ESPERIENZE

L’insegnamento di Padre Corrado

Mercoledì 12 aprile 2013, nell’Auditorium della nostra scuola “Michelangelo”, si è tenuto un interessante incontro con il missionario comboniano Padre Corrado.

I missionari Comboniani costituiscono un ordine religioso fondato dal primo vescovo cattolico dell’Africa Centrale, don Daniele Comboni, che fu poi proclamato santo.

Padre Corrado ci ha spiegato che i missionari sono persone che cercano di sostenere i più poveri, offrendo loro aiuto. Ci ha parlato, inoltre, della povertà e di come la ricchezza è distribuita nel mondo. In particolare, ci ha detto che in molti  Paesi, come ad esempio in Cina, Giappone e Arabia Saudita, c’è un’enorme disparità sociale, poiché ci sono persone ricchissime e persone poverissime. In altri Paesi invece, ad esempio in alcune nazioni dell’Africa, la povertà affligge la quasi totalità della popolazione. In queste realtà così povere ai bambini è negato il diritto allo studio, spesso a causa della mancanza delle strutture scolastiche o perché sono costretti a lavorare sin dalla tenera età. 

Purtroppo oggigiorno l’uomo è spesso indifferente ai problemi di chi è in difficoltà, sia economiche che sociali; dovrebbe, invece, manifestare empatia per il prossimo, mettendosi nei panni delle persone meno fortunate, aiutandole a vivere in modo dignitoso, attraverso donazioni o altre forme di solidarietà.

Michele

Stop al vandalismo


Ero così felice di andare a Milano da mia zia con un treno! Certo, ho viaggiato su un treno, ma solo nella mia regione! So che dormirò praticamente per tutto il viaggio e

quindi non mi godrò al meglio il momento, ma questi sono solo dettagli. Non vedevo mia zia da anni e con lei c’era anche la mia cuginetta di dieci anni che non vedevo l’ora di abbracciare. 

Chiesi a mia madre un passaggio per arrivare alla stazione e lei accettò. Erano circa le 20:30 ed ero arrivata in stazione. Così tardi? Be’ sì, non c’erano altri treni disponibili… Ero seduta su una panchina quando una voce all’altoparlante annunciò che

il treno per Milano avrebbe tardato. Perfetto! A che ora sarei dovuta partire, a mezzanotte?!

Durante l’attesa decisi di comprare qualcosa da mangiare, perciò mi incamminai verso il bar, ma mi scontrai con un ragazzo di cui non riuscii a scorgere il volto. Chiesi scusa, ma lui non mi ascoltò. Non me ne curai e andai a comprare un pacchetto di patatine. Mi sedetti su una panchina pronta a degustare la mia merenda “sana” e vidi il ragazzo di prima che ora stava camminando verso la fine dell’ultimo binario, dove si trovava un treno fermo. Incuriosita, mi alzai dalla panchina e lo seguii, cercando di non farmi notare. Non riuscivo mai a frenare la curiosità. Ad un tratto si fermò, si guardò attorno e poco prima che potesse notarmi, mi voltai di schiena e finsi di andarmene. Con la coda dell'occhio vidi che mi osservava, quando smise, prese il telefono e chiamò qualcuno.

Non riuscii a capire l’argomento della telefonata, ma lo vidi semplicemente annuire. Si guardò di nuovo attorno, poi estrasse qualcosa da un borsone e cercai di analizzare cosa.

Appena capii, mi avvicinai a passo felino verso il ragazzo. Aveva delle pietre in mano e intuii che volesse scagliarle contro i vetri del treno. Il ragazzo non si accorse di me e riuscii ad agguantarlo per un polso mentre caricava il colpo. Lui voltò di scatto la testa e due iridi nere mi fissarono. “Ma che…?!” esclamò il ragazzo. “Cosa credevi di fare,

scusa?!” sbottai contro di lui. “Non ti pare ovvio?” mi rispose con un atteggiamento arrogante. “Perché volevi scagliare delle pietre sui vetri di questo treno?” gli domandai

usando il suo stesso atteggiamento e indicando con gli occhi il treno dietro di noi. “Perché dovrebbe interessarti?" mi domandò divertito. 

Stavo per perdere la pazienza, ma cercai in tutti i modi di sembrare calma. “Pensa se al posto del treno ci fosse una persona, le faresti male no? Immagina che il treno provi gli stessi sentimenti della persona immaginaria, non ti sentiresti in colpa? I treni sì, non sono animati, ma non dovrebbero comunque essere oggetto di atti di

vandalismo! E poi toglimi una curiosità: ti saresti sentito potente, forte dopo aver rotto i vetri del treno? Io mi vergognerei al tuo posto! E naturalmente dopo saresti scappato come un vigliacco e avresti fatto riparare i tuoi danni a qualcun altro!” Iniziai ad urlare e alcune persone si fermarono a sentire ciò che stavo dicendo.

“I treni, come qualsiasi altra cosa, sono stati creati per aiutare le persone, non per essere imbrattati di scritte o per essere danneggiati! E tra l’altro, non sai nemmeno perché fare ciò!” continuai io. Nel frattempo gli altoparlanti annunciarono l’arrivo del mio treno, ma ora ero impegnata con cose più importanti.

“In realtà un perché ci sarebbe… Una sfida tra amici… Chi è il più coraggioso e forte… Mi hanno ordinato i miei amici di rompere i vetri del treno…” rivelò il ragazzo.

“E tu per una semplice sfida che non conta nulla decidi di fare quello che ti hanno detto?! Non oso immaginare cosa abbiano fatto i tuoi amici allora! Se volevi dimostrarti più coraggioso nei loro confronti, ti saresti dovuto opporre! 

Ci vuole più coraggio a rifiutare che ad accettare gli ordini degli altri! Ora porta tutto quello che hai alla sicurezza e rivela tutto! Anche ciò che hanno fatto i tuoi amici!” dissi terminando il discorso.

Senza controbattere, il ragazzo raccolse il borsone e si incamminò verso le guardie di sicurezza. Io lo seguii avvolta da alcuni applausi. Avevo perso il treno, ma non mi importava, perché avevo impedito un atto di vandalismo e mi sentivo soddisfatta. Trovai il ragazzo dagli occhi neri seduto sulla panchina con lo sguardo perso nel vuoto, probabilmente dopo aver parlato con le guardie di sicurezza. Mi avvicinai e gli toccai una spalla. Lui sussultò appena e mi fissò spaventato. Per tranquillizzarlo e rassicurarlo gli dissi: “Sei stato coraggioso a raccontare tutto alle guardie.” Sorrisi e lui ricambiò con un cenno del capo. Dovevo tornare a casa, erano ormai le 11.00 di sera! Congedai il ragazzo, augurandogli una buona serata e intimandogli di non comportarsi più in quel modo e di diffondere il messaggio a tutti coloro che avrebbero commesso la sua stessa azione. 

Dopo aver chiamato mia madre per farmi venire a prendere e averle promesso di spiegare perché non fossi partita, mi capitò di guardare Instagram e notai un video di questa stazione: raffigurava me e il ragazzo delle pietre. Il video era correlato di una scritta: “Ammirate il coraggio di questa ragazza! Più persone così al mondo ce ne vorrebbero!” e tra i commenti c’erano i complimenti di persone a me sconosciute. Sorrisi, fiera del mio comportamento e aspettai mia madre. Appena entrata in macchina, mia madre mi chiese perché non fossi a Milano e io le dissi orgogliosa e sorridente: “Ho salvato un treno da un vandalo.”

Concorso STOP AL VANDALISMO – Dopolavoro ferroviario

Ilenia 

disegni di Marco 

Un’esperienza interessante e formativa

La scuola Michelangelo è stata coinvolta nel progetto “Abbecedario”, un’esperienza che ci ha permesso di affrontare determinate tematiche tramite attività inclusive e interessanti svolte in collaborazione con l’università degli studi di Bari Aldo Moro. La nostra classe si è soffermata in particolar modo sulla parola tutela: delle donne, della sanità, del rispetto delle leggi, delle varie opinioni politiche e del web. Su quest’ultima, tutta la classe ha realizzato dei video miranti a sensibilizzare i ragazzi sull’uso corretto della rete e sui pericoli che essa comporta. Solo alcuni di essi, però, sono stati selezionati per confluire in un telegiornale informativo. Sei di noi, infine, hanno presentato l’elaborato finale nella giornata conclusiva del progetto presso l’Università degli Studi di Bari.

All’interno di questo percorso, abbiamo appreso e approfondito tematiche che ci serviranno in futuro per confrontarci con il mondo, in particolare ci ha entusiasmato l’attività laboratoriale Giocostituzione che ci ha fatto capire l’importanza della democrazia e del saper prendere decisioni per il benessere comune.

La GioCOstituzione

In classe abbiamo svolto un’attività di tipo laboratoriale con l’aiuto di una studentessa universitaria di Storia, di nome Antonella, facente parte del progetto Abbecedario cui la nostra scuola ha aderito. Lei ci ha proposto un lavoro chiamato GioCOtituzione, dall’unione delle parole gioco e Costituzione. Per svolgere questa attività ci siamo suddivisi in gruppi, ognuno rappresentante una figura fondamentale nella società scolastica, ovvero i docenti, i collaboratori scolastici, i genitori e gli studenti; ogni gruppo doveva individuare tre o più obiettivi fondamentali per realizzare una scuola funzionale, obiettivi successivamente inseriti in precise categorie:

·Tempo

·Disciplina

·Spazi

·Risorse

Dopo circa 20 minuti ogni gruppo ha presentato le proprie proposte per poi raggiungere, attraverso il confronto democratico, degli obiettivi condivisi e funzionali all'idea della nostra scuola ideale. Il lavoro si è concluso con un decalogo del nostro prototipo di scuola e con la consapevolezza che bisogna ascoltare gli altri per poter prendere scelte adeguate e rispondenti alle esigenze della maggioranza.

È stata una esperienza fantastica dalla quale abbiamo capito quello che si prova ad essere “grandi”».

Laura, Giovanni, Alberto, Elena