Attualità

Non credo sia più possibile curare solo la didattica istituzionale. La ricerca corre parallelamente al mondo della scuola (...anche a quello delle Università italiane) con un vantaggio imbarazzante. Si avverte chiaramente una frattura tra attualità scientifica e programmi curricolari, accompagnata spesso da una perdita della visione di insieme dell'Universo fisico.

Scopo di questa pagina, che via via prenderà forma nel tempo, è quella di creare una sorta di angolo nel quale filtrare la semplicità e l'unitarietà della Natura nel senso di quanto tratteggiato da R. Feynman nella frase introduttiva della Home page di questo sito.

Cercherò di presentare alcune attualità, dirette e trasversali, della fisica contemporanea con la volontà di cogliere aspetti che possano avere anche una ricaduta nella vita quotidiana.

Buona lettura!

ERANO ATTESE DA UN SECOLO: ECCO LE ONDE GRAVITAZIONALI

11 febbraio 2016: potrebbe essere la data della scoperta delle onde gravitazionali previste dalla teoria della Relatività Generale di Einstein.

Per saperne di più guardatevi questo video

e leggetevi l'articolo apparso su Focus http://www.focus.it/scienza/scienze/onde-gravitazionali-scoperta.

Molto utile anche il link al sito della Zanichelli http://aulascienze.scuola.zanichelli.it/come-te-lo-spiego/2016/03/02/che-cosa-sono-le-onde-gravitazionali/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_content=linktestoprincipale&utm_campaign=idee_scienze_16_03

Nuova conferma sperimentale sulle onde gravitazionali: anche l'interferometro italiano VIRGO ha recentemente rilevato una perturbazione dello spazio - tempo.

Siamo di fatto entrati in una nuova era dell'astrofisica e della cosmologia. La teoria della Relatività Generale continua ad affascinare grazie al suo potere previsionale (3 ottobre 2017). Per approfondimenti ho inserito più in basso nella pagina un nuovo file che rappresenta una raccolta di articoli reperibile in rete. Buona lettura!

....neanche farlo apposta...dopo qualche ora è uscita la notizia che tutti aspettavamo:

Kip Thorne, Ray Weiss e Barry Barish vincono il Nobel per la fisica. Hanno scoperto le onde gravitazionali

La cerimonia di assegnazione dei Nobel a Stoccolma

...in ogni caso non dimentichiamoci mai che oggi stiamo misurando qualcosa che Einstein aveva predetto circa un secolo fa usando solo la sua straordinaria immaginazione senza alcun supporto tecnologico....

Una nuova storica scoperta grazie alle onde gravitazionali: dalle supernove alle kilonove (16 ottobre 2017)

https://www.media.inaf.it/2017/10/16/spettro-kilonova/

L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: UN NEMICO INVISIBILE

A proposito di "inquinamento elettromagnetico", vi segnalo il link a questa trasmissione registrata su RAINEWS 24 e pubblicata il 14 agosto 2014.

Molti lo ritengono un falso problema. Non è mia intenzione demonizzare la tecnologia, piuttosto ritengo necessario farne un uso consapevole.

Le documentazioni "scientifiche" esistono, basta cercarle...

Buona visione e ascolto.

Circa il dibattito sugli effetti sanitari delle radiazioni elettromagnetiche che utilizziamo quotidianamente nei dispositivi wireless vi consiglio questi filmati

....Nel silenzio delle istituzioni, che anzi interferiscono con le attività di informazione al pubblico ....per chi, anche senza patire alcuna lesione della salute, voglia leggere ed ascoltare una posizione cautelativa sull’uso proprio ed altrui delle apparecchiature telefoniche senza fili.

Partendo da un dato giudiziario importante: il Tribunale di Ivrea nel 2017 emette la prima ed unica sentenza al mondo che già in primo grado riconosce il nesso uso del cellulare/neurinoma.

La Corte Appello Brescia del 2009 era stata la prima sentenza di corte d’Appello al mondo che riconosceva quel tipo di nesso (ribaltando una decisione del tribunale di Bergamo) e la Corte di cassazione nel 2012 la prima sentenza di Corte suprema al mondo che lo confermasse (conferma Brescia 2009). Lo studio legale Ambrosio & Commodo ha deciso di divulgare la notizia prima del deposito delle motivazioni, perché ritiene che sia importante ogni singolo giorno di informazione e prevenzione di esposizioni potenzialmente nocive per la salute pubblica italiana e non solo....

Questa notizia è apparsa sul web (20/04/2017) proprio oggi e per approfondimenti vi consigliamo il link http://www.neurinomi.info/

A Rimini, il 7 ottobre 2017, è stato organizzato, dalla Federconsumatori della Provincia di Rimini, un convegno sull'inquinamento elettromagnetico. I contenuti sono reperibili ai seguenti link:

http://www.newsrimini.it/2017/10/inquinamento-elettromagnetico-rischi-per-la-salute-spesso-sottovalutati/

National Toxicology Program e Istituto Ramazzini hanno recentemente fornito alla comunità medico-scientifica internazionale le più aggiornate ricerche sugli effetti biologici dell’elettrosmog.

http://www.nogeoingegneria.com/effetti/salute/studio-usa-con-elettrosmog-rischio-cancro-e-danni-al-dna-ma-il-5g-avanza-cosa-fara-loms/

L'anello mancante sette anni fa nel 2011, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla scorta dell’incompleto e discusso Studio Interphone, classificò temporaneamente in Classe 2B (possibile cancerogeno) le radiofrequenze, aggiornamento ora al vaglio del massimo organismo sanitario mondiale (l’evidenza di oggi spinge per la Classe 1, elettrosmog cancerogeno certo!).

La battaglia per il riconoscimento sulla cancerogenesi è però una corsa contro il tempo, se nel 2019 sarà avviato sul 98% del territorio nazionale il temuto 5G, vera e propria immersione in un brodo elettromagnetico senza precedenti nella storia dell’umanità.

A questo proposito vi consiglio un estratto dell'inchiesta andata in onda nella puntata di REPORT del 26/11/2018. Quella che segue è una sintesi

...mentre questa è la versione completa...

Un'altro interessante video su YouTube può esservi utile per approfondire ulteriori aspetti delle nuove tecnologie:

Un sito nel quale potete trovare importanti riferimenti scientifici sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti e, in generale, sulle criticità presenti a livello ambientale è quello gestito dall'ISDE, la Società Internazionale dei Medici per l'Ambiente:

https://www.isde.it/

LO SCATTO DEL SECOLO: LA PRIMA IMMAGINE DI UN BUCO NERO

Era stato preannunciato come un evento storico, e così è stato. Le osservazioni effettuate con l'Event Horizon Telescope hanno permesso di ottenere la prima immagine di un buco nero, precisamente dell'orizzonte degli eventi. iL protagonista è il buco nero M87 che dista da noi 54 milioni di anni luce ed è di proporzioni inimmaginabili, con una massa di 6,5 miliardi di soli.

l'immagine ottenuta dagli 8 telescopi conferma la forma circolare dell'orizzonte degli eventi, escludendo così deviazioni dalla teoria di Einstein in regime di "strong field", ovvero di campo forte in prossimità della linea dell'orizzonte.

Uno degli 8 telescopi utilizzati nello studio. Qui siamo al Polo Sud

Allo studio hanno partecipato anche le italiane INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica).

L'immagine è stata ottenuta sfruttando la tecnica dell'interferometria radio a lunga distanzaad una frequenza di 230 GHz. L'INAF spiega che il livello di dettaglio ottenuto è tale da consentire a una persona "seduta a un caffè a Parigi di leggere una pagina di giornale a New York". Catturata l'ombra del buco nero, sono state confrontate le diverse osservazioni effettuate con modelli comuputazionali di precisione "che tengono conto della fisica dello spazio deformato, della materia surriscaldata e dei forti campi magnetici presenti".

Per approfondimenti potete consultare queste tre fonti:

https://www.lastampa.it/2019/04/10/scienza/fotografato-per-la-prima-volta-un-buco-nero-lo-scatto-del-secolo-SSaGEBL4wWb8FBjgDt1UcN/pagina.html

(In questo link vi consiglio la simulazione 3D del buco nero ripreso al centro della galassia Virgo)

Quel quasar col mantello a ridosso del Big Bang

È IL BUCO NERO NASCOSTO PIÙ DISTANTE MAI OSSERVATO

Crediti: X-ray: Nasa/Cxo/Pontificia Catholic Univ. of Chile/F. Vito; Radio: Alma (Eso/Naoj/Nrao); Optical: Pan-Starss

Maggiori notizie sono reperibili sul notiziario on - line del INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica):

https://www.media.inaf.it/2019/08/08/quasar-chandra/

Ma cosa sono esattamente i QUASAR?

http://www.ovovideo.com/quasar/

Buchi neri mostruosi

Il mostruoso buco nero all'alba dell’universo

SDSS J0100 + 2802 è il più brillante quasar mai scoperto nell'universo primordiale, alimentato da un buco nero di ben 12 miliardi di masse solari, il più massiccio finora noto in epoche così remote. Il risultato è stato raggiunto da un team internazionale di astronomi guidato dal cinese Xue-Bing Wu grazie anche alle osservazioni condotte con il Large Binocular Telescope in Arizona.

https://www.media.inaf.it/2015/02/25/il-mostruoso-buco-nero-allalba-delluniverso/

Un nuovo quasar, luminoso quanto 420mila miliardi di soli, è stato scoperto da Xue-Bing Wu, professore di astrofisica dell’Università di Pechino e dal team internazionale di astronomi che ha coordinato. A una distanza di 12,8 miliardi di anni luce, questo vero e proprio mostro cosmico, denominato SDSS J0100 + 2802, è il più brillante quasar mai scoperto nell'universo primordiale, alimentato da un buco nero di ben 12 miliardi di masse solari, il più massiccio finora noto in epoche così remote.La scoperta del quasar SDSS J0100 + 2802 segna un importante passo avanti nella comprensione di come questi oggetti celesti, le più potenti “centrali energetiche” dell’universo, si sono evoluti nelle prime fasi di sviluppo del cosmo, solo 900 milioni di anni dopo il Big Bang.

Quel buco nero non dovrebbe esistere

Si trova a 15mila anni luce da noi e ha una massa mostruosa, per essere un buco nero stellare: circa 70 volte quella del Sole – vale a dire, quattro o cinque volte quella che era ritenuta la massa limite per un buco nero di questo tipo. Si chiama Lb-1, e alla sua scoperta – guidata da Jifeng Liu dell’Accademia cinese delle scienze e pubblicata su Nature – ha preso parte anche l'Istituto nazionale di astrofisica.

https://www.media.inaf.it/2019/11/27/lb-1-buco-nero/

Quanto sono grandi i buchi neri prodotti dal collasso di stelle massicce? Gli astronomi stimano che nella nostra galassia, la Via Lattea, ci siano circa 100 milioni di buchi neri, e che nella maggior parte dei casi si tratti di buchi neri piuttosto leggeri: non più di 15 volte la massa del Sole. Ora, però, un team internazionale di scienziati guidato da Jifeng Liu, astrofisico all’Osservatorio astronomico nazionale di Pechino dell’Accademia cinese delle scienze, e del quale fa parte anche l’Inaf di Torino, ha individuato un buco nero stellare con una massa spaventosa: circa 70 volte quella del Sole.

«Il mostro che abbiamo appena scoperto», aggiunge Liu, «si trova ad appena 15mila anni luce da noi. Lo abbiamo chiamato Lb-1, dal nome del nostro team. Ora la palla passa di nuovo ai teorici, ai quali toccherà spiegare come possa essere avvenuta la sua formazione in un ambiente con metallicità analoga a quella del Sole».

Ma la massa monstre non è l’unico tratto insolito di questo buco nero. Del tutto fuori scala è anche l’ampiezza dell’orbita che percorre. Lb-1 si trova infatti in un sistema binario, e la compagna che gli danza attorno – una stella di classe B – impiega ben 79 giorni per compiere un giro completo. Altrettanto anomalo è il suo “silenzio”: a differenza di pressoché tutti i buchi neri stellari fino a oggi identificati, Lb-1 non emette raggi X, e questo lo rende anche assai difficile da individuare.

La NASA ha scattato una foto incredibile della rete che connette tutto l'Universo

21 Marzo 2021


Evidenze di nuova fisica dall’esperimento Muon g-2 di Fermilab

Aprile 9, 2021

L'esperimento del Fermilab ha misurato un'anomalia nel valore del momento magnetico dei muoni. Indizio che suggerisce la possibile esistenza di fenomeni fisici nuovi, non descritti dal Modello standard.


I muoni (particelle con una massa pari a 200 volte quella di un elettrone) hanno all'interno quello che possiamo immaginare come un piccolo magnete, in virtù di questo, possiedono un campo magnetico simile a quello dell'ago di una bussola, e un "momento magnetico" per via della loro rotazione. Immersi in un altro campo magnetico (quello dell'esperimento), la loro rotazione genera una "precessione", che è un movimento simile a quello che osserviamo nel "polo nord e polo sud" di una trottola (oppure della Terra, il che dà origine, appunto, alla precessione degli equinozi). L'esperimento, misura con altissima precisione la frequenza di questo moto di precessione dei muoni. È qui che arriva il contributo italiano. Si tratta di misure molto sofisticate perché l'eroe di questa storia, il muone, muore prestissimo: un paio di milionesimi di secondo.

In particolare, il team ha scoperto che i muoni non si comportano come previsto quando immersi in un campo magnetico. E questo comportamento anomalo è la prova che queste particelle sono sensibili a qualcosa che non è ancora stato descritto dal modello teorico. Più precisamente, i ricercatori si sono concentrati su una proprietà del muone chiamata ‘fattore giromagnetico g’, che è risultata diversa rispetto a quella prevista dal modello teorico. La discrepanza tra il risultato sperimentale e il calcolo teorico potrebbe quindi essere dovuta a particelle e interazioni sconosciute di cui il Modello standard non tiene conto. Ma è una nuova scoperta? Ci siamo quasi: la misura dell'esperimento, spiegano i ricercatori, raggiunge una significatività statistica della discrepanza a 4.2 deviazioni standard, poco meno quindi delle 5 deviazioni standard che sono necessarie per confermare una scoperta. “Finora abbiamo analizzato meno del 6% dei dati che l'esperimento alla fine raccoglierà”, racconta Chris Polly, scienziato del Fermilab. “Anche se questi primi risultati ci dicono che c'è una differenza interessante con il Modello standard, impareremo molto di più nei prossimi due anni”. Ed è quindi probabile che con i prossimi esperimenti si potranno superare abbondantemente le 5 deviazioni standard.

"Ci sono sostanzialmente due possibilità - riprende Lusiani - quella di particelle molto massive, che l'LHC del Cern non ha ancora scoperto perché hanno massa oltre i limiti di energia delle collisioni prodotte, oppure hanno effetti molto piccoli e quindi sfuggiti finora ad ogni investigazione. Oppure una particella con massa piccola e che, come i neutrini, interagisce poco con la materia e potrebbe anche essere la particella della materia oscura: per esempio il dark photon, il fotone oscuro, che però è stata cercato in altri esperimenti e non se ne è trovata traccia. L'ipotesi che esista un secondo bosone di Higgs è anche una possibilità. Si cercano continuamente ulteriori bosoni di Higgs, che in alcuni modelli potrebbero anche spiegare la materia oscura. È una possibilità alla pari con diverse altre".


...A PROPOSITO DI NUCLEARE

Attualmente il dibattito sul nucleare è tornato prepotentemente alla ribalta a causa della crisi energetica.

Intanto chiariamoci in modo semplice le idee su cosa significa fissione e fusione nucleare:

Vi consiglio ora di visionare questi due video al fine di costruire un quadro scientificamente corretto e completo:

Armaroli: “I sostenitori del nucleare non si accorgono che il mondo è cambiato”

Lo scienziato e divulgatore scientifico Nicola Armaroli sintetizza i motivi per cui il nucleare non può essere visto come uno strumento per la transizione energetica. Mentre dalla politica arrivano, in questa campagna elettorale che sta per concludersi, soluzioni velleitarie e irrealizzabili.

19 Settembre 2022

https://economiacircolare.com/nucleare-intervista-armaroli/


...inoltre ritengo assolutamente dirimente questo articolo di carattere sanitario della Prof.ssa Cristina Rinaldi (docente di Immunologia ed Immunopatologia – Fac. Medicina dell’Università La Sapienza di Roma):

un argomento spesso trascurato nel dibattito sul nucleare è l’impatto sulla salute umana dei radionuclidi emessi dalle centrali atomiche in condizioni di normale funzionamento.


La distanza dalle centrali nucleari e il rischio di cancro | QualEnergia.it


Spazio, dal telescopio James Webb la spettacolare foto della culla delle stelle


Roma, 19 ottobre 2022 - La culla delle stelle più nota, i 'Pilastri della Creazione', immortalati nuovamente, ma questa volta dal modernissimo telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale canadese (Csa). Nel 1995 la stessa immagine era stata scattata dal telescopio Hubble (Nasa ed Esa) e aveva riscosso un gran clamore nel mondo scientifico, fino ad essere considerata una della dieci migliori fotografie ritratte dal satellite di ricerca lanciato in orbita nel 1990.

Oggi le nuove fotografie di Webb offrono maggiori dettagli e una precisione che Hubble non poteva raggiungere nel fisssare la nuova immagine di queste colonne di gas interstellare e polveri distanti circa 6.500 anni luce, al cui interno si formano i nuovi astri di poche centinaia di migliaia di anni. Gli scatti di Webb serviranno a comprendere meglio i processi di formazione delle stelle, e della loro morte.

I 'Pilastri della Creazione', nelle immagini del James Webb sembrano maestose formazioni rocciose, che avvolgono le nuove stelle in formazione. Sono proprio i nuovi astri a provocare le linee ondulate che sembrano lava, lanciando periodicamente getti che si scontrano con le nubi di materiale circostante.

La luce rossastra che si può ammirare viene generata dalle energetiche molecole di idrogeno durante le espulsioni di materiale, e nelle collisioni che avvengono all'interno di queste colonne di gas.

Ma la vista di Webb non ha 'attraversato' le nubi, per rivelare quello che si trova dietro di esse, cioè le altre galassie sullo sfondo. A bloccare l'osservazione del telescopio è stato il mezzo interstellare, quel mix di gas traslucido e polvere che impedisce di vedere più in profondità.

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