biografia

Giovanni Falcone

“la mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine” (Giovanni Falcone).

    • nacque a Palermo (via Castrofilippo) il 20 maggio 1939, da Arturo, direttore del Laboratorio chimico provinciale, e da Luisa Bentivegna
    • fu allievo dal '54 del Liceo classico "Umberto”
    • conseguì la laurea in Giurisprudenza nell'Università di Palermo nell'anno 1961
    • all'indomani del tragico attentato al giudice Cesare Terranova, cominciò a lavorare all'Ufficio istruzione.
    • nel maggio 1980 Rocco Chinnici gli affidò le indagini contro Rosario Spatola, un processo che investiva anche la criminalità statunitense,
    • il 29 luglio 1983 il consigliere Chinnici fu ucciso con la sua scorta lo sostituì Antonino Caponnetto. Si costituì allora, per le necessità interne a queste indagini, il cosiddetto "pool antimafia", sul modello delle èquipes che avevano lavorato contri il terrorismo politico. Del gruppo faceva parte, oltre lo stesso Falcone, e i giudici Di Lello e Guarnotta, anche Paolo Borsellino.
    • si giunse così alla sentenza di condanna a Cosa nostra del primo maxiprocesso, emessa il 16 dicembre 1987 dalla Corte di assise di Palermo, dopo ventidue mesi di udienze e trentasci giorni di riunione in camera di consiglio. L'ordinanza di rinvio a giudizio per i 475 imputati era stata depositata dall'Ufficio istruzione agli inizi di novembre di due anni prima.
    • nel gennaio 1988 il Consiglio superiore della Magistratura preferì nominare a capo dell'Ufficio istruzione, ial posto di Caponnetto che aveva voluto lasciare l'incarico, il consigliere Antonino Meli, invece di Falcone
    • il 30 luglio Falcone richiese di essere destinato a un altro ufficio
    • in autunno Meli gli rivolse l'accusa d'aver favorito in qualche modo il cavaliere del lavoro di Catania Carmelo Costanzo, e quindi sciolse il pool, come Borsellino aveva previsto fin dall'estate: i giudici Di Lello e Conte si dimisero per protesta
    • nonostante simili avvenimenti, sempre nel corso dell'88, Falcone aveva realizzato una importante operazione in collaborazione con Rudolph Giuliani, procuratore distrettuale di New York, denominata "lron Tower": grazie alla quale furono colpite le famiglie dei Gambino e degli Inzerillo, coinvolte nel traffico di eroina.
    • il 20 giugno '89 si verificò il fallito e oscuro attentato dell'Addaura presso Mondello; a proposito del quale Falcone affermò "Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi. Ho l'impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi".
    • seguì subito l'episodio, del cosiddetto "corvo", ossia di alcune lettere anonime dirette ad accusare lo stesso Falcone e altri.
    • una settimana dopo l'attentato il Consiglio superiore decise la nomina di Falcone a procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo.
    • nel gennaio '90 egli coordinò un'inchiesta che portò all'arresto di quattordici trafficanti colombiani e siciliani,
    • nel 1990 accolse l'invito del vice-presidente del Consiglio dei ministri, C. Martelli, che aveva assunto l'interim del Ministero di grazia e giustizia, a dirigere gli Affari penali del Ministero, assumendosi l'onere di coordinare una vasta materia, dalle proposte di riforme legislative alla collaborazione internazionale.
    • dal marzo del 1991 fino alla morte lavorò intensamente per rendere più efficace l'azione della magistratura nella lotta contro il crimine.
    • nel novembre del '91 fu istituita la Direzione nazionale antimafia. "Io credo - egli chiarì - che il procuratore nazionale antimafia abbia il compito principale di rendere effettivo il coordinamento delle indagini, di garantire la funzionalità della polizia giudiziaria e di assicurare la completezza e la tempestività delle investigazioni. Ritengo che questo dovrebbe essere un organismo di supporto e di sostegno per l'attività investigativa che va svolta esclusivamente dalle procure distrettuali antimafia".
    • la sua candidatura a questi compiti, fu ostacolata in seno al Consiglio superiore della magistratura, che non aveva ancora preso una decisione definitiva, quando sopraggiunse la strage di Capaci del 23 maggio1992.
    • insieme a Falcone, a Capaci, persero la vita la moglie Francesca Morvilio, magistrato, e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
    • alla condanna dell'assassinio, il 4 giugno si unì il Senato degli Stati Uniti, con una risoluzione (la n. 308) intesa a rafforzare l'impegno del gruppo di lavoro italo-americano, di cui Falcone era componente.
    • Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana." (J. F. Kennedy; citazione che Giovanni Falcone amava spesso riferire)