Cucurrucucu colomba
cucurrucucu non piangere
le pietre, colomba
che potranno mai sapere dell’amore?
Cucurrucucu, cucurrucucu,
cucurrucucu, cucurrucucu,
cucurrucucu, colomba, non piangere più
TESTO
Cucurrucucú paloma
Dicen que por las noches
no más se le iba en puro llorar;
dicen que no comía,
no más se le iba en puro tomar.
Juran que el mismo cielo
se estremecía al oír su llanto,
cómo sufrió por ella,
Que hasta en su muerte la fue llamando:
Ay, ay, ay, ay, ay cantaba,
ay, ay, ay, ay, ay gemía,
Ay, ay, ay, ay, ay cantaba,
de pasión mortal moría.
Que una paloma triste
muy de mañana le va a cantar
a la casita sola
con sus puertitas de par en par;
juran que esa paloma
no es otra cosa más que su alma,
que todavía la espera
A que regrese la desdichada.
Cucurrucucú paloma, cucurrucucú no llores.
Las piedras jamás, paloma,
¿qué van a saber de amores?
Cucurrucucú, cucurrucucú,
Cucurrucucú, cucurrucucú,
cucurrucucú, paloma, ya no le llores