Recensione di Giancarlo Menis

[...] La modernità del restauro che ella propone (e che non è ancora prassi comune) è davvero -come diceva Cesare Brandi- "un'operazione critica, in quanto atto profondo d'interpretazione". Ciò comporta l'attenta osservazione dell'opera trattata nel suo integro cammino storico e quindi il restauratore deve essere un esperto osservatore delle fonti disponibili per la ricostruzione della vita storica del manufatto. La regola d'oro per il restauratore moderno è -come lei scrive- "studiare le fonti osservando la materia". Nel caso del suo manufatto lo studio della lunga storia della Cappella dell'Arca di Sant'Antonio di Padova e quindi l'analisi attenta delle fonti disponibili relative al monumento, diventa una fatica preliminare indispensabile e fondamentale. Il volume documenta chiaramente la via da lei seguita per giungere ad un risultato filologicamente corretto. Ed il prestigioso luogo dell'arte patavina oltre che la venerazione per il Santo Taumaturgo meritavano una simile operazione. Lei è stato scrupolosamente fedele a tale impegno critico e... ha dato a me la gioia di ripercorrere la lunga vicenda del "Divo Antonio Confessori", come è scritta all'ingresso della Cappella. Vicenda che è anche storia delle principali tappe dello sviluppo dell'arte italiana. I lavori della Basilica, iniziati dopo il 1231, portarono alla realizzazione della splendida chiesa cristiana (una delle quattro basiliche ancora appartenenti al Vaticano fuori Roma) e nel 1499 iniziano l'erezione della celebre cappella nella forma attuale per l'importante lascito di 3000 ducati da parte del Superiore Generale dei frati francescani Francesco Sansone. Congratulazioni vivissime dunque per l'opera magistrale (e doverosa) che non ebbero altri pur importanti restauri. Il volume è poi arricchito da ottime riprese fotografiche che danno piacevole ed utilissimo commento al testo ed è integrato dall'apporto di ottimi collaboratori [...].

Buja 13 dicembre 2011

Giancarlo Menis

Il prof. dott. mons. Gian Carlo Menis è un sacerdote–intellettuale, archeologo e storico d’arte. Nato a Buja (UD) nel 1927 ha frequentato la Scuola di Teologia di Udine e poi il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana in Roma, laureandosi nel 1956 con una tesi su “La Basilica paleocristiana nelle diocesi settentrionali della metropoli d’Aquileia”, pubblicata in volume nel 1957.

E’ stato docente di Storia della Chiesa e Patrologia al Seminario di Udine. Fondò negli anni cinquanta il Museo Diocesano di Arte Sacra, di cui fu direttore dal 1963 al 2010, che poi divenne Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo con sede nel Palazzo Patriarcale di Udine. E’ stato membro della Commissione dell’Arte Sacra Universale a Roma nella Città del Vaticano. Fu direttore per vent’anni del Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni culturali istituito nel 1971 con sede a Villa Manin di Passariano (UD), e fondò nel 1977, subito dopo il terremoto che colpì il Friuli, la Scuola regionale di conservazione e restauro dei Beni Culturali presso lo stesso Centro. Venne proposto a Direttore dei Musei Vaticani, carica a cui rinunciò per dedicarsi al suo Friuli. Fu anche membro di una Commissione Ministeriale per le Opere d’Arte. E’ membro della “Deputazione di Storia Patria per il Friuli”, della quale fu anche Presidente, e della “Deputazione di Storia Patria per le Venezie”. Ha diretto la rivista “Memorie Storiche Forogiuliesi”. Ha tenuto conferenze in Messico, a Malta, a Roma. Conta al suo attivo quasi trecento pubblicazioni tra opere letterarie e di saggistica, si ricorda in particolare la “Storia del Friuli” giunta alla sua 10^ edizione. Molti i riconoscimenti ricevuti. Da menzionare la laurea “honoris causa” conferitagli nel 1996 dall’Università degli Studi di Udine in Conservazione dei Beni Culturali.

E’ figura illustre che il Friuli annovera tra quelle d’eccellenza. Attualmente è Presidente del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo.

Oggi vive nella sua amata e prestigiosa residenza a Ursinins Grande, località del Comune di Buja (UD).