Antonio
Gramsci
"lo studio è un mestiere faticoso, un abito acquisito dallo sforzo"
"lo studio è un mestiere faticoso, un abito acquisito dallo sforzo"
Antonio Sebastiano Francesco Gramsci è stato il più importante intellettuale italiano del Novecento.
Fu fondatore e dirigente del Partito Comunista.
E' stato arrestato dal fascismo nel 1926 e detenuto in carcere fino alla morte, dove scrisse centinaia di lettere, quasi tutte ai familiari.
'' Un mediocre insegnante può riuscire a ottenere che gli allievi diventino più istruiti, ma non riuscirà a ottenere che siano più colti. Le nozioni non devono essere apprese per uno scopo immediato pratico-professionale: l'interesse è lo sviluppo interiore della personalità, la formazione del carattere. Non si impara il latino e il greco per parlarli, per fare i camerieri, gli interpreti, i corrispondenti commerciali. Si impara per conoscere direttamente la civiltà dei due popoli, presupposto necessario della civiltà moderna, cioè per essere sé stessi e conoscere sé stessi consapevolmente. ''
Alcuni luoghi della vita di Antonio Gramsci:
• la Sardegna, dove è nato e cresciuto, e dove ha frequentato il Liceo;
• Torino, dove ha conosciuto la classe operaia e il Partito Socialista Italiano (PSI);
• Mosca, dove ha incontrato sua moglie, Julka Schucht;
• il carcere di Turi, vicino a Bari, dove è stato rinchiuso per alcuni anni della sua carcerazione e dove ha scritto la maggior parte dei Quaderni – la sua opera più importante, pubblicata dopo la sua morte e conosciuta in tutto il mondo.
Gramsci fu arrestato nel 1926, a trentacinque anni.
Al momento del suo arresto, Gramsci era il dirigente più influente del Partito Comunista d’Italia, fondato da lui stesso e da altri fuoriusciti dal Partito Socialista, pochi anni prima, nel 1921.
GRAMSCI E LA SUA MALATTIA
Antonio Gramsci si ammalò verso i due anni del morbo di Pott o spondilite tubercolare, le conseguenze furono la deformazione della struttura ossea e la compromissione della crescita in altezza, anche se la famiglia era convinta che la deformità fosse dovuta ad una caduta.
Quaderni del carcere (Torino, Einaudi 1948)
"E' anche certo che dovrà sempre faticare per imparare a costringere se stesso a privazioni e limitazioni di movimento fisico, cioè sottostare a un tirocinio psico-fisico. Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza."
"La partecipazione di più larghe masse alla scuola media tende a rallentare la disciplina dello studio, a domandare «facilitazioni». Molti pensano addirittura che la difficoltà sia artificiale, perché sono abituati a considerare lavoro e fatica solo il lavoro manuale. È una questione complessa."
"Certo il ragazzo di una famiglia tradizionalmente di intellettuali supera più facilmente il processo di adattamento psicofisico: egli già entrando la prima volta in classe ha parecchi punti di vantaggio sugli altri scolari, ha un'ambientazione già acquisita per le abitudini famigliari. Così il figlio di un operaio di città soffre meno entrando in fabbrica di un ragazzo di contadini."