La prima buona ragione per fare grammatica è di carattere istituzionale. Sia i programmi del 1985, sia le nuove indicazioni prevedono che venga dedicata la giusta attenzione alla riflessione linguistica Correttamente i Programmi del 1985 parlavano a più riprese di "curiosità" del bambino sulla lingua.
Secondo le Indicazioni nazionali del 2007:
- La riflessione sulla lingua andrebbe valorizzata in una prospettiva metacognitiva e “servirà per sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare .
- La scelta delle nuove Indicazioni propongono che l’apprendimento della lingua sia induttivo, che si sviluppi a partire dalla naturale predisposizione dell’alunno a riflettere sui fenomeni comunicativi e sulla struttura della lingua. Nelle Indicazioni, infatti , si legge : "la riflessione sulla lingua partirà dall’osservazione degli usi linguistici”. Questa riflessione va sostenuta perché l’alunno la sviluppi, gradualmente e in relazione con la sua maturazione cognitiva, in modo sempre più ampio e consapevole, fino a realizzare “generalizzazioni astratte”.
- Generalizzazioni di questo tipo possono contribuire allo sviluppo del pensiero degli alunni e possono prestarsi a collegamenti con altre discipline, con la matematica soprattutto, con la quale la lingua ha in comune l’uso delle funzioni logiche e lo sviluppo delle attività del pensiero.
- Solo in una prospettiva di riflessione sui fenomeni linguistici e sulla struttura della lingua, ma anche sulle produzioni linguistiche proprie e altrui, lo studio della grammatica darà dei risultati concreti anche nella codifica delle lingua orale e scritta.
- La riflessione sulla lingua potrà aiutare l’alunno ad acquisire “una maggiore duttilità nel capire e produrre enunciati e testi” e lo metterà nelle condizioni di “utilizzare le conoscenze metalinguistiche per migliorare la comunicazione orale e scritta".
Secondo la prof.ssa Maria Cecilia Luise, esperta di educazione linguistica, quando si insegna una lingua ai bambini il carattere della riflessione linguistica dovrà essere:
- "Induttivo e concreto: è il bambino, che seguendo un processo di induzione scopre la regola, attraverso esercizi sul libro o sul quaderno, ma per esempio attraverso giochi con cartellini, o costruzioni di insiemi di parole.
- Proposto sotto forma di gioco o di problema in grado cioè di stimolare il bambino ad applicare le sue capacità di osservazione in un contesto motivante e stimolante.
- Improntato su una metodologia non centrata sulla spiegazione della regola da parte dell'insegnante, ma volta alla scoperta attiva della regola da parte dell'allievo, sicuramente non lasciato a se stesso, ma guidato dall'insegnante."