Il romanzo epistolare è un romanzo formato da lettere che uno o più personaggi si scambiano, restituendo al lettore diversi punti di vista di un dato avvenimento o situazione, usando uno stile diverso che tiene conto del livello culturale e sociale dello scrivente. Pertanto, la vicenda viene a snodarsi attraverso il fitto scambio epistolare trai i vari personaggi.Nel romanzo epistolare, dunque, i veri narratori sono le voci stesse che emergono dalle lettere. Nella maggior parte dei casi, però, l’autore riveste i panni di un regista che si limita a comporre e ordinare la propria opera.. Un racconto, dunque, non per forza vero ma verosimile con personaggi e situazioni non sempre reali ma plausibili.
Oltretutto non vi è una rottura tra il tempo in cui accadono i fatti (tempo dell’azione) e il tempo in cui i fatti vengono narrati (tempo della narrazione), ma i due tempi coincidono perfettamente. Infatti quasi sempre i personaggi raccontano la loro vicenda al presente e solo raramente parlano al passato o al futuro. La scrittura al presente e in prima persona è funzionale per il coinvolgimento del lettore che finisce per immedesimarsi e per rispondere in prima persona delle parole, dei gesti e perfino delle azioni del personaggi.
In Italia il genere del romanzo si impose molto tardivamente rispetto agli altri paesi europei. Per quanto riguarda il romanzo epistolare, poi, il primo vero e proprio tentativo si ebbe all’inizio del 1800 con Le ultime lettere di Iacopo Ortis di Foscolo. Il racconto si dipana al lettore attraverso le lettere che il protagonista, Iacopo Ortis scrive all’amico Lorenzo Alderani, che dopo il suicidio di Iacopo le avrebbe date alla stampa. Nella costruzione di questo primo romanzo epistolare Foscolo dà prova di aver letto un altro grande capolavoro del genere, I dolori del giovane Werther di Goethe: entrambi i protagonisti, Iacopo e Werther, contrappongono alle convenzioni borghesi la forza dei sentimenti ed entrambi vogliono morire per una donna che andrà in sposa ad un altro.
Foscolo lascia un messaggio ancora molto inteso che solo la poesia è capace di svelare: così come i sepolcri dei grandi uomini possono suscitare nelle generazioni i grandi valori etici e civili, anche le tombe delle persone semplici trasmettono un’eredità fatta di valori morali e ricordi: «Non vive ei forse anche sotterra, quando gli sarà muta l’armonia del giorno, se può destarla con soavi cure nella mente de’ suoi? Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani».
MICHELANGELO Il monumento commemorativo di Michelangelo è posto subito dopo l’ingresso della chiesa, venne realizzato nel 1570 su un progetto di Giorgio Vasari Al centro della composizione è posto un enorme sarcofago di marmo ed intorno sono disposte tre figure femminili, allegorie delle arti maggiori: la Pittura, la Scultura e l’Architettura. Il fronte del sarcofago è occupato dalla Scultura che rappresenta l’Arte ripresa in atteggiamento meditativo con la testa reclinata sostenuta dalla mano sinistra. Nella zona superiore campeggiano lo stemma araldico della famiglia Buonarroti e lo stemma dell’Accademia delle Arti, di cui Michelangelo era console. Posto sopra al sarcofago, in posizione centrale, si trova il busto marmoreo di Michelangelo
GALILEO GALILEI Sulla parte opposta, a suggellare un passaggio di testimone tra i due grandi personaggi della Toscana medicea, si trova la tomba di Galileo realizzata nel 1737. L’impianto iconografico risponde ad una precisa volontà: trasmettere alle future generazioni le intuizioni dello scienziato pisano, grazie alle quali è nata la fisica moderna. Alla sinistra del sarcofago si trova la statua dell’Astronomia, opera di Vincenzo Foggini, che mostra una carta con le macchie solari; alla destra invece è posta la statua della Geometria, realizzata da Girolamo Ticciati, che sorregge la «caduta dei gravi», altra scoperta galileiana. Ed infine il busto di Galileo con il cannocchiale in mano.
NICCOLO’ MACHIAVELLI Molto più semplice è invece la memoria funebre di Niccolò Machiavelli, composta dal sarcofago sovrastato dall’allegoria della Politica, che ha sembianze di una donna dalla bellezza classica, con il volto alla greca e un panneggio fluente. A suggellare il tutto è l’epitaffio «Tanto nomini nullum par elogium».
ALFIERI Il monumento funebre di Vittorio Alfieri, terminato nel 1810 dal grande scultore Antonio Canova, raffigura l'Italia che piange la morte del celebre drammaturgo
LA MORTE TRIONFA SULL'UOMO
LA TOMBA TRIONFA SULLA MORTE
IL TEMPO TRIONFA SULLA TOMBA
LA POESIA TRIONFA SUL TEMPO