TUMORI, 10 CENTRI ITALIANI PRONTI PER CAR-T Ogni struttura sarà in grado di trattare 1-2 pazienti al mese Sono 10 i centri in Italia pronti a partire da subito con il trattamento della prima terapia a base di cellule Car-T approvata dall’Aifa in Italia ad agosto. Si stima che il numero di pazienti che ogni struttura sarà in grado di trattare sarà nell’ordine di 1-2 al mese questo per ”salvaguardare la sicurezza” e ”garantire la copertura omogenea sul territorio”. È quanto emerso dall’incontro a Basilea promosso dalla Novartis con la stampa internazionale e i suoi più importanti ricercatori per fare il punto sulle linee di ricerca e i progetti dell’azienda farmaceutica. Sono ad oggi sette le Regioni che hanno deliberato sulle Car-T decidendo quali sono le strutture dove saranno trattati in futuro i pazienti: Liguria, Lombardia, Lazio, Toscana, Abruzzo, Umbria e Emilia Romagna. Sono invece 10 i centri, ”ad oggi qualificati o in fase di qualifica per studi clinici presenti o futuri”, sottolinea Novartis Italia, si tratta di: Humanitas, Irccs Istituto Nazionale Tumori e San Raffaele, a Milano; Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma; Città della salute e della scienza e l’ospedale infantile Regina Margherita a Torino; Sant’Orsola a Bologna; Bambino Gesù, Policlinico Gemelli e Umberto I a Roma. L’Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera alla rimborsabilità della prima terapia a base di cellule Car-T (Chimeric Antigen Receptor Tcell) disponibile in Italia, denominata Kymriah (tisagenlecleucel) di Novartis per per pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (Dlbcl) resistenti alle altre terapie o nei quali la malattia sia ricomparsa dopo una risposta ai trattamenti standard e per pazienti fino a 25 anni di età con leucemia linfoblastica acuta (Lla) a cellule B. Si stima che in Italia saranno 30-35 i pazienti pediatrici e tra i 600-700 gli adulti. ”Con le Car-T abbiamo rotto gli schemi perché riusciamo a curare la malattia con un solo trattamento e si riesce a dare speranza a pazienti che non l’avevano - ha affermato all’Adnkronos Salute Emanuele Ostuni, direttore ’Cell & gene therapy’ Europa di Novartis Oncology - Ogni paziente sarà seguito per molto tempo e inserito in un registro. La produzione delle Car-T non è facile, è complicato creare un equilibrio tra capillarità dei centri in tutti i Paesi e salvaguardare la qualità. Oggi abbiamo un centro americano, molto importante, dove mandiamo le cellule del paziente e poi un altro più piccolo in Germania e in una struttura in Francia. In futuro si potrebbe pensare ad un centro di produzione in ogni Paese, perché speriamo ci saranno diverse malattie che potremmo trattare con le Car-T”.