…poi un pomeriggio, i ragazzi liceali e i loro professori scelgono di ascoltare da remoto una testimonianza veramente importante.
Brunetta Bellucci, Coordinatrice regionale di EMERGENCY:
“Emergency nelle scuole attraverso il progetto RACCONTARE LA PACE parla ai ragazzi del suo lavoro per restituire una vita dignitosa alle vittime della guerra e della povertà, e dell’impegno per costruire un futuro di pace. I volontari in tutta Italia incontrano singole classi o intervengono ad assemblee d'istituto per testimoniare il lavoro svolto in 26 anni dall'associazione. Io sono una volontaria del gruppo scuola dal 2003. Ora, a causa del Covid 19, gli incontri sono sospesi però cerchiamo di continuare parlare a distanza di rispetto dei diritti umani, senza discriminazioni A marzo ed aprile avevo registrato dei brevi video poi inviati alle insegnanti della scuola primaria, ma con voi c'è stato' "il bello della diretta". Siete stati i primi in Umbria ad aver richiesto il nostro intervento con questa modalità. Grazie per averci contattato e per la vostra attenzione nel seguirci, grazie di cuore.”
Claudia Rondelli, IV Liceo delle Scienze Umane:
Nell’incontro online la Coordinatrice regionale Brunetta Bellucci ci ha parlato dell’intervento di Emergency nella cura alle persone: operare gratuitamente, nel miglior modo possibile e in trasparenza. Ci ha raccontato la sua azione in casi di emergenza come il terremoto, in cui si sono curate ferite fisiche e psicologiche, così come nell’attualissimo fronte del coronavirus. Ci ha descritto l’impegno contro le mine antiuomo che, invisibili all’occhio umano, appena vengono sfiorate esplodono e lasciano mutilazioni e ferite gravi. Ciò è accaduto anche al fotografo professionista inglese, Gyles Duley, inviato in Afghanistan per una missione, rimasto vittima di un'esplosione di una mina antiuomo, che lo ha brutalmente mutilato; grazie alle cure di Emergency è riuscito a guarire e anche se porterà sempre addosso i visibilissimi segni di quanto accaduto, è riuscito a tornare al suo amato lavoro. Abbiamo parlato di tanto, tanto altro: dell’ospedale per le donne partorienti in Afghanistan, della formazione nelle scuole, del ruolo dei giovani volontari nell’associazione, degli artisti che la sostengono. Questa esperienza interessante ed educativa ci ha permesso di guardare oltre la nostra piccola realtà: ringraziamo la Signora Bellucci per averci dato questa opportunità.