STRUTTURA PRIMARIA
mostra personale
“Il Labirinto”, Roma 2001
Note dal catalogo
Mostra il suo talento e la sua passione di futuro pittore con un'infinità di disegni notevoli da sempre.
Quattordicenne inizia la sua strada copiando quadri celebri da riproduzioni incoraggiato dal maestro pittore.
Ventenne comincia la sua vita di espositore cimentandosi in gare a premi che puntualmente vince (testimoniato dal critico luigi Scrivo).
Negli anni '90 stringe amicizia con Giacomo Porzano che lo apprezza e riconosce la sua arte.
Giacomo Porzano
Nota per Roberto Giacco
E’ soprattutto quel particolare sentimento del FARE, il gusto per la forma e il quasi affannato bisogno di concretizzarla, che mi sollecita all’idea antica di HOMO FABER di fronte alle sorprendenti chine realizzate da roberto giacco; queste opere grafiche sono infatti il risultato della felice stagione creativa di un originale artefice, nutrita di solitarie esaltazioni nate dalle più profonde ragioni del suo essere.
E’ il pensiero corrispondente ad oggetti esteriori (come ad esempio, a certi suoi abbozzi in creta) che l’intuizione visiva del pittore trasforma in IDEA degli oggetti stessi, cioè in forma d’arte: essa ci giunge filtrata da una complessa, sapientemente modulata trama segnica che è l’essenza precipua della sua qualità creativa.
Elio Mercuri
Stralcio Critica “STRUTTURA PRIMARIA”
“Tutta la ricerca di Roberto Giacco tesa fino all’estremo a trovare l’assoluto della forma, struttura dell’uomo nel punto di contatto che lo colloca nel cosmo. E’ una relazione assoluta tra individuo e cosmo che permette di individuare nella forma la presenza della totalità dell’essere..... “
Lidia Reghini Di Pontremoli
Stralcio “L’Epifania del Segno”
“Talvolta la scrittura descrive stati dell’animo umano, attraversa torrenti e dirupi per approdare allo svelamento di un’immagine.
E’ questo il caso di Roberto Giacco. Le sue strutture materiche pesanti, terrene, eppure così libere ed evanescenti, lasciano scorrere lo sgardo dentro le viscere di quella gabbia minuziosa di segni; l’opera diviene quell’oggetto mistterioso che esplora la realtà di un dentro per proiettarlo fuori dalla coscienza, fuori dal computo delle possibilità realizzabili di un’immagine. Ed è proprio questa la sua maggiore libertà.....”
Gianna Sarra
Stralcio nota
“Elementi per un reportage da navicella spaziale .... si direbbero al primo impato queste SCULTURE GRAFICHE di Roberto Giacco, tecnicamente dei graffiti bianchi a china su fondo cartaceo d’un nero denso, interstellare.
Con la sapienza magica (e la pazienza) degli antichi chirurghi egizi, l’artista svuota dei visceri molli la materia carnale che manipola, per consegnarci i reperti della sua wasted land, le briciole d’un pianeta disintegrato, raccolte e coinvolte al passaggio d’una cometa dalla coda di ghiaccio....”