Un giocatore impersona l'arbitro del gioco,"il capo". Il capo ad inizio partita chiede spiegazioni del perché un compito (un progetto a sua scelta, liberiamo l'inventiva) non sia stato portato a termine.
A questo punto ogni giocatore deve generare tre giustificazioni plausibili e un'azione. A turno a partire dallo spunto generato ogni giocatore, partendo dal primo a sinistra del capo e proseguendo in ordine, deve adoperare almeno una delle proprie giustificazioni per discolparsi e attribuire la colpa ad altri. Ogni giocatore deve partire dallo spunto scelto per adoperarlo in maniera narrativa e argomentata, costruendo quindi sopra lo spunto una breve narrazione o un discorso. Ogni giocatore può adoperare solo uno spunto o tutti, ma entro il completamento del giro di interventi deve anche adoperare la propria azione, anche eventualmente interrompendo altri giocatori. Chi viola le regole riceve una penalità flaggando una delle tre possibilità. Nel caso in cui qualcuno dovesse adoperare una propria azione per dare la colpa dell'insuccesso a qualcun altro, il giocatore incolpato dovrà discolparsi adoperando uno dei propri spunti per discolparsi, anche eventualmente accusando qualcun altro adoperando a propria volta una propria azione. A fine giro il capo assegna una penalità a chi si è discolpato peggio (a suo giudizio, anche più giocatori): il giocatore che riceve una penalità flagga una delle possibilità. Raggiunte le tre penalità, il giocatore è eliminato. Dopo aver assegnato le penalità, si riprende con un nuovo giro.
Il gioco si conclude nel momento in cui rimane un solo giocatore o quando tutti i giocatori sono stati eliminati.
Questo gioco è largamente debitore al gioco da tavolo Si, Oscuro Signore! creato da Fabrizio Bonifacio e Massimiliano Enrico, con la collaborazione di Chiara Ferlito e Riccardo Crosa, pubblicato da Giochi Uniti