INFORMALMENTE

IL GIORNALE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO MICHELANGELO - BARI


"E quindi uscimmo a riveder le stelle"

(Inf. XXXIV, 139)

A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, la redazione vuole ricordare il sommo poeta aprendo il primo numero del 2021 con la citazione di uno dei suoi versi più famosi, quello che chiude la cantica dell'Inferno e che racchiude le nostre speranze: poter rivedere presto la luce grazie al vaccino anti Covid-19!

Forse, una speranza…


Sin dall’inizio della pandemia che ha segnato il 2020, sono circolate voci su un probabile vaccino che sarebbe stato somministrato a tutta la popolazione mondiale. Impresa difficilissima assegnata alla Scienza, sia per i tempi ristretti sia per i risultati da garantire. Oggi, la sperimentazione di un vaccino per contrastare il virus Covid- 19 è stata testata e approvata in molti Stati, ed il primo risultato utile è stato registrato proprio in Europa. La prima casa produttrice del vaccino è stata la Pfizer, azienda leader nel mondo della ricerca farmacologica e, subito dopo la commercializzazione dei primi vaccini, molte altre case farmaceutiche e laboratori hanno iniziato a produrne altri. Australia, Russia, Italia, America, la stessa Cina hanno iniziato a produrre vaccini per la propria popolazione. Ma il vaccino ci salverà?


All’inizio, in pochi si fidavano del nuovo vaccino e, lo ammetto, anche io ero diffidente, sia perché creato in pochissimo tempo dall’inizio della pandemia, sia perché si sente spesso parlare di come aziende farmaceutiche speculino sulla promozione e commercializzazione di farmaci per puro profitto. Ma di settimana in settimana si è diffuso un clima di speranza, dovuto probabilmente sia alla necessità di contrastare anche psicologicamente la diffusione del virus nel mondo (che pare non arretri), sia alla necessità di incoraggiare i medici che aspettano con pazienza il vaccino testato. Gli esperti non hanno dubbi: l’unico modo per uscire dall’incubo COVID è quello di vaccinare il maggior numero di persone.

Ovviamente tutti vogliamo che questa speranza diventi concreta, che tutta l’Italia e tutto il mondo possano essere immuni e pronti a proteggersi da questo virus. Tutti desideriamo che si possa tornare alla vita di prima, sebbene con maggiore consapevolezza di ciò che più conta: prima di tutto la difesa della salute e della vita e che questo vaccino, indipendentemente dal nome o dall’azienda che lo produce, sia il vaccino per tutti e di tutti.

Non mento dicendo che tutto questo creerà anche moltissime disparità tra gli Stati economicamente più forti e quelli poveri, tra chi necessita di più dosi per il numero di popolazione ma ne avrà solo una misera percentuale, e chi ne comprerà di più del necessario, tra chi dovrà acquistarlo da altri e chi creerà il proprio vaccino (come la Russia o l’India). Lo stesso potrebbe succedere tra le persone: ognuno a modo suo penserà per sé. Occorrerà un'Autorità Garante che distribuisca in modo equo il vaccino tenendo conto soprattutto dei medici e degli operatori, che sono soggetti a maggior rischio di contagio, degli anziani e dei soggetti più deboli come gli ammalati. Si dovrà pensare al “ bene comune”, al bene di tutti, non al bene di chi è più ricco e di chi può. Proprio in questo periodo la disparità tra “ceti sociali”, tra chi è povero e chi è ricco, deve essere minimizzata o totalmente abolita. Solo così, mi piacerebbe pensare, non ci sarebbero più bambini nei Paesi poveri come in Africa e Asia che aspettano cure, presidi per proteggersi, che rischiano ogni secondo di contrarre il virus e che rischiano di morire per altre malattie e non solo di COVID.


Jacopo (classe terza)

Le riflessioni sulla campagna vaccinale proseguono alle pagine "Cronaca" e "Libera... mente"