𝗜𝗻𝘃𝗶𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗰𝗮𝗹𝗮 - 𝗣𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗶, 𝗚𝗿𝗮𝗻𝗱𝗶 𝗲 𝗚𝗿𝗼𝘀𝘀𝗺𝗮𝗻 / 𝗤𝘂𝗶𝗻𝘁𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗢𝘁𝘁𝗼𝗻𝗶
26 maggio 2025
David Grossman è considerato tra i più grandi scrittori e romanzieri contemporanei, noto per il suo stile semplice e avvincente. Tra i suoi libri di maggior successo vanno ricordati Qualcuno con cui correre e Ci sono bambini a zig zag, storie che se lette superficialmente possono sembrare destinate a un pubblico di giovanissimi... Così come Le Avventure di Itamar, in cui troviamo il protagonista alle prese con una lepre e con un folletto notturno. Tra le quattro storie, due sono state messe in musica dal Maestro Andrea Basevi per dare voce e suono ai sogni dei bambini.
Programma
Itamar il cacciatore di sogni
Racconto musicale da camera per voce recitante, tre voci bianche e quintetto di ottoni
Itamar incontra una lepre
Racconto musicale da camera per voce recitante, due voci bianche e quintetto di ottoni
Musica di Andrea Basevi e testi di David Grossman
Prima esecuzione assoluta
Soliste del Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala
diretto da Marco De Gaspari
Maya Caiazza, Valentina Diaz, Anastasia Fazio, Giorgia Iaboni, Cecilia Menegatti
Itamar, o l’autenticità del sogno
Per addentrarsi nel fervido mondo della fantasia infantile non servono grandi sforzi: basta una sincera curiosità, una predisposizione alla scoperta, alla meraviglia. Basta, a volte, soltanto un sogno: l’intensa visione di una dimensione altra, insolita, che nella sua diversità può apparirci non meno autentica rispetto a ciò che siamo soliti chiamare “realtà”. È questo, in sintesi, uno dei messaggi che sembra arrivare dalla scrittura di David Grossman e dalla musica di Andrea Basevi, che con parole semplici e semplici note – nessuna inutile enfasi o complicazione – creano un discorso diretto, immediato, che ci porta subito al cuore delle fantasticherie dei bambini.
Le due piccole opere che ascoltiamo oggi sono il frutto della recente amicizia fra due autori che hanno sempre guardato con viva partecipazione al mondo dell’infanzia. Il grande romanziere israeliano ha dedicato una cospicua parte della sua creatività ai bambini: non solo con Le avventure di Itamar, da cui sono tratte le due storie qui messe in musica, ma con numerosi altri testi fra cui vanno almeno ricordati Ci sono bambini a zig zag e Buonanotte giraffa. Il compositore italiano, del resto, ha dedicato grandi energie alla scrittura per voci bianche e all’esplorazione del mondo sonoro infantile e giovanile, anche mettendo in musica vari racconti e favole (da Le mille e una notte a Cappuccetto rosso, dai Musicanti di Brema al Ragazzo col violino). Sembra quindi del tutto naturale che Grossman e Basevi si siano incontrati e abbiano stretto amicizia: la loro è una comune visione di un mondo “piccolo” che può racchiudere grandi significati.
Nella prima delle due operine odierne, Itamar il cacciatore di sogni per recitante, due voci bianche e quintetto di ottoni, seguiamo la vicenda di Itamar che, insieme al suo papà, è alle prese con la paurosa visione notturna di un folletto. La musica asseconda la dimensione fantastica del racconto senza alterarne minimamente i contenuti e cercando di rifletterne la sostanza espressiva, in virtù anche di un accorto equilibrio fra voci e strumenti. Le due voci bianche (una per Itamar, l’altra con un doppio ruolo, Folletto e Papà) si innestano su una scrittura strumentale lieve ed essenziale, con due strumenti in funzione di voci gravi (tuba e trombone), due con funzione di voci acute (tromba e cornetta) e uno che spesso funge da “cerniera” fra il registro acuto e quello grave (corno). La struttura complessiva dell’operina si basa su una chiara ripartizione in numeri chiusi susseguenti: 1) Introduzione e Arietta prima (Itamar); 2) Duetto primo (Itamar e Papà); 3) Arietta seconda (Papà); 4) Scena e 5) Duetto secondo (Itamar e Folletto); 6) Duetto terzo (Itamar e Papà); 7) Canzone finale (Itamar e Papà). La parti vocali di Itamar e Papà sono fin da subito improntate a una evidente complementarità, come se il compositore ci stesse suggerendo che la voce del padre è una delicata risonanza della voce del figlio: a lui infatti risponde rilanciandone i motivi peculiari. Si noti che il tono di questi brevi temi vocali è scherzoso, lieve e pieno di affetto, senza che mai venga smentita una configurazione vocale leggera e mobile, adatta a sottolineare la dimensione onirica del racconto. La parte vocale del Folletto, inizialmente più incerta e dubbiosa, tende poi anch’essa a conformarsi alla mobilità vocale di Itamar. Anche questo, in fondo, è un modo con cui la musica ci fa capire che il Folletto è un “doppio” del protagonista, al punto da rivelarlo nel nome stesso, Ramati, che è il “retrogrado” di Itamar.
La scrittura tonale, di immediata comprensibilità, è costantemente intessuta di sagaci effetti ritmici che contribuiscono a conferire alla drammaturgia un’impronta particolarmente vivace. E gli strumenti sono a tratti delle vere voci aggiuntive che dialogano contrappuntisticamente coi personaggi: così accade sovente alle parti della cornetta e della tromba. Alla fine gli stessi strumentisti collaborano alla parte vocale, coinvolgendo peraltro anche il pubblico nel grido di battaglia conclusivo “Coraggio da leone, pioggia o solleone”.
La seconda operina, Itamar incontra una lepre, presenta una lieve variante nell’organico strumentale: una seconda tromba al posto della cornetta. Di fatto, però, la sonorità complessiva del quintetto è la medesima, e identico è il rapporto fra voci e strumenti, sempre improntato a una peculiare ricerca di equilibrio. Questo secondo racconto si apre però con un preludio strumentale di una certa importanza, sorta di mini-ouverture che anticipa i caratteri brillanti della seguente parte cantata. Itamar è ora alle prese con la sua paura della lepre, che qui è figura simbolica delle eterne umane paure di ciò che non è conosciuto. Dopo il Preludio strumentale, l’operina consiste in una Introduzione per voce recitante e in una serie di Ariette che sfociano nel Duetto principale, quello con Itamar e la Lepre. Le voci dei due protagonisti s’incontrano e si scontrano, dando vita a un serrato confronto che infine diventa festoso intreccio di parti complementari. Anche in questo secondo finale la musica si conclude con scoppiettanti sovrapposizioni di ostinati ritmici che accomunano gli strumenti alle voci.
Fantasticherie dei bambini, si diceva all’inizio: è dunque qui rappresentato un mondo immaginativo infantile? Certo, ma non solo. I racconti di Grossman e le musiche di Basevi parlano a tutti, anche agli adulti; e un po’ di tutti, in fondo, sono le paure di Itamar. Paura dell’ignoto, paura del diverso: sono temi universali e anche di strettissima, scottante attualità. La musica di Basevi, con la sua trasparente leggerezza, ci invita ad affrontare questi temi con quell’allegra ma decisa serietà di cui i bambini sono autentici maestri.
Marco Moiraghi