Storia del Cinema (wikipedia)

Il cinema è l'insieme delle arti, delle tecniche e delle attività industriali e distributive che producono come risultato commerciale un film. Nella sua accezione più ampia il cinema è l'insieme dei film che, nel loro complesso, rappresentano un'espressione artistica che spazia dalla fantasia, all'informazione, alla divulgazione del sapere.

Il cinema viene anche definito come la settima arte, secondo la definizione coniata dal critico Ricciotto Canudo nel 1921[1], quando pubblicò il manifesto La nascita della settima arte, prevedendo che il cinema avrebbe unito in sintesi l'estensione dello spazio e la dimensione del tempo. Fin dalle origini, il cinema ha abbracciato il filone della narrativa, diventando la forma più diffusa e seguita di racconto.

Charlie Chaplin e Jackie Coogannel film Il monello, uscito nel 1921, lo stesso anno in cui il critico Ricciotto Canudo definì il cinema come "settima arte"

Uno spezzone della pellicola cinematografica.

Generalità

L'arte del cinema è caratterizzata da uno spettacolo proposto al pubblico sotto la forma di un film, vale a dire la registrazione di una recita di finzione denominata film a soggetto, il quale secondo la sua durata può essere suddiviso in cortometraggio (di durata non superiore a 20 minuti), mediometraggio (di durata variabile da 30 a 50 minuti) e il più diffuso lungometraggio (di durata superiore all'ora di proiezione) in forma di commedia o drammatica del tutto identica alla rappresentazione teatrale ma girata, in parte o interamente, in uno studio cinematograficooppure in esterni (definiti anche "Location" secondo il termine moderno); oppure il film documentario, basato sull'osservazione della realtà.

Entrambi sono veicolati da un tramite che può essere la pellicola flessibile (formata dapprima dalla celluloide, poi dal triacetato di cellulosa e infine dal polietilene tereftalato), quindi dal nastro a banda magnetica, e infine, con l'avvento del cinema digitale, del processo della digitalizzazione attraverso il quale immagini e suoni del film vengono convertiti in dati informatici da diffondere in contenuti digitali su un supporto fisico oppure, attraverso Internet, su quello virtuale. Tutti questi sistemi hanno come fine ultimo quello di venire letti e codificati da un meccanismo continuo e intermittente, più o meno sofisticato, che crea l'illusione ottica di un'immagine in movimento.

La divulgazione al pubblico di tale spettacolo registrato, che si differenzia perciò da tutte le altre arti performative, in origine era costituita da un'illuminazione attraverso un supporto ottico, dapprima rudimentale e poi sempre più perfezionato: giochi di specchi, lenti ottiche, proiezione di fasci luminosi su schermi trasparenti od opachi, arrivando fino alla diffusione del segnale digitale sui televisori di ultima generazione senza lo schermo a tubo catodico, dotati di schermo al plasma o dallo schermo a cristalli liquidi, fino al recente televisore che supporta la visione tridimensionale che però deve ancora esprimere compiutamente tutta la sua potenzialità, essendo tale tecnologia ancora agli inizi e piuttosto costosa. È tuttora diffusa la convinzione errata che il fenomeno della persistenza delle immagini sulla retina consenta allo spettatore di avere l'illusione ottica delle immagini in movimento.

Tale fenomeno consente all'occhio di percepire come un fascio luminoso continuo ciò che, al contrario, è una rapida sequenza di lampi. Nel cinema professionale attuale sono 48 al secondo, pari a 24 fotogrammi al secondo, vale a dire che ogni fotogramma viene illuminato due volte. L'illusione del movimento è invece opera del cervello il quale, secondo meccanismi non ancora del tutto chiariti, riesce ad assemblare la molteplicità delle immagini che vengono trasmesse in modo unitario creando da sé medesimo l'illusione che tali immagini siano in movimento. Secondo alcuni studi la percezione del movimento si avrebbe già con sole sei immagini al secondo, anche se ovviamente, la fluidità dell'azione risulta molto scarsa. I primi film durante l'era del cinema muto venivano girati a circa 16 fotogrammi al secondo[2]; lo standard dei 24 fotogrammi fu codificato solo con l'avvento del cinema sonoro, onde ottenere una velocità lineare della pellicola sufficiente per una dignitosa resa sonora della traccia.

Nel senso originale, il cinema è la proiezione al pubblico di un film su uno schermo qualsiasi. Sin dalle origini, avveniva attraverso il proiettore in una sala cinematografica appositamente attrezzata, al chiuso durante le stagioni invernali e all'aperto durante le sessioni estive, nei nostrani Politeama che avevano posti a sedere regolamentari oppure nei Drive-in, diffusi negli Stati Uniti d'America dal 1921 ma diventati largamente popolari sin dagli anni cinquanta. Tali particolari sale all'aperto (il termine Drive-In, tradotto letteralmente, significa "Guida-Dentro") consistevano in proiezioni di film dove si assisteva seduti nell'automobile, sistemandosi su apposite piazzole allestite di fronte allo schermo, con a lato gli altoparlanti per l'audio: in alcuni casi la colonna sonora del film veniva trasmessa su frequenze radiofoniche in modulazione di frequenza su cui ci si poteva sintonizzare con l'impianto stereofonico della vettura. Con il declino della sala cinematografica la fruizione del film viene veicolata da supporti analogici (la videocassetta nei formati Betamax e VHS, utilizzata dal 1975 al 1998) o digitali (il DVD, commercializzato dal 1999, e il Blu-Ray Disc, commercializzato dal 2009) sullo schermo televisivo.

Molto presto, a partire da Charles-Émile Reynaud, nel 1892 i creatori dei film compresero che lo spettacolo proiettato migliorava sensibilmente aggiungendoci come accompagnamento una musica suonata dal vivo composta apposta per costruire l'atmosfera della storia narrata, mettendo in evidenza ogni azione rappresentata. Si aggiungono molto rapidamente dei rumori di scena causati da un assistente nel corso di ogni proiezione, e quindi un commento alle azioni che si svolgono sullo schermo da parte di un imbonitore presente in sala. Fin dalla sua invenzione, il cinema è diventato nel corso del tempo una cultura popolare, un intrattenimento, un'industria e un mezzo di comunicazione di massa. Può essere inoltre utilizzato a fini pubblicitari, propagandistici, pedagogici oppure per la ricerca scientifica.

Il termine originale francese, Cinéma, è l'apocope di Cinématographe (dal greco antico κίνημα / kínēma, "movimento" e γράφειν / gráphein, "scrivere" dunque "scrivere in movimento"), il nome dato da Léon Bouly nel 1892 al suo apparecchio di proiezione, un "dispositivo reversibile della fotografia e ottica per l'analisi e la sintesi delle proposte" del quale depositò il brevetto, ma non riuscì mai a farlo funzionare. I fratelli Lumière ripresero questo appellativo. Il padre, Antoine Lumière, avrebbe preferito che l'apparecchio inventato dai suoi figli venisse denominato Domitor, ma Louis e Auguste preferirono utilizzare il termine Cinématographe per definire con più efficacia la dinamica legata alle immagini da loro realizzate. Tuttavia, il termine di Antoine ritornò in auge nel 1985, quando in Francia l'"Associazione Internazionale per lo sviluppo e la ricerca sul cinema delle origini" venne soprannominata con un po' di umorismo Domitor. La parola cinema è polisemica: può designare l'arte filmica, o le tecniche di ripresa dei filmati animati e la loro presentazione al pubblico; o ancora, per metonimia, la sala nella quale i film vengono mostrati. È in quest'ultimo senso che il termine viene solitamente abbreviato a livello mondiale come "Cine" oppure, in francese Cinoche (quest'ultimo termine significa letteralmente "colpo di frusta").

Il riferimento allo schermo di proiezione ha suggerito agli spettatori diverse espressioni legate al linguaggio cinematografico: quelle oggettive come ad esempio, la "messa in quadro" per la ripresa di oggetti e persone in movimento; e, alla stessa maniera, soggettive come "per fare il suo cinema" (sognare di essere un realizzatore di film mentre lo si guarda può apparire un po' troppo ottimista o addirittura patologico), "questo è il cinema" (affermazione che può apparire esagerata o menzognera) poiché sempre diverse sono le reazioni che il pubblico prova nel guardare una pellicola, a riprova della grande forza evocatrice di un film. In ogni caso, va ricordato che l'illusione ottica di un'immagine in movimento non va confusa con il fenomeno più complesso dell'illusione filmica, vale a dire quell'esperienza particolare per cui «mentre sappiamo che stiamo vedendo solo un film, tuttavia sperimentiamo quel film come un mondo pienamente realizzato»[3].

Se i film che si propongono di rappresentare specifiche società diverse volte non ne riflettono perfettamente la fedeltà[4] la loro diffusione è praticamente universale, le storie che vengono raccontate sono basate il più delle volte sui grandi sentimenti a beneficio di tutta l'umanità. Il moltiplicarsi delle sale cinematografiche, favorite dall'introduzione dei sottotitoli o dal doppiaggiodei dialoghi, è oggi diventata secondaria rispetto al livello commerciale; le vendite dei diritti di diffusione sui canali televisivi sono innumerevoli e la loro messa a disposizione nei diversi formati domestici sono diventati le principali fonti di entrate per il cinema, con risorse che si sono rivelate colossali.

Secondo uno studio effettuato dalla ABN AMRO del 2000 circa il 26% delle entrate provenivano dalla vendita dei biglietti nelle sale, il 28% provenivano dalla diffusione domestica, e il 46% invece provenivano dalle vendite nei formati domestici[5]. Oggi, in assenza di statistiche, si può affermare che la parte riguardante l'Home video abbia largamente superato il 50% a livello mondiale: il che significa che attualmente la maggior parte della distribuzione dei film avviene in prevalenza in ambito privato domestico, mentre la visione collettiva del film nelle sale è diventata minoritaria nonostante una specializzazione sempre più minuziosa dei generi cinematografici che ha portato di conseguenza la tendenza di riunire più sale di varia capienza in una sola struttura creata appositamente, definita cinema multisala, che in realtà fecero la loro prima comparsa a livello quasi sperimentale in Canada nel 1957[6], al quale si aggiunge un rispolvero, ulteriormente perfezionato, del cinema tridimensionale.

Precinema: le premesse del cinema[modifica | modifica wikitesto]La storia del cinema è costellata di piccole e grandi invenzioni tecniche. Anche in questo campo il progresso di fatto non si è mai arrestato, e ha visto alcune svolte epocali, come il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, dallo schermo quadrato a quello panoramico e dalla pellicola analogica al digitale. Come conseguenza di tale rapido sviluppo tecnologico accaduto in oltre 120 anni, è aumentato il grado di specializzazione delle maestranze impegnate sui set, e sono state create nuove figure professionali. Attualmente le grandi produzioni sono popolate da un vero e proprio esercito ben visibile nei titoli di coda dei film attuali. Dalle cineprese a motore di Thomas Edison e Dickson, a quelle a manovella dei Fratelli Lumière, le attrezzature utilizzate divengono via via sempre più complesse, e permettono evoluzioni controllate al millimetro della macchina da presa.

Il cinema nasce alla fine del XIX secolo. Per definire le ricerche che hanno portato all'invenzione del cinema, quindi precedenti al primo film effettivo del 1891, si parla di Precinema[7]. Si è spesso affermato che gli inventori del cinema fossero i fratelli Lumière. Loro stessi non hanno rivendicato quanto sostenuto, correggendo queste affermazioni e dicendo che il cinema è stato il risultato di ricerche perseguite febbrilmente in tutto il mondo e che ciascuno aveva raggiunto il suo scopo. Infatti i primi film, come sostiene Laurent Mannoni, storico del cinema e conservatore di apparecchi alla Cinémathèque française, furono registrati con il Kinétographe dell'americano Thomas Edison, brevettato il 24 agosto 1891, impiegando un film perforato a 35 mm e un sistema d'avanzamento intermittente della pellicola denominato roue à rochet, che pressappoco può significare "ruota a rocchetto". Tra il 1891 e il 1895, Edison realizzò circa 70 film con questo sistema[8]

Ma le illusioni dell'immagine in movimento precedenti questo apparato (all'inizio del XIX secolo) erano fornite da una sorta di giocattoli scientifici che utilizzavano dei disegni rappresentanti un soggetto alle prese con le fasi differenti di un gesto scomposto in due o una dozzina di vignette, la cui successione veniva visualizzata attraverso fessure o specchi rotanti. Questi "giochi da salotto", che presto affezionarono un pubblico benestante, erano finalizzati a sviluppare la curiosità scientifica nelle menti dei ragazzi di famiglie abbienti. Tra essi vanno citati il Phénakistiscopedel belga Joseph Plateau, lo Zootrope dell'inglese William George Horner, il Folioscope del francese Pierre-Hubert Desvignes, che è un adattamento del Flipbook dell'inglese John Barnes Linnett, e il Praxinoscope del francese Charles-Émile Reynaud. Senza dimenticare il Zoopraxiscope del fotografo britannico Eadweard Muybridge, va altresì notato che Muybridge e il suo equivalente francese, il celebre Étienne-Jules Marey, svilupparono diversi macchinari con processi ottici per fini più scientifici anziché commerciali, per tentare di decomporre, e quindi studiare, i movimenti di esseri umani o animali, e in generale tutti quei fenomeni troppo veloci per essere analizzati dall'occhio umano come, ad esempio, la caduta di gocce d'acqua, esplosioni o reazioni chimiche.

Nel 1872 l'uomo d'affari e governatore della California Leland Stanford chiese a Eadweard Muybridge di confermare una sua ipotesi, ovvero che durante il galoppo di un cavallo esiste un istante in cui tutte le zampe sono sollevate da terra. Il 19 giugno 1873, Muybridge fotografò con successo un cavallo da corsa chiamato "Sallie Gardner" utilizzando 24 fotocamere, sistemate parallelamente lungo il tracciato, e ogni singola macchina veniva azionata da un filo colpito dagli zoccoli del cavallo ogni 21 centimetri per coprire i 20 metri di estensione della pista, e le foto venivano scattate in un millesimo di secondo.[9] Questa sequenza di fotografie in movimento, chiamata "Sallie Gardner at a Gallop"[10], della durata di 3 secondi, mostrò come gli zoccoli si sollevassero dal terreno contemporaneamente, ma non nella posizione di completa estensione, come era comunemente raffigurato. Nove anni più tardi, nel 1882, Étienne-Jules Marey costruì il primo fucile cronofotografico, che era capace di riprendere 12 fotogrammi al secondo, registrando tutti i fotogrammi del singolo film. Il secondo film sperimentale, Roundhay Garden Scene, filmato da Louis Le Prince il 14 ottobre 1888, e della durata di 2 secondi, è il più vecchio filmato esistente, certificato dal Guinness dei primati; l'autore preparò un brevetto statunitense per un nuovo dispositivo a 16 lenti su una pellicola di 60 mm, ma non riuscì a depositarlo, né poté eseguire la proiezione del film presso un pubblico.

Il 20 maggio 1891 può considerarsi una data fondamentale nella storia del cinema. In quel giorno, l'americano Thomas Edison, inventore della fabbricazione industriale della lampadinaelettrica nonché progettista e produttore del fonografo, insieme al suo principale collaboratore, l'ingegnere elettrico William Kennedy Laurie Dickson, riuscì a presentare in pubblico il suo primo film, Dickson greeting. Edison, che era diventato praticamente sordo durante la sua adolescenza, sogna di fare della sua invenzione una macchina che permetta di registrare l'immagine di un cantante o di un'orchestra che interpreta una canzone o un'aria d'opera. «Questo potrebbe consentire di assistere a una rappresentazione al Metropolitan Opera cinquant'anni più tardi, quando quasi tutti gli interpreti sono scomparsi ormai da lungo tempo».[11]

Un'invenzione fondamentale, arrivata al momento giusto, fu quella dell'americano John Carbutt che nel 1888 immette sul mercato, prodotto dalle fabbriche di proprietà di George Eastman, una pellicola flessibile di celluloide tagliata in rotoli di 70 mm di larghezza, rivestite di sostanza fotosensibile. Il 1888 può dunque essere considerato come il termine del Precinema e il debutto del Cinema. A partire dalla pellicola flessibile non perforata del duo Carbutt-Eastman, Edison e Dickson creano quello che diventerà vent'anni più tardi il formato standard internazionale per la proiezione dei film. Essi tagliano ulteriormente la pellicola di Eastman in tutta la sua larghezza, in due strisce di 35 mm ciascuno dotata di due set di quattro perforazioni rettangolari per ogni fotogramma.

Secondo un disegno di Edison, Dickson fabbrica il Kinetograph, una macchina pesante e ingombrante, che richiede un collegamento elettrico soltanto per attivare il motore. Però ha anche il merito di funzionare bene. La pellicola avanza a intermittenza, azionata da un ingranaggio dentato associata a una "ruota a rocchetto". L'unico difetto è rappresentato dal tempo d'arretramento della pellicola, troppo corto rispetto all'asse ottico dell'obiettivo. Una valvola rotante, che rimane chiusa durante la proiezione della pellicola, si apre durante la sua immobilizzazione, assicurando il tiraggio ed evitando eventuali fratture. La pellicola proiettata viene poi riavvolta. Parallelamente, i due inventori mettono a punto un apparecchio per guardare i film futuri, il Kinetoscope, un mobile in legno su cui lo spettatore guarda singolarmente un film che si svolge di continuo, azionato da un motore elettrico davanti a una scatola luminosa. L'utilizzatore osserva il film attraverso uno spioncino e una serie di lenti di ingrandimento. Il movimento viene ripristinato passando da un otturatore circolare sincronizzato con l'unità attraverso le perforazioni del film, che svela i suoi fotogrammi uno appresso all'altro, a una cadenza di 18 unità al secondo.

Nel 1891 Dickson fece un test filmando sé stesso mentre rivolge un cenno di saluto ai suoi futuri spettatori. Questo è il primo film del cinema, Dickson greeting, che dura meno di una dozzina di secondi, e dei quali oggi sopravvive soltanto un frammento di due secondi. Venne presentato il 20 maggio 1891 davanti a un'assemblea di 150 militanti della Federation of Women's Club. Il successo va oltre ogni aspettativa: le spettatrici, individualmente o a gruppi di due, si affollano congratulandosi con gli inventori del Kinétoscope e continuando a visionare più di una volta Dickson greeting ed esprimendo il loro stupore e la loro soddisfazione[12]. La tanto desiderata ricerca della registrazione del movimento e della sua restituzione proiettata è infine cosa acquisita, la data viene certificata dalla prima presentazione pubblica, il primo film del cinema è questo di Edison e Dickson. Nel 2005 il frammento di due secondi del primo e di tutti gli altri film prodotti da Edison sono stati digitalizzati e oggi fanno parte di una serie di DVD distribuiti negli Stati Uniti dalla King Video in collaborazione con il Museum of Modern Art di New York.

Galvanizzato dal successo, Edison apre in tutto il territorio statunitense i Kinetoscope Parlors, delle stanze in cui molti dispositivi vengono allineati e attrezzati per cambiare i film da proiettare, dove per entrare e visionarli gli spettatori devono pagare una quota d'iscrizione di 25 centesimi. Queste possono essere considerate le prime vere sale cinematografiche. È Laurie Dickson che si incarica di dirigere le riprese, considerato così un regista ante litteram. Dickson costruì il primo studio di posa cinematografico, la «Black Maria» (era il nome popolare che veniva assegnato dalla gente ai furgoni di polizia, neri e scomodi) perché ricoperto con carta catramata nera a tal punto che entrando all'interno l'effetto era quello di una serra riscaldata. Il piccolo tetto apribile del fabbricato è situato su una guida circolare e può essere orientato in funzione della posizione del sole, poiché la luce del giorno è l'unica illuminazione utilizzata. Ogni ripresa ha una durata massima di 60 secondi, il film è composto da un solo scatto, da un unico piano sequenza. Al loro debutto su scala nazionale, però, i film di Edison attraggono poco; gli spettatori preferiscono i divertimenti del music-hall e le attrazioni da fiera popolare. Nel 1895 il successo dei film di Louis Lumière, tutti girati in esterni naturali, obbligano Edison ad abbandonare la «Black Maria». Alleggerisce così il peso della fotocamera sopprimendo il motore elettrico e adotta la manovella utilizzata dai fratelli Lumiére.

Il Kinétoscope (il cui nome commerciale, per l'esattezza, è Kinetoscope Peep Show Machine) attira numerosi curiosi, ma Edison, nell'euforia del successo, si dimentica di depositare il brevetto dell'apparecchio, una leggerezza incredibile da parte di un inventore sotto tanti aspetti esigente e scrupoloso. Molto presto le contraffazioni si svilupperanno in tutto il mondo, a tal punto che Edison non riuscirà più a controllare la situazione. «In quel momento lì, era ovviamente troppo tardi per proteggere i miei interessi», lascerà scritto nelle sue memorie[13]. Tuttavia, nell'estate del 1894 organizzerà a Parigi una dimostrazione pubblica del Kinétoscope alla quale assiste Antoine Lumière, il padre dei due fratelli, che rientrato a Lione orienta i suoi figli a progettare un apparecchio equivalente al Kinétoscope e al Kinétographe. In tal modo, il 26 novembre 1894, si legge sul quotidiano Le Lyon Republicain che i fratelli Lumiére «stanno attualmente lavorando alla costruzione di un nuovo Kinétographe non meno rilevante di quello di Edison, e del quale i lionesi saranno a breve, crediamo, i primi a vedere»[14] è la prova inconfutabile dell'antecedenza delle macchine e dei films dell'inventore americano rispetto ai concorrenti francesi. Lo storico del cinema Georges Sadoul afferma che «le pellicole girate da Dickson sono in senso stretto i primi film»[1] ma nello stesso libro offre un'impressionante Cronologia mondiale. Cinquemila film di cinquanta paesi che comincia nel 1892, con le proiezioni di Émile Reynaud. Lo storico ritiene che entrambi i tentativi siano stati soltanto dei test; sia quelli di Dickson tra il 1888 e il 1891 (tra i quali il Dickson greeting, considerato anch'esso come un test) e le pantomime luminose di Reynaud[1].

I primi film

Thomas Edison e il suo fonografo

Camera Arriflex 35 mm modello 435 Xtreme (2013)

Il «Black Maria», primo studio cinematografico di Edison e Dickson (1893)

Storia del cinema

William Kennedy Laurie Dickson in Dickson greeting, primo film in assoluto a essere mostrato in pubblico (1891)

Sallie Gardner at a Gallop, come fu concepita in origine.Queste immagini fotografiche furono pubblicate per la prima volta a Philadelphia nel 1887.

Un dispositivo elettronico del tipo Digital Light Processing utilizzato oggi in un moderno proiettore digitale

L'interno di una sala cinematografica mentre sullo schermoscorrono i titoli di coda del film

Sallie Gardner at a Gallop, il primo filmato sperimentale realizzato da Eadweard Muybridge nel 1873.

Le prime proiezioni animate

Un Kinetoscope Parlor a San Francisco nel 1894.

Nel 1877 l'insegnante di scienze e fotografo Charles-Émile Reynaud creò e brevettò un suo gioco ottico, il Praxinoscope dove lui stesso progetta miniature in movimento, divertenti o poetiche. Il Praxinoscope incontra immediatamente i favori del pubblico e l'ultimo modello da lui progettato permette anche la proiezione dei disegni su uno schermo piccolo; come pensa Reynaud, la sua arte raggiunge qui il punto massimo nella rappresentazione dell'«effetto magico» delle lanterne luminose. Ma, come tutti i «giochi da salotto» i suoi soggetti sono troppo brevi: i gesti, le piroette, le trasformazioni, durano soltanto un secondo. Nel 1892, un anno dopo i primi film di Edison la cui durata è di poco più lunga, Reynaud intraprese la fabbricazione di un progetto ambizioso che l'ossessionava da almeno quindici anni: un apparecchio che permetteva di proiettare su grande schermo, donando l'illusione del movimento, dei disegni che raccontano una storia vera di durata variabile da due a cinque minuti.

Con pazienza, riesce a disegnare prima e dipingere poi su una pellicola di celluloide di fabbricazione Eastman, larga 70 mm, centinaia di vignette che rappresentano i diversi atteggiamenti delle persone in movimento, uno di fronte all'altro. La sua tecnica è il debutto di quello che in seguito si chiamerà il cartone animato, e i suoi movimenti ricostruiti rientrano nel rango della categoria dei film, e quindi del cinema. Nel mese di ottobre del 1892 Charles-Émile Reynaud presentò a Parigi, nel "Cabinet fantastique" del Museo Grévin che ribattezza il Théâtre Optique, le sue Pantomime luminose, definendoli come film a tutti gli effetti. Il Théâtre Optique di Charles-Émile Reynaud rappresentò un'innovazione considerevole rispetto a Thomas Edison e inaugura le prime proiezioni di film animati sul grande schermo. Contrariamente alla visione singola del Kinétoscope, il pubblico del Théâtre Optique è riunito come in un'assemblea per seguire la storia proiettata sullo schermo. Così il Museo Grévin può vantarsi di essere la prima sala di proiezione cinematografica, tre anni prima delle proiezioni dei fratelli Lumiére.

Durante l'estate del 1894, nel corso di un viaggio a Parigi, Antoine Lumière assiste a una delle proiezioni animate del Théâtre Optique di Charles-Émile Reynaud al Museo Grévin, al nº 10 di Boulevard Montmartre. I rappresentanti di Thomas Edison gli offrono un campione di una trentina di centimetri della pellicola di 35 mm perforata dell'industria americana. «Sono meravigliato dal Kinétoscope di Edison»[15] Antoine ritorna a Lione, persuaso che il mercato della registrazione e rappresentazione di immagini fotografiche in movimento (il termine inglese film, adottato per la prima volta da Edison nel 1893 per definire la pellicola impressionata non era ancora conosciuto) è a portata di mano, ricco e foriero di promesse commerciali. Le proiezioni del Théâtre Optique e le reazioni del pubblico lo convinsero inoltre che l'avvenire non è nel Kinétoscope, visionato da una persona alla volta, ma in un apparecchio simile a quello di Reynaud, proiettando sullo schermo stavolta non dei disegni animati ma persone in movimento, davanti a un'assemblea di pubblico.

La pellicola flessibile prodotta da Eastman riscuote una provvigione di diritti industriali inclusi il prezzo al metraggio del supporto venduto. Questa pellicola deve assicurare un accesso graduale e continuo ai suoi bordi in maniera che la dentatura dell'apparecchio assicuri il passaggio nelle perforazioni e, quindi d'impressionare fotogramma per fotogramma tutto il nastro. Ma i fratelli Lumière conoscono già che le perforazioni rettangolari di Edison sono stati oggetto di numerose imitazioni e brevetti, rendendo non solo la situazione incontrollabile allo stesso Edison, ma anche a loro stessi. Avvertono però che la loro realtà industriale è fondamentale. Però la loro imitazione costituirebbe un caso di violazione, e Edison non esiterebbe a citarli in giudizio. Per evitare di pagare i diritti d'autore agli Stati Uniti d'America, i fratelli Lumière studiano un sistema di perforazione rotonda da applicare ai loro film, disposti lateralmente a ragione di una sola perforazione su entrambi i lati di tutti i fotogrammi.[16][17] La pellicola perforata a rettangolo da Edison, considerata più efficiente, viene scelta come metodo standard in tutto il mondo da parte dei fabbricanti di pellicole per le proiezioni dei film dal 1903.

I fratelli Lumière preparano allora una serie di proiezioni a pagamento a Parigi, nel Salon indien du Grand Café, al nº 14 del Boulevard des Capucines. Il primo giorno, il 28 dicembre 1895, erano presenti soltanto 33 spettatori (tra i quali due giornalisti) venuti ad osservare questo «nuovo spettacolo»[1][18]. Il passaparola tra la gente favorisce l'espansione di quella novità e in una settimana la fila di persone raggiunge la Rue Caumartin. Le proiezioni raggiungono il tutto esaurito e le sessioni giornaliere raddoppiano, l'impatto di quanto accade nei mesi successivi è globale. Dieci film (Louis Lumière le definisce "visuali") costituiscono lo spettacolo. La sortie de l'usine Lumière a Lyon, La Place des Cordeliers à Lyon, Le Débarquement du congrès de photographie à Lyon, La Mer (Baignade en mer), due bambini immersi nelle onde, Les Forgerons ad esempio di Edison, ma con autentici fabbri che forgiano il loro materiale poiché Dickson, ai fini delle riprese, si accontentò di ricostruire la fucina con semplici comparse poco convincenti. Seguono due scene familiari con un bambino, il figlio stesso di Auguste Lumière, in Le Repas de bébé e La Pêche aux poissons rouges. Poi arrivano due scenette comiche di vita militare, La Voltige e Le Saut à la couverture, nella tradizione dei comici girovaghi. Quella sessione si concluse con il celebre L'Arroseur arrosé che è in realtà il primo film nella storia del cinema interpretato da attori (i primi film di finzione sono le pantomime disegnate da Émile Reynaud). Pochi giorni dopo, il 6 gennaio 1896, i due fratelli presentarono un altro film rimasto celebre, L'arrivée d'un train en gare de La Ciotat, che con ogni probabilità impressionò gli spettatori, anche se tali riscontri non sono completamente attendibili. Il Grand Café esiste ancora oggi, diventato anche un albergo con il nome "Le Café Lumière - Hôtel Scribe"; la sala cinematografica più antica al mondo tuttora in attività si trova sempre in Francia, ad Aniche: L'Idéal Cinéma-Jacques Tati, inaugurato il 26 gennaio 1902 e aperto al pubblico il 23 novembre 1905[19].

Dopo la proiezione al Salon Indien, il 28 dicembre 1895, si diffondono rapidamente le sale cinematografiche: nel solo 1896, vengono avviate proiezioni:

Un estratto da Pauvre Pierrot di Charles-Émile Reynaud, uno dei primi disegni animati nella storia del cinema.

Charles-Émile Reynaud proietta Pauvre Pierrot nel suo Teatro Ottico. Incisione di Louis Poyet (1892).

Il principio meccanico del Cinématographe dei fratelli Lumière: il movimento di penetrazione e successivo ritiro nella perforazione rotonda del dispositivo sulla pellicola avviene attraverso un braccio che regge due rampe aiutato da una cremaglierarotante.

Il Cinématographe Lumière

Le prime sale cinematografiche

I fratelli Lumière, considerati gli inventori del cinema.