Valutazione

Magritte,

Documento inviato dal Cidi di Roma ai Cidi territoriali

Per una valutazione possibile

Le vicende degli ultimi tempi in materia di valutazione hanno visto crescere una diffusa sfiducia delle scuole verso le prove organizzate dall'Invalsi. Esse sono la conferma di un nodo non risolto in questo campo che ci pare strettamente connesso a provvedimenti precedenti, con i quali si sono ripristinati i voti numerici nella scuola di base, dopo che erano stati aboliti più di trent'anni fa.

Indubbiamente la reazione di una parte consistente del mondo della scuola testimonia lo scollamento profondo tra gli scopi che si prefiggono coloro che vi operano all'interno e le aspettative di chi la guarda dall'esterno. Si teme, con un certo fondamento, che prevalga la domanda di controllo, di verifica, di competizione, facendo passare in secondo ordine l'importanza di una valutazione formativa, capace di promuovere l'apprendimento piuttosto che limitarsi soltanto a giudicarlo e sanzionarlo.

A essere oggetto di discussione non è l'utilità della valutazione esterna, quando offre elementi di conoscenza alle scuole, ma alcuni elementi di ambiguità che permangono, soprattutto nell'uso politico che si è fatto e si fa della valutazione. Risulta da chiarire che cosa intendiamo valutare, quale modello di scuola,

con quali criteri, espliciti e condivisi, e con quali strumenti di verifica. Ad esempio, rispetto al “cosa” valutare, è ben diverso valutare conoscenze e abilità, piuttosto che competenze, come succede nella discutibile prova di grammatica Invalsi. Chiarire questo aspetto avrebbe di conseguenza fatto luce sul rapporto tra i "programmi" vigenti e i curricoli reali delle scuole.

Ma la principale causa di ambiguità la vediamo nel non aver tenuto distinti i tre piani della valutazione: quello degli apprendimenti degli studenti, della singola scuola, dell'intero sistema. Ogni livello richiede una strumentazione e una procedura propri, coerenti con lo scopo prefissato e con la promozione di una scuola democratica per tutti. (continua nell’allegato)