...sì, mi ricordo

Federico D'Alessandris a mamma Sara

Perchè il 23 maggio 1992 è stato un giorno così terribile?

Il 23 maggio 1992 è stato un giorno terribile a causa della morte di Giovanni Falcone, una grandissima persona che combatteva contro la mafia anche al costo della propria vita.

Che facevi?

Stavo guardando il TG1 quando venne mandata in onda un’edizione straordinaria del telegiornale che annunciava l’Attentatumi sull’autostrada di “Capaci”.

Come erano le immagini?

Le immagini erano raccapriccianti in quanto quel tratto di strada completamente devastato a causa di cinque quintali di tritolo comandati a distanza dalla collina lì vicino.

Chi rimase ucciso in quella strage?

In quella strage rimasero uccisi Giovanni, la moglie e la scorta della macchina davanti a loro.

Quali furono le tue emozioni?

Le mie emozioni furono d’immenso dispiacere e di profonda rabbia e pensai che la mafia è una pianta marcia che deve essere estirpata dalla radice altrimenti i semi si moltiplicano propagando il male in tutto il Paese.


Angelo Cataldo a mamma Stefania

Dove eri quando morì Falcone?

Quando morì Giovanni Falcone ero all’Università per fare un esame e in aula si seppe la notizia.

Come era considerato Giovanni Falcone nella tua facoltà?

Nella facoltà di giurisprudenza la figura del giudice Falcone era amata e apprezzata da professori e studenti.

Che fecero i professori dopo aver saputo la notizia?

Dopo essersi accertati che la notizia fosse vera, i professori decisero di sospendere gli esami.

Cosa stavi facendo?

In quel momento stavo facendo un esame orale con una professoressa palermitana.

Che cosa fece la professoressa?

Vedendo la notizia sospese l’interrogazione e rimase seduta a piangere a dirotto. Non era un bel giorno per l’Italia intera.

Quando ripresero gli esami?

Gli esami ripresero soltanto dopo un’ora e alla fine della giornata i professori presero il primo volo per Palermo.


Irene Ceccarelli a papà Massimo.

Cosa stavi facendo?

Il giorno 23 maggio 1992 ero tornato da poco da lavoro e,mentre raccontavo la mia giornata alla famiglia, la televisione interruppe il programma che stava trasmettendo per dare una notizia straordinaria.

Quale notizia fu mandata in onda?

Era accaduto un fatto drammatico e sconvolgente: c’era stato un attentato terroristico in Sicilia dove molte persone avevano perso la vita.

Cosa fece la tua famiglia?

In famiglia si misero ad ascoltare attentamente la notizia per cercare di capire se l’attentato fosse di origine politica o mafiosa ma sin da subito la situazione apparve chiara: LA MAFIA aveva voluto colpire lo Stato nella persona che in qual momento più la appresentava.

Cosa ricordi?

Ricordo che nel resto della serata e nei giorni successivi si parlò ovunque di questo fatto e i telegiornali continuarono a trasmettere le tragiche immagini dell’incidente di Capaci,della confusione e del profondo senso di sconfitta e dolore che comunicavano lasciando un ricordo amaro, nel mio animo e in quello di tutti gli italiani.

Aurora Ferrante a papà Gianluca

Cosa stavi facendo quando è avvenuta la strage?

Quando è avvenuta la strage io stavo facendo il militare. Io ero allungato sul letto a vedere la tv.

Cosa è successo?

All’improvviso è apparso un sottotitolo che diceva che c’era stata un esplosione a Capaci, in provincia di Palermo.

Cosa hai fatto?

Ho svegliato un paio di miei amici che erano vicino a me e gli ho detto che era successo qualcosa nel loro paese.

Cosa hanno fatto i tuoi amici?

Un mio amico ha subito chiamato a casa per vedere cosa era successo e la mamma gli rispose che c’era stata un esplosione e che erano morte alcune persone.

Sapevi chi era morto?

Non sapevo chi era morto.

Quando lo hai saputo?

L’ho saputo la mattina dopo.

Come ti sei sentito?

Mi sono sentito molto triste perché era stata una strage provocata dalla mafia e quindi pensavo che eravamo tutti rovinati, poi perché era morto Giovanni Falcone, un grande difensore della giustizia, un uomo buono e giusto e non sapevo cosa dire perché se la mafia era stata capace di far saltare una strada uccidendo molte persone e soprattutto un avvocato e dei poliziotti, sarebbe stata capace di uccidere molte altre persone che si sarebbero messe contro di loro per mandarle in prigione.

Viola Morgia a mamma Monica

Cosa stavi facendo e dove ti trovavi quando è avvenuta la strage?

Non mi ricordo cosa stessi facendo o dove mi trovavo in quel momento.

Cosa ricordi?

Ma ricordo la forte percezione di trovarmi in un mondo che pensavo facesse parte del passato o che comunque fosse molto lontano da noi.

Cosa si pensa a venti anni?

All’età dei venti anni pensavo che la mafia fosse composta da gente ignorante che non avrebbe mai potuto organizzarsi e combattere contro un uomo tanto capace e determinato come Giovanni Falcone.

Come era presentato dai media Giovanni?

Era presentato dai media come una sorta di supereroe impegnato a sconfiggere il male più presente in Italia, la MAFIA.

Cosa hai capito in quel momento?

Purtroppo in quel momento ho capito che la spregiudicatezza di pochi può vincere sugli ideali di molti che mai sarebbero riusciti ad eguagliare le loro azioni violente.

Cosa fece lo Stato?

Subito dopo la vicenda, la forte presenza dello Stato aveva fatto sperare in una rivincita della giustizia ma ancora oggi, a distanza di venti anni si parla di ricerca dell’identità dei mandanti. Aver catturato gli esecutori dell’atroce delitto non affoga ancora quella sensazione di impotenza.

Federica Testani a mamma Annalisa

Cosa hai provato quando Giovanni Falcone è morto?

Sconforto. Ho provato molto sconforto.

Perchè?

Perché la mafia aveva vinto di nuovo e perché Giovanni era un uomo come noi, che lottava contro il crimine e aveva rinunciato alla sua libertà per la nostra. Ha dimostrato tutto il suo coraggio e la sua forza per sconfiggere la mafia.

Aveva dei grandi ideali e ha aperto gli occhi a tutto il mondo e ha spinto molti a liberarsi della mafia.

Ludovica Bellani a papà

Quanti anni avevi alla morte di Giovanni Falcone?

Alla morte di Giovanni Falcone avevo 29 anni.

Cosa stavi facendo?

Stavo giocando a tennis e mi ricordo perfettamente il momento in cui venne a sapere del grave attentato.

Come lo hai saputo?

Dalla segreteria del circolo di tennis: il titolare era uscito trafelato dicendo a tutti che era esplosa una bomba a Capaci, l’autostrada che quel giorno Falcone percorreva per arrivare a Palermo come faceva ogni week end.

Cosa provasti?

Provai sia rabbia che paura.

Perché rabbia?

Rabbia perché avevano ammazzato una persona veramente unica e veramente invincibile.

Perché paura?

Paura perché mi sembrava che la mafia fosse invincibile.

Poi il tempo ha portato speranza e giustizia perché la morte di Giovanni ha iniziato ad aprire le anime delle persone e a dare più coraggio a tutti.

Si dice che quell’attentato abbia chiuso cinque bocce ma aperte 5 000 000.

Ludovica

Tu cosa hai provato dopo tanti anni?

Io stessa ho provato tanti anni dopo quanto affetto e stima aveva creato quell’uomo, quando durante un viaggio mio padre ha portato me e mia sorella alla casa di dove viveva Falcone.

Cosa hai visto?

Davanti ancora c’è una garitta, e c’è ancora un albero stupendo “L’ALBERO DI FALCONE dove sono attaccate lettere e disegni dei bambini.

Cosa hai pensato di quei bambini?

Ho pensato che, quei bambini non saranno mai mafiosi e questo farà sorridere quell’uomo cicciottello con i baffetti di nome Giovanni Falcone.

Che emozioni hai avuto dopo aver letto il libro?

Io ho letto il libro e mi ha chiuso il cuore ma è un’emozione così profonda e forte che non riesco a spiegare.

Francesco Cellitti a mamma Tiziana

Cosa ricordi?

Ricordo quel giorno, il 23/05/1992, con grande commozione.

Come era il tempo?

Era un giorno molto caldo, la stagione primaverile era molto avanzata e già si poteva andare a trascorrere qualche ora al mare.

Dove eri?

Ero rientrata a casa da poco quando nel tardo pomeriggio le reti televisive interruppero la programmazione per dare la notizia agghiacciante.

In Sicilia, a pochi chilometri da Palermo, c'era stato un attentato di probabile matrice mafiosa.

Cosa ricordi?

In quel momento ricordo di aver provato solo la sensazione forte di sconfitta dello Stato alla lotta alla mafia che il magistrato Falcone tentava di contrastare con le sue indagini.

Chi era per te?

Egli infatti era la figura più rappresentativa insieme al giudice Paolo Borsellino.

Anch'egli morto a luglio dello stesso anno in un altro attentato, alla lotta alla criminalità organizzata e alla mafia.

Come erano considerati dalla mafia Falcone e Borsellino?

Entrambi erano considerati dalla mafia gli avversari più pericolosi perchè essendo entrambi siciliani hanno messo al servizio dello Stato tutte le loro conoscenze sui linguaggi e sulle regole delle cosche mafiose. Erano grandi uomini che pur sapendo di non poter pienamente contare sull'appoggio e la protezione del potere politico continuarono eroicamente il loro lavoro sentendolo come dovere morale.

Cosa sono stati per te?

Sono stati impareggiabili esempi di lealtà, moralità, di fiducia e dedizione alle istituzioni e la loro morte non ha ucciso le loro idee e cancellato il loro ricordo e il ricordo di quello che hanno rappresentato con il loro lavoro al servizio dello Stato.

La loro morte cosa ha rappresentato per l’Italia?

La loro morte ha restituito all'Italia la forza e la speranza per continuare a credere e a lottare.

Cosa ci hanno insegnato?

La loro morte, ma soprattutto la loro vita, ci ha insegnato che la mafia deve essere sconfitta.

Cosa ricordi di quei giorni?

Qualche giorno dopo a Roma veniva eletto il nuovo Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

Alessandro Gallo a papà Mario

Quanti anni avevi quando è morto Giovanni Falcone?

Avevo 22 anni

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Dove eri quando hai saputo la notizia?

Io ero all’Università di Ingegneria a Napoli.

Che cosa ha fatto Giovanni Falcone per essere un grande uomo?

Ha difeso e fatto rispettare, senza mai arrendersi, le leggi. Trovandosi molto spesso ad affrontare un nemico che non era solo contro lo Stato, ma anche nello Stato.

Combatteva la mafia e tutto ciò che era contro le leggi dello Stato.

Durante il suo lavoro ha arrestato tanti uomini della mafia?

Ne ha arrestati tanti, ma soprattutto è riuscito a fare in modo che uno dei più potenti mafiosi, Tommaso Buscetta, diventasse collaboratore della giustizia e ciò permise di scoprire tanti segreti, molti impensabili, della mafia.

Chi era il suo migliore amico?

nel lavoro, il suo migliore amico era il giudice Borsellino che con lui affrontò tante battaglie tanto da diventare i nemici numeri 1 della mafia.

Un periodo per loro incredibile fu quando rimasero da soli su un isola disabitata per parecchi mesi per scrivere tutta la documentazione relativa alla causa contro la mafia.

Chiara Efficace a nonno Americo

Cosa faceva?

Giovanni Falcone combatteva contro la mafia.

Come fu la vita di Falcone?

Giovanni fu costretto a fare una vita difficile rinchiuso dentro casa con sua moglie Francesca che doveva uscire sempre per comprare da mangiare, e non poteva mai fare una passeggiata con il suo Giovanni.

Chi era per te Giovanni Falcone?

Era un uomo coraggioso e per me era un eroe.

Francesca Fontana a mamma Loredana

Quando morirono Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta?

Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della sua scorta morirono il 23 maggio 1992.

Dove lavoravi?

All’epoca lavoravo come giornalista a RADIO TELEMAGIA e venni a sapere la notizia direttamente dalle agenzie di stampa.

Ricordi quel momento?

Ricordo bene quel brutto giorno: all’improvviso in pochi istanti la tremenda notizia fece il giro del mondo, tanti giornalisti come me non riuscivano a credere a quello che stavano leggendo. Sembrava impossibile che la mafia fosse arrivata a tanto!

Falcone morì sul colpo?

Il giudice Falcone non morì sul colpo e per un po’ tutti sperarono che ce la potesse fare ma così non fu.

Che senzazioni avete provato tu e gli altri?

Provammo tutti sgomento e incredulità e poi tanta rabbia.

Perchè rabbia?

Perchè la mafia aveva colpito un grande uomo e i suoi affetti più cari.

Quanto ci volle per accettare quello che era successo?

Ci volle molto per accettare quello che era successo, ma come ho detto lo Stato e la gente non potevano rimanere a guardare.

Dal quel massacro doveva ripartire la lotta di ognuno di loro.

Marco Palmigiani a mamma Donatella

Cosa successe il 23 Maggio 1992?

Il 23 Maggio 1992 Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e le sue guardie vengono fatti saltare in aria.

Chi era per te Falcone?

Falcone era un grande uomo che combatteva la mafia e la considerava come una persona quindi aveva un’inizio ed una fine.

Chi si salva?

Ma la sua guardia e le guardie nella terza macchina si salvano e miracolosamente anche tutti quelli che passavano di lì si salvarono.

Francesco Minotti a mamma Tiziana e a papà Massimo

Cosa ricordate?

Ricordiamo che il 23 maggio 1992 eravamo a Roma per lavoro (giorno della morte di Giovanni Falcone).

Dove avete sentito la notizia?

Sentimmo la notizia alla radio.

Avevate già sentito quel nome?

Quel nome per loro non era nuovo perché in quegli anni si parlava molto di lui, di tutte le sue “lotte”, i suoi processi e anche per l’attentato scampato dell’ Addaura (con 58 candelotti di tritolo).

Cosa ti è rimasto impresso nella mente?

Mi è rimasta impressa una frase in particolare di Giovanni Falcone.

Quale era?

<<Non ho paura di morire perché ogni volta che hai paura è come se morissi tutte le volte>>

Cosa ha visto in tv?

Su tutta questa vicenda ho visto anche un film interpretato dall’attore Massimo Dapporto che in quel film aveva una straordinaria somiglianza con Giovanni Falcone.

Simona, la mamma di Chiara Cerracchio

Ricordo che era il maggio del 1992,un tranquillo pomeriggio come tanti altri e, mentre prendevo una tazza di caffè in compagnia di mia cugina, davanti alla televisione, improvvisamente fui scossa dall’incredibile notizia che il giudice Giovanni Falcone,a quel tempo uno dei massimi esponenti della lotta contro la mafia, era rimasto vittima di un attentato insieme con la moglie e con gli uomini della sua scorta.

Fu un susseguirsi di notizie e di immagini raccapriccianti.

Si apprese che il giudice era ancora in vita, ma che la moglie e alcuni uomini della scorta erano morti all’istante, tanto era stata grande l’esplosione.

Io e mia cugina speravamo che Falcone ce la facesse, perchè in lui, noi giovani di allora, vedevamo la luce di un futuro migliore, senza mafia. Purtroppo giunse la notizia che il giudice Giovanni Falcone era deceduto durante il trasporto in ospedale. Fu un giorno di lutto e di grande dolore per un’intera nazione: morendo Falcone moriva anche una parte di noi, e ancora una volta la mafia, questa bestia nera, aveva vinto.

La mamma di Maria Chiara Lancia

Mia madre all’epoca aveva 25 anni. Le ho chiesto dove era, cosa faceva quel giorno di fine maggio del ’92.

Ricorda benissimo che quel giorno era a Roma alla facoltà di Giurisprudenza e seguiva una lezione di Procedura penale, apprese la notizia per un incredibile passa parola che si era diffuso in tutta l’Università.

Le ho chiesto inoltre quali furono le sue sensazioni e che impressioni percepì attorno a lei e cosa aveva pensato in quei momenti. Ricorda che furono momenti molto particolari, sicuramente una sensazione immediata di sgomento, sembrava impossibile credere che la mafia avesse colpito così in alto, un uomo simbolo delle istituzioni e di tutta la società civile. Ci furono dei momenti di speranza perché il dr. Falcone non era nella vettura direttamente colpita dall’esplosione ma in quella successiva ed in un primo tempo sembrava si fosse salvato. Poi con il passare delle ore si resero conto delle dimensioni della tragedia. Ci fu un totale senso di sconforto. Pensò che la mafia forse stava vincendo il suo scontro con lo Stato, provò una grossa tristezza per il paese in cui viveva e di cui studiava le leggi.

Tutto ciò le lasciò un grande insegnamento, quello di un eroe che non si è mai arreso a fronte di immani difficoltà, quello di un manipolo di ragazzi coraggiosi che seppur giovani non avevano esitato ad andare incontro alla morte per difendere quell’uomo e per onorare la causa cui avevano prestato giuramento, l’impegno contro l'illegalità nascosta, condiviso con chi, ancora a prezzo della vita ha perseguito quegli ideali. Mia madre ritiene che questo sia uno dei valori che lei e le persone della sua generazione hanno appreso da quegli eventi.

Marianna, la mamma di Giovanni Martini

Cosa hai provato quand’è morto Giovanni Falcone?

Quando ho sentito la notizia della morte di Giovanni Falcone e gli uomini della scorta ho provato un grande dolore per la perdita di tante vite umane, tanta rabbia perché ancora una volta aveva vinto la mafia ma anche tanta ammirazione per un uomo che nonostante le continue minacce di morte non aveva rinunciato a lottare per gli ideali di giustizia e di legalità

Quanti anni avevi quando è morto Giovanni Falcone? E cosa ti ricordi?

Quando è morto Giovanni Falcone avevo circa 25 anni. Ricordo ancora le immagini mostrate dal telegiornale dell’autostrada per Capaci, le macchine distrutte dall’esplosione e il dolore dei parenti delle vittime. Inoltre mi ha colpito che Giovanni Falcone aveva rinunciato ad avere dei figli perché sapeva che li avrebbe lasciati orfani

Avevi sentito parlare di Giovanni Falcone prima della sua morte?

Sì, perché aveva creato insieme a Paolo Borsellino ed altri magistrati il pool anti mafia per coordinare le attività contro la malavita organizzata

Perché non si riesce a sconfiggere la mafia?

Perché tutti hanno paura di denunciare i mafiosi. La gente preferisce stare zitta per timore di ritrovarsi contro di loro o contro i propri cari.