Le allergie respiratorie

Data pubblicazione: 6-nov-2016 10.02.52

Le allergie respiratorie rappresentano la forma più diffusa di allergie in Europa e nel mondo

L'allergia ai pollini o pollinosi è caratterizzata prevalentemente da lacrimazione, starnutazione e talvolta tosse e asma e costituisce, con la sua tipica ricorrenza stagionale, il prototipo delle allergie respiratorie.

Con l'alternarsi delle stagioni e nei diversi periodi di fioritura delle piante, in particolare in primavera, si verifica un evento naturale di fondamentale importanza per il regno vegetale: invisibili nubi di polline, seguendo le correnti aeree, si riversano nell’atmosfera diffondendosi in altezza e a distanza anche per diversi chilometri dalla sorgente.

I pollini quindi si depositano un po' ovunque, anche sulle mucose congiuntivali o delle vie aeree delle persone che vivono nelle zone interessate. Queste persone, se sensibilizzate alle proteine allergeniche liberate dai pollini, reagiscono con i caratteristici sintomi clinici.

Le allergie respiratorie rappresentano la forma più diffusa di allergie in Europa e nel mondo. In generale, la diffusione delle malattie allergiche sta aumentando in tutta Europa e, anche a causa del cambiamento climatico, non e più limitata a stagioni o ambienti specifici.

La rinite allergica (con o senza congiuntivite) colpisce il 5%-50% della popolazione mondiale, e dal 15% al 20% di tali pazienti soffre di una forma grave della malattia e la sua diffusione è in aumento. Si stima che l’asma allergica colpisca il 5%-12% della popolazione europea.

Consigli utili

In presenza di sintomatologia che possa far sospettare un’allergia respiratoria, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico curante e/o allo specialista allergologo per la corretta diagnosi e l’identificazione dell’allergene (o degli allergeni) per cui si è sensibilizzati, per stabilire un corretto programma preventivo-terapeutico da mettere in atto prima dell’inizio della stagione pollinica.

A scopo preventivo possono essere anche consigliati, quando è possibile, brevi soggiorni in clima marino durante il periodo della pollinazione, dato che al mare la concentrazione atmosferica dei pollini è relativamente bassa.

Inoltre la persona con diagnosi di pollinosi dovrebbe osservare le seguenti precauzioni generali:

consultare settimanalmente i calendari pollinici per conoscere il periodo di fioritura delle piante responsabili delle manifestazioni allergiche

durante i periodi di pollinazione evitare:

    • le uscite nelle ore di maggiore concentrazione pollinica, preferendo le uscite in prima mattina o tarda serata
    • le gite in campagna, soprattutto se è presente vento e, in special modo, non passeggiare nei prati dove sia stato fatto di recente il taglio dell'erba
    • i viaggi in macchina o in treno con i finestrini aperti. Se si viaggia in macchina, usare preferibilmente un impianto di aria condizionata, munito di filtri di aerazione anti-polline
    • le attività all’aperto nelle ore centrali della giornata, soprattutto nelle giornate soleggiate e ventose

fare attenzione agli eventi temporaleschi

in casa tenere chiuse le finestre durante le ore centrali della giornata.

L'allergia da pollini o pollinosi viene provocata dagli allergeni liberati dai granuli pollinici di alcune piante (erbe, arbusti o alberi) che hanno le seguenti caratteristiche:

sono molto diffuse sul territorio

utilizzano una impollinazione anemofila. Tali piante allergeniche in genere non hanno mezzi di attrazione per gli insetti (come petali colorati, nettare ecc.) quindi, non potendo emettere pollini in via entomofila (impollinazione attraverso l’intervento degli insetti), affidano al vento il proprio prodotto seminale costituito appunto dal polline. Poichè il vento è un mezzo impreciso di trasporto, la natura ha dotato queste piante di una cospicua produzione pollinica

    • il polline prodotto da queste piante, trasportato dalle correnti aeree, riesce a viaggiare a volte anche per molti chilometri
    • il polline è dotato di proteine allergeniche. Tali allergeni, una volta liberati dai pollini, vanno ad interagire con le IgE legate a particolari cellule, dette "mastociti", presenti nelle mucose delle vie aeree e delle congiuntive.
    • Nei soggetti allergici l'interazione allergeni-IgE porta alla liberazione da parte dei mastociti di istamina e altri mediatori chimici che agiscono inducendo vasodilatazione, ipersecrezione ghiandolare, contrazione delle fibre muscolari con effetti clinici caratterizzati da sintomi quali lacrimazione,starnutazione, tosse e asma.
    1. Solo alcune famiglie vegetali sono in grado di liberare pollini allergenici. Tra queste al primo posto come causa di pollinosi in Italia troviamo le Graminacee (mazzolina, codolina, gramigna dei prati ecc), erbe diffusissime caratterizzate dalla presenza di spighette di varie dimensioni, che impollinano prevalentemente in primavera, raggiungendo concentrazioni atmosferiche di polline più alte in Italia settentrionale e centrale rispetto all’Italia meridionale dove le temperature più elevate tendono a determinare un più precoce essiccamento di queste erbe.
    2. Un’erba altamente allergenica è la Parietaria, una Urticacea che cresce soprattutto in Italia meridionale, in particolare nel napoletano. Essa ha un lunghissimo periodo di fioritura che va in genere da marzo a luglio e da settembre a fine ottobre.
    3. Potere allergenico hanno anche le Composite, che impollinano durante la stagione tardo-estiva autunnale. Tra di esse troviamo l’Assenzio (Artemisia vulgaris) e l’Ambrosia. Quest’ultima, introdotta in Italia dagli USA, è un’erba infestante che cresce in prati asciutti e soleggiati, lungo gli argini dei fiumi, sui margini delle strade e in genere nei terreni abbandonati, è particolarmente diffusa in Italia settentrionale.
    4. Tra gli alberi potere allergenico hanno soprattutto le Betulacee, le Cupressacee e le Oleacee.
    5. La Betulla è attualmente più diffusa che in passato in alcune regioni come la Lombardia dal momento che è stata piantata in nuovi insediamenti urbani per la sua eleganza.
    6. Il Cipresso è responsabile di un numero sempre crescente di manifestazioni allergiche, soprattutto rinocongiuntiviti, nel periodo invernale.
    7. L’Olivo induce sintomi soprattutto rinitici a volte anche intensi tra fine maggio e giugno, in alcune regioni (Puglia, Campania, Toscana ecc).
    8. Esistono poi le cosiddette pollinosi da vicinato, quelle che colpiscono solo chi è molto vicino alla pianta, come la Mimosa.

Anche se generalmente le piante allergeniche sono più diffuse nelle zone rurali che nei centri urbani, la pollinosi colpisce soprattutto chi abita nei centri urbani con elevato traffico automobilistico.

E’ stato osservato che l’effetto degli allergeni liberati dai pollini viene potenziato dall’azione degli inquinanti atmosferici emessi dai motori alimentati con derivati del petrolio. Si determina infatti una interazione in atmosfera e a livello delle vie aeree per cui da una parte gli allergeni pollinici diventano più aggressivi per le mucose respiratorie e dall’altra i soggetti esposti hanno mucose già infiammate dagli inquinanti, il che facilita la penetrazione e gli effetti irritativi degli allergeni.

Le pollinosi hanno un decorso tipicamente stagionale e in rapporto al loro periodo di insorgenza vengono distinte in pre-primaverili, primaverili ed autunnali. Lo studio in atmosfera con particolari apparecchi per il campionamento delle variazioni della concentrazione dei pollini allergenici ha consentito di preparare i calendari pollinici che hanno importanza in medicina ai fini preventivi e terapeutici.

Si è osservato che i temporali che si verificano nel corso della stagione dei pollini possono provocare gravi attacchi di asma nelle persone affette da pollinosi.

La cosiddetta asma da temporale (thunderstorm related asthma) è caratterizzata da vere e proprie epidemie di asma, forse causate dalla dispersione di particelle allergeniche respirabili. L'ipotesi principale per spiegare l'associazione tra asma e temporali è legata ai bioaerosol e al ruolo svolto dell'acqua piovana che promuove il rilascio di materiale particolato (PM) respirabile. Nelle prime fasi di un temporale, i granuli pollinici rilasciano nell'atmosfera parte del loro contenuto: si tratta di particelle inalabili del diametro di pochi micron in grado di veicolare allergeni, come granuli di amido e altri componenti.

Probabilmente nel corso dei prossimi decenni, si assisterà ad un aumento dell'intensità e della frequenza di forti precipitazioni, come i temporali; è prevedibile che ciò si associ ad un aumento del numero e della gravità degli attacchi di asma negli adulti e nei bambini.

Considerato quindi che l’umidità ed il temporale possono indurre un aggravamento dei sintomi nasali e bronchiali, è opportuno che, durante le stagioni polliniche, le persone affette da allergopatia respiratoria da pollini evitino di stare all’aperto nelle fasi iniziali di un temporale e stiano in casa, o comunque in un luogo riparato, almeno durante la prima ora del temporale. Se ciò non è possibile è opportuno almeno evitare le inspirazioni profonde coprendo la bocca ed il naso con un fazzoletto.

E' importante tener presente che l’asma bronchiale che insorge nei soggetti pollinosici in corso di temporali durante le stagioni polliniche può essere anche grave.