Cosa succede nel corpo-mente dello spettatore a teatro? Cosa ci dicono le neuroscienze cognitive a proposito dell’esperienza spettatoriale? Com’è possibile, oggi, indagare quei meccanismi cognitivi che rendono unica l’esperienza dello spettatore teatrale rispetto a tutte le altre esperienze della nostra quotidianità? Queste sono solo alcune delle domande che il libro tenta di esplorare tramite un approccio multidisciplinare che, partendo dagli studi teatrali, attraversa le neuroscienze, la psicologia cognitiva, le scienze dei sistemi complessi e la fenomenologia per poi tornare verso quel polo della relazione teatrale così importante e così poco studiato: lo spettatore.
È importante potersi riferire a quel che la scienza ci dice dell’energia, delle cellule o degli atomi, delle particelle subatomiche o dell’antimateria, dei neuroni, dei buchi neri o delle eliche del codice genetico. Non siamo in grado di giudicare fino a che punto si tratti di teorie vere, dato che non abbiamo le conoscenze speciali che permetterebbero un’opinione personale. Ma è importante capire quali storie raccontino. Non sono storie usuali; non le ritroviamo nella nostra esperienza quotidiana. Eppure sono credibili, conseguenti. Utilizzando i criteri e le scoperte del pensiero scientifico – che riguarda anch’esso qualcosa che c’è e non si vede – queste storie diventano un campionario preciso di comportamenti non usuali del pensiero. Le loro peripezie permettono di dare un percorso e un nome distintivo a ciò che nella nostra pratica artistica resta senza nome e quindi allo stato volatile, pronto a perdersi o a tradursi in aneddoti.
Dalla prefazione di Eugenio Barba
Le neuroscienze cognitive richiamano l’attenzione degli studi teatrali su qualcosa di estremamente preciso: esiste un livello, quello biologico, che ha continue ripercussioni e relazioni con gli altri livelli (comportamentale, psicologico, esperienziale, ecc.), sia nell’attore che nello spettatore. Questo dato di fatto può essere minimizzato, oppure può essere assunto come un problema, ovvero come l’elemento scatenante di una ricerca.
Dalla premessa di Clelia Falletti
INDICE
Il teatro e le scienze. Premessa di Eugenio Barba
Prospettive e Fughe dello sguardo di Clelia Falletti
Ringraziamenti
Introduzione
CAPITOLO PRIMO - Studiare lo spettatore: problemi metodologici e nuovi strumenti
1.1 Definizione preliminare dell’oggetto di studio
1.2 La nozione di livelli d’organizzazione come strumento epistemologico
1.3 L’approccio pluridisciplinare e i sistemi emergenti
1.4 Quali neuroscienze? Il modello neurofenomenologico e la prospettiva embodied
1.5 Lo studio teatrologico dell’esperienza: verso un’embodied theatrology
CAPITOLO SECONDO - I processi dell’azione
2.1 Dilatare l’intenzione
2.2 Azione, atti e movimenti: problemi di tassonomia transdisciplinare
2.3 L’azione come processo
2.4 Dall’azione al corpo in azione: body schema
2.5 Body schema e bodily intention
2.6 Anticipare, inibire, decidere
CAPITOLO TERZO - I processi della relazione
3.1 Premessa
3.2 La percezione come processo motorio
3.3 Dalle affordances ai neuroni specchio
3.4 I neuroni specchio e i malintesi del mimare
3.5 Il meccanismo dei neuroni specchio negli umani e lo spazio d’azione condiviso
3.6 Recenti sviluppi delle ricerche sui neuroni specchio
3.7 I meccanismi di risonanza a teatro: azione reale e scopo motorio
3.8 Costruire le equivalenze: l’attore frattale
3.9 Dall’azione credibile al corpo credibile
3.10 Le tracce frattali dei condizionamenti
CAPITOLO QUARTO - L’esperienza performativa dello spettatore
4.1 L’esperienza dello spettatore: esperimenti neuroscientifici
4.2 L’attenzione e le attenzioni
4.3 Dall’attenzione congiunta all’intersoggettività attore-spettatore
4.4 Intersoggettività, condivisione e distanza
4.5 Co-costituzione del mondo
4.6 La co-costituzione dello spazio scenico
4.7 La moltiplicazione delle potenzialità: co-costituire l’ambiguità
4.8 Sguardo, azione e potenzialità d’azione
4.9 Il ritmo e lo spettatore
4.10 Contraria sunt complementa
4.11 Appunti verso lo studio delle emozioni
4.12 Appunti sul regista come deriva dello spettatore
Conclusioni